Recensione: L’ereditiera prende marito di Lisa Berne

Katherine Brooke potrebbe essere un’ereditiera favolosamente ricca e felice, ma è intrappolata nello spietato gioco dei genitori che vogliono che lei si sposi con un membro della nobiltà. E così, quando il capitano Hugo Penhallow, affascinante e bello come un dio greco, entra nella sua vita, la giovane intravede in lui l’occasione per essere finalmente libera.

Penhallow è infatti uno dei nomi più in vista del Paese, ma la famiglia sta ancora affrontando la rovina in cui è caduta. Katherine gli propone quindi di sposarsi con un audace accordo dal fine puramente pratico: il nome di lui in cambio dei soldi di lei. Dopo otto anni passati in America, come ufficiale dell’esercito, e determinato a dare una vita migliore ai suoi fratelli minori, Hugo accetta. Perché no? In fondo, non si è mai innamorato.

Eppure nessuno dei due immagina che questo matrimonio diventerà molto più di quanto abbiano mai sognato…

Care Fenici, eccoci qui con un’altra opera regency, che riserva davvero molte sorprese.

In questo romanzo si affronta la vita di Hugo Penhallow, un altro membro della famiglia che ci era stata presentata precedentemente negli scorsi due volumi.

Il nostro protagonista, tuttavia, è un uomo che è stato in guerra,  ha visto molte volte la morte in faccia e rappresenta una via d’uscita per la protagonista femminile, Katherine, che vede in lui non soltanto un biglietto di sola andata per la libertà, ma anche qualcosa di più.

Tra i due non nasce immediatamente una rosea relazione, difatti Katherine è costantemente oppressa dai suoi genitori, smaniosi di fare di lei una figlia perfetta e di cui potersi vantare, insomma alla loro altezza, mentre Hugo è intento a cercare di trovare un modo per non far andare in bancarotta la propria famiglia, che sta calando a picco.

Cosa potrà mai unire in matrimonio due persone tanto diverse? Ovviamente, la convenienza.

I soldi di lei riusciranno a risollevare i Penhallow mentre lei soddisferà i genitori sposando un uomo di nobile lignaggio: sembra tutto perfetto, tranne per il fatto che Katherine è fermamente convinta che nessuno sia in grado di amarla e Hugo non si sente fatto per l’amore.

I matrimoni di convenienza non ci sono nuovi, tuttavia devo ammettere che questo è stato creato con maestria, data la penna delicata dell’autrice.

I due protagonisti si conoscevano fin da bambini e questo è un dettaglio fondamentale poiché riesce a farci comprendere i caratteri diametralmente opposti dei due, da cosa sono scaturiti e soprattutto da ciò che hanno dovuto affrontare; a partire dalla chiusura in “collegio” di Katherine che l’ha segnata profondamente, soprattutto dopo la traumatica esperienza con il suo insegnante, fonte dei suoi traumi successivi.

Lei, a mio parere, è il personaggio che riceve più benefici da questa unione: vediamo come fin da bambina le sia mancato l’affetto di una famiglia e ritrovarsi catapultata in quella di Hugo, così affabile e numerosa, le ha fatto scoprire di essere degna di essere amata e accolta così com’è; infatti appaiono, seppur brevemente, anche i personaggi degli scorsi romanzi, tutti i Penhallow al completo.

Vivendo insieme i due riscoprono se stessi, la loro capacità di amare e di essere amati, e cosa più importante, che mi ha fatta ridere di gioia e liberazione, i genitori di Katherine vengono estromessi  una volta per tutte e non potranno più esserle di ostacolo.

Lisa Berne è riuscita a creare un piccolo gioiellino, poiché in maniera semplice è riuscita a illustrare sentimenti così forti e contrastanti, la calma di Hugo è stata fondamentale perché lui rappresenta per Katherine la roccia  a cui aggrapparsi, non poteva essere altrimenti.

Consiglio vivamente la lettura, un pomeriggio vola in un attimo mentre si vivono le avventure di questi due personaggi, che sono divertenti e focosi quanto basta.