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Recensione: “La Liberazione di Kage – Serie Kage #2” di Maris Black

Care Fenici oggi Andrea vi parla del libro “La Liberazione di Kage – Serie Kage #2” di Maris Black

Mi chiamo Jamie Atwood e sono un idiota. Contrariamente a ogni aspettativa, ho attirato l’attenzione di Michael Kage, il lottatore di MMA più bello sulla faccia della terra. Dire che mi ha sconvolto la vita