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Recensione Serie Tv – La Ruota del Tempo – Stagione 1 completa

Care Fenici, mai vista serie più incasinata di questa; è un minestrone fantasioso di personaggi, nomi impronunciabili e strani esseri visti solo a Narnia. Come direbbe la mia cara amica Malefica: “gli eredi di Herbert dovrebbero chiedere i danni!”. Non solo loro, aggiungerei. Prendete le opere di Tolkien, quelle di Terry Brooks, Frank Herbert, C. S. Lewis, toglieteci nani ed elfi e, ta-da, eccovi presentata La Ruota del Tempo. Povera me! Ma partiamo dal principio.

Cos’è la ruota del tempo? Eh, bella domanda. Finora ho solo intuito essere il Karma, il Fato, il Destino o la sfiga più nera, dipende dai punti di vista. Della serie: la Fortuna è cieca, mentre la Ruota del Tempo non solo ci vede benissimo, ma ha anche spedito la dea bendata in qualche fosso. Tutto ciò che pensate è giusto, fate un po’ voi.

“La ruota del tempo gira, la ruota del tempo brama” (cit. Moiraine)

L’ambientazione è fittizia, la narrazione si annoda in un luogo fantastico fatto di foreste piene di insidie, villaggi e città. La classica mappa alla Tolkien. È tratta dai libri di Robert Jordan, ma prima di partire in quarta per leggerli ho controllato quanti sono e… niente, lascerò stare. Va bene Wikipedia.

Cerchiamo di fare luce, per quanto possibile.

In questo strano mondo esiste una leggenda, quella del Drago. Costui, o costei, si reincarna una volta sola a ogni era, e può attingere all’Unico Potere, la potenza che può decretare la vita o la morte di interi popoli. Che fa nello specifico? Non si è capito, però tutti lo cercano disperatamente, poiché se preso per tempo può essere malleato affinché sconfigga il Tenebroso, invece di allearsi con lui finendo per fare una strage. Questo nemico, il cui nome non mi instilla neanche un briciolo di paura, è un misto tra Voldemort e Sauron, per intenderci, ma senza il sex appeal che li contraddistingue – ha un naso che… poveri noi! Fermarlo e scovare il Drago rinato è compito delle Aes Sedai, le donne guerriere capaci di incanalare l’Unico Potere femminile – poiché in tutto sto casino l’Unico Potere si divide in maschio e femmina. Un uomo che incanala la parte maschile senza essere il Drago va fuori di testa e non fa una bella fine. Dicevo, queste sono un gruppo di donne che vivono alla Torre Bianca (se avete letto la Spada della Verità capirete da dove ha tratto ispirazione Goodkind per le Sorelle della Luce); si dividono in diversi ordini, ma, tranne per le Rosse, tutte le altre sono accompagnate da un custode – di solito uomini molto fighi, chissà perché – che instaura con loro un legame profondo che trascende il sesso. E qui possiamo fare finalmente un respiro di sollievo, vedere chi sono i personaggi e cos’è successo in queste otto puntate, almeno quel poco che mi è rimasto in testa.

La storia inizia con Moraine Damodred, una Aes Sedai, accompagnata dal suo custode, al’Lan Mandragoran (che nomi infami da ricordare senza internet), il cui scopo è trovare il Drago Rinato, colui che potrebbe sconfiggere il Tenebroso e riportare verso un’era più fertile la Ruota del Tempo. A questo proposito, per capire il reale significato di questa maledetta Ruota, sarà necessario vedere l’ottavo episodio, altrimenti resterete lì come gufi a fare “uh?”.

Moraine riesce a individuare quattro giovani che potrebbero essere il Drago; costoro vivono nel villaggio di Emond’s Field, ai Fiumi Gemelli, e sono già entrati nel mirino dei Trolloc, esseri simpatici come la peste già visti in Narnia – avranno riciclato i costumi? – che sono al comando del nemico. Moraine si rivela molto utile durante e dopo l’attacco grazie ai suoi poteri; nel primo caso scatena i fulmini, nel secondo esercita la guarigione. Per farla breve, convince i quattro a seguirla verso la Torre Bianca. Immagino vogliate conoscere questi poveri imbecilli… ehm, questi cari ragazzi.

Innanzitutto abbiamo Nynaeve, una sapiente (ossia una guaritrice), che si rivelerà molto utile durante la serie, soprattutto nel proteggere i suoi amici e lo stesso al’Lan. Non è una dei quattro, ma sembra essere l’unica a tenerci e a volerli sani e salvi. Ammetto che mi è piaciuta moltissimo, anche se a quanto ho capito non ha rispettato le aspettative dei fan dei libri.

Veniamo, poi, a Rand al’Thor, un giovane ragazzo dai capelli rossi molto testardo e valoroso. Una noia, almeno per me. È fidanzato con Egwene, che però vorrebbe essere una Aes Sedai, sicché continuerà a rifiutare le sue profferte amorose. È un bel personaggio, ma non mi ha particolarmente convinta.

