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Recensione Serie Tv – Dion – Serie completa

 

Ben trovate, Fenici!

Oggi vi parlo di Dion, serie originale Netflix tratta dall’omonimo fumetto ideato da Dennis Liu. A febbraio è uscita sulla piattaforma la seconda stagione, così cercherò di fare un maxi sunto della prima (per chi non la ricordasse).

Un gruppo di persone giunte da ogni dove si reca in Islanda per vedere l’aurora boreale. Quell’anno in particolare, pare sarà diversa dal solito. Mark, il padre del protagonista, e Pat, il migliore amico, sono scienziati che si occupano proprio di questi fenomeni. Ma non tutto va come dovrebbe e accade qualcosa di non ben definito, che cambierà per sempre le vite degli ignari spettatori.. Una volta a casa, ognuno a suo modo, tutti quelli che si erano recati in Islanda iniziano a manifestare poteri sovrannaturali.

Sfortunatamente Mark muore in circostanze misteriose, lasciando la moglie, Nicole, e il figlio, Dion, a cavarsela a soli. Meno male che con loro c’è Pat!!! Se… meno male… il padrino si rivela essere “l’uomo deforme”, un’entità fatta di fulmini e tempesta che vuole impadronirsi dei poteri del piccolo. Ah, già, dimenticavo. A soli otto anni Dion inizia a sviluppare le sue prime abilità che, a quanto pare, sono le più forti mai esistite. Tra battaglie epiche e colpi di scena, l’uomo deforme viene sconfitto… o così credono tutti. Nel finale di stagione si vede quest’essere che, dopo ave lasciato il corpo di Pat, si impossessa di un bambino, anch’egli speciale.

Ed eccoci, finalmente, alla nuova stagione, ambientata due anni dopo lo scontro finale. Il suddetto bambino, Brayden, è alla ricerca di Dion per sconfiggerlo una volta per tutte. Quest’ultimo, dal canto suo, è alle prese con gli allenamenti alla Biona (società che si occupa del benessere ambientale e, ora, di allenare la seconda generazione di ragazzi con poteri), la scuola e l’attività “segreta” di supereroe. In quest’ultima mansione in particolare, è aiutato da Esperanza e Jonathan che, insieme, formano il “triangolo della giustizia”.

Nicole, invece, è sempre più angosciata e paranoica: ha persino iniziato a praticare boxe e ad allenarsi tutti i giorni. È lei che deve proteggere il figlio, non deve più essere il contrario.

Per fortuna nella loro vita entra Tevin, ex atleta sexy, anche lui con i poteri; si occuperà dell’addestramento di Dion e della sua sicurezza. Si affeziona moltissimo al bambino e nutrirà sentimenti profondi per la madre.

Insomma, sembra che vada tutto per il meglio, salvo Brayden ovviamente. Peccato che faccia il suo ritorno anche Pat, creduto morto, che vuole a tutti i costi aiutare la famigliola felice. Ha notizie infauste: l’uomo deforme è tornato, anche se non sa in quale corpo sia. Manco a dirlo, nessuno più si fida di lui, così verrà rinchiuso nella cella 5, sotto stretta sorveglianza.

Nel frattempo, però, scoppia una strana “epidemia”: persone comuni vengono infettate da una spora generata da una pianta, che si trova nella fossa creata nella battaglia della precedente stagione. Sembra quasi uno scioglilingua! Sta di fatto che il cattivo sta cercando di formare un suo personale esercito, con questi uomini-pianta che attaccano Nicole e Dion. Anche la madre del bambino viene infettata, ma grazie alla sorella Kat e allo stesso Pat, riescono a trovare un palliativo per ritardare la trasformazione.

Per non portarvela troppo alle lunghe: Dion prova a fare amicizia con Brayden (e per fortuna alla fine lo salva), la madre sta per morire, hanno l’illuminazione e iniettano il siero-cura nelle radici che producono le spore, i buoni vincono e vissero tutti felici e contenti. Seeee, vi piacerebbe. Taglio finale di scena: quel figlio di buona donna dell’uomo deforme torna nel corpo di un Pat incazzatissimo (dopo aver creato il siero è stato rinchiuso di nuovo… sfido chiunque a non provare rancore).

Abbiamo anche una post-credit scene (fin’ora esclusiva della Marvel), in cui vediamo un malvagio Pat con un esercito, pronto ad attaccare la città; ma, per sua sfortuna, giunge un ormai adulto Dion a frapporsi tra lui e i poveri innocenti.

Ci sarà una terza stagione? Non si sa, Netflix non si è ancora espressa a riguardo, ma devo ammettere che se da un lato ha lasciato col fiato sospeso, la scena dei titoli di coda regala una conclusione più “accettabile”, che non ha necessariamente bisogno di un sequel.

È stata una serie molto carina, senza troppe pretese, ideata per un pubblico molto vasto, a cominciare proprio dai più piccoli. Dà messaggi di inclusività, basti pensare alla disabilità di Esperanza e come questa risulti irrilevante agli occhi di Dion che, al contrario, ritiene l’amica indispensabile al triangolo della giustizia.

Inoltre, ha una dolcezza di fondo che la rende molto piacevole e godibile per tutta la famiglia. Certo, non è del calibro di serie supereroistiche come quelle Marvel e Dc, ma va anche considerata la differenza di target e lo scopo, ben diverso dal tipico intrattenimento voluto dalle grandi case sopra citate.

Insomma, una serie consigliata a tutti!

Alla prossima, Fenici!

 

 

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