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Recensione: Potete baciare la sposa – SERIE: Penhallow Vol.1 di Lisa Berne

 

Titolo: Potete baciare la sposa

Autore: Lisa Berne

Serie: Penhallow#1

Genere: Romance storico/ regency

Editore: Sperling & Kupfer

Data di uscita: 29 Marzo 2022

Dopo anni trascorsi in viaggio in qualità di diplomatico, Gabriel Penhallow si rende conto che è giunta l’ora di assolvere al suo compito dinastico: trovare una moglie e generare un paio di eredi che si rincorrano nelle stanze di Surmont Hall, la sua tenuta di famiglia. Cecily Orr è la candidata perfetta al ruolo di consorte: figlia di una viscontessa, di bell’aspetto e beneducata, ha tutte le carte in regole per diventare la futura signora Penhallow.

Tuttavia, poco prima di fare la proposta a Cecily, Gabriel si imbatte in Livia Stuart, un’orfana di mezzi modesti, incantevole e dalla lingua tagliente, e ne rimane completamente affascinato. Livia è diversa dalle ragazze che ha incontrato finora, non lo adula, gli sfugge, lo sfida, eppure lo attrae come nessun’altra. Dopo l’ennesimo battibecco, Gabriel cede alla passione e la bacia, ma i due vengono colti sul fatto. Per salvaguardare l’onore e la reputazione di entrambi, e certi di non essere innamorati l’uno dell’altra, Gabriel e Livia si accordano per un’unione di facciata. Però, man mano che il grande giorno si avvicina, i sentimenti irrompono nel fidanzamento e scombinano tutti i piani. E se il loro, alla fine, non fosse più un matrimonio di convenienza?

Potete baciare la sposa è il primo romanzo della serie Penhallow: una saga famigliare imperdibile per le fan del Regency, l’avvincente epopea di una dinastia che, volume dopo volume, trova l’amore e il suo lieto fine.

Oh, quei Penhallow, con il loro Et honorem, et gloriam! Non li avrebbe mai capiti.”

(Tratto dal libro)

 Gabriel Penhallow è uno dei migliori partiti della piazza, erede danaroso di una grande casata inglese, uomo colto e raffinato, di buone maniere e attento alle regole del Ton.

Tornato in patria dopo un lungo periodo passato all’estero in qualità di diplomatico, e convinto che sia giunto il momento di pensare a generare un erede per la rinomata dinastia. Nessun problema per la cara Mrs Penhallow, nonna di Gabriel, unica parente in vita e arzilla nobildonna che prende in mano la situazione con determinazione combinando il matrimonio con la ragazza giusta.

Miss Cecily Orr è la candidata perfetta e l’incontro organizzato alla perfezione è solo una formalità per celebrare il fidanzamento. Ma qualcosa va storto e nel bel mezzo del ballo, Gabriel si imbatte nella bella ninfa dei boschi intravista qualche giorno prima durante una cavalcata nei boschi circostanti la tenuta.

L’impasse di farsi trovare avvinghiato, intento a baciare Miss Livia Stuart in una stanza appartata, lo fanno capitolare in un cambiamento di programma per evitare lo scandalo.

Apriti cielo!

Immaginate lo shock di Miss Cecil obbligata a rinunciare al fidanzamento e ai suoi sogni di ascesa al successo, e di Mrs Penhallow che ora dovrà istruire alle buone maniere quell’orfanella senza né arte né parte, priva di soldi e soprattutto di un’educazione appropriata

Quale cambiamento per Livia che, giunta dall’India a Ealdor Abey (un’antica e fatiscente dimora nel Wiltshire in Inghilterra), da quando ha quattro anni è sotto l’affidamento di una zia sonnolente e sempre indisposta, e a uno zio brontolone e avaro, che in quel matrimonio riparatore vede la possibilità di disfarsi della nipote considerata una seccatura.

Livia si trova quindi, da un giorno all’altro imbarcata in una nuova avventura, impacchetta e spedita a Bath, dove Mrs Penhallow l’attende determinata a trasformarla nella gentildonna che avrà l’onore di sposare suo nipote.

Un estenuante elenco di cose da imparare, lo sproloquiare perenne dell’anziana che, con la tenacia di un sergente non da tregua alla poveretta, sono il fulcro della narrazione. Ed è per questo motivo che scelgo di nominarla come la vera protagonista del libro. Tutto sommato un personaggio interessante e significativo, un esempio di vita, una forza della natura, una presenza importante per l’evoluzione che farà la ragazza priva di qualsiasi istruzione e introduzione alle buone maniere.

Purtroppo però, il troppo stroppia e annoia: la storia è troppo prolissa e incentrata su tutto tranne che sulla conoscenza dei futuri sposi. Mancano i dialoghi fra i due protagonisti, manca la seduzione, non c’è un approfondimento caratteriale e introspettivo. Gabriel è sempre un passo indietro a tutto, sembra uscire dal nulla, sempre spaesato e senza un briciolo di personalità. L’unica certezza è il menefreghismo dell’uomo nei confronti della povera Livia, una mera fattrice di eredi e un obbligo ineluttabile per il tempo necessario a generarli.

“Un matrimonio fittizio, una vita fittizia. Tutta una messinscena, senza sostanza. Sarebbe stata come un’attrice sul palco, avrebbe recitato le sue battute e seguito un copione. E ben presto sarebbero arrivate le ombre, il vuoto, e avrebbe cominciato a morire un poco alla volta, finché, prima o poi, di lei non sarebbe rimasto che un involucro vuoto circondato da tante cose sfarzose.

La sua anima, il suo spirito, parvero rabbrividire all’idea.

Non poteva farlo.”

(Tratto dal libro)

 Per fortuna a un certo punto un briciolo di personalità emerge in Livia che riesce a conciliare le buone maniere con un po’ di sana determinazione in questo confusionario e imbarazzante quadretto.

Ho apprezzato i riferimenti storici che compaiono qua e là e i molteplici personaggi secondari che sembrano brillare, ahimè più di quelli principali.

Confido nel secondo volume.

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