Mat Cauthon, un giovane con grossi problemi di moralità, oserei dire, è un uomo che volentieri avrei sotterrato per quanto sia inutile e dannoso agli altri.

 

Detto ciò, arriviamo al mio preferito, che all’inizio ho pensato essere il Drago, invece no. Perrin Aybara, gentile, bello un po’ orsacchiotto. Durante l’attacco dei Trolloc ha ucciso involontariamente la moglie e questo scava in lui un forte senso di colpa, ma non si tira mai indietro quando si tratta di proteggere i suoi amici; sarà molto utile a sconfiggere i Figli della Luce, o Manti Bianchi, un ordine religioso di fanatici che pensano che uccidere delle povere Aes Sedai serva a sconfiggere il Tenebroso. Pazzi fanatici, appunto. Non ho capito come sia possibile, ma Perrin ha sviluppato un potere che lo rende capace di domare i lupi e piegarli al proprio comando, cosa che si rivelerà utile e anche interessante.

La stagione si destra tra i nostri protagonisti, trame e luoghi impronunciabili. Nel secondo episodio, scappando dai Trolloc, si rifugiano a Shadar Logoth – Tolkien perdonali! – un luogo infestato dalle ombre, dal male o dai fantasmi; insomma, una città con una nomea tremenda, senza vita, in cui nessuno sano di mente si fermerebbe. Ovviamente, al’Lan non ci bada e finiscono lì con Moraine ferita e quattro incoscienti; tra questi vi è Mat che combina un macello, risvegliando ombre che non era il caso di svegliare e rubando un pugnale che lo porterà lentamente alla pazzia. Tutto ciò causerà la divisione dei ragazzi.

Moraine e al’Lan saranno aiutati da Nynaeve e troveranno, in seguito, altre Aes Sedai; nel frattempo Rand si ritrova con Mat e Perrin con Egwene. Questi ultimi verranno aiutati da dei girovaghi, i Calderai, che seguono una vita semplice all’insegna della pace, senza far ricorso alla violenza. In effetti è il miglior gruppo incontrato fin’ora. Prima di arrivare alla Torre Bianca saranno catturati dai Manti Bianchi, dove Egwene riuscirà ad attingere alla Fonte e a manifestare i primi poteri di una Aes Sedai, mentre Perrin farà sbranare tutti dai lupi. Ne ho goduto tantissimo!

Mat e Rand, invece, finiscono in una locanda, dove incontreranno un menestrello misterioso e una locandiera fuori di testa, che cercherà di ucciderli per favorire il Tenebroso. Il menestrello li aiuterà, ma metterà in guardia Rand su Mat, che comincia a manifestare segni di pazzia.

Moraine verrà guarita dalle sue consorelle, intente a trasportare un tizio che dice di essere il Drago Rinato. Si rivela essere un poveretto con manie di grandezza, completamente impazzito a causa del potere.

 

Senza continuare la lista della spesa, vi avviso che tutti si ritrovano alla Torre Bianca e qui ne scopriamo di cotte e di crude. Si sa, un palazzo gestito da donne non è un luogo rose e fiori. Facciamo la conoscenza di altri custodi e di altre Aes Sedai, alcune simpatiche, altre molto meno. Al centro di interesse ci sarà Nyneve, una delle incanalatrici più forti del suo tempo, che verrà invitata a unirsi all’ordine. Lei, in verità, ha altre mire, come riportare a casa i suoi amici e, magari, portarsi dietro il custode di Moraine. Ma questo non è l’unico amore impossibile, ce n’è un altro tra la nostra cara guerriera e il Seggio di Amyrlin, tale Siuan. Questo non me lo aspettavo, eppure non è stata una sorpresa sgradita.

Tra un gioco di potere e l’altro, giunge il tempo di dover utilizzare delle vie nascoste per arrivare a Fal Dara, dove verrà svelata l’identità del Drago. O meglio, qui ne succedono di tutti i colori: veniamo a conoscenza del forte legame dei nostri ragazzi, l’identità del Drago Rinato, il passato di al’Lan… Vi basta?

A mio parere, chi sia in realtà il Drago è lampante fin dal primo episodio, non ci voleva un gran genio. Resta il fatto che la serie è veramente difficile da seguire. I personaggi sono interessanti, ma poco approfonditi e, come sempre, è necessaria una seconda stagione per capirvi qualcosa.

Nel mio piccolo ho apprezzato moltissimo il legame che unisce i giovani e, ammetto, mi intrippa conoscere meglio ciò che lega una Aes Sedai al suo custode. Sono rimasta basita, tuttavia, nel vedere l’incontro tra il Drago e il bel Tenebroso. Mi aspettavo qualcuno di sexy, tipo l’Oscuro di Tenebre e Ossa, o magari spaventoso come Sauron; invece mi sono ritrovata un tizio con il naso lungo e lo stesso sex appeal di Geppetto. Va beh…

Spero di avervi incuriosito, anche se per me la serie non merita un voto molto alto. Nel minestrone che hanno creato manca l’amore o, almeno, la magia vera e propria; ho trovato per lo più un’accozzaglia di elementi confusionari.

 

 

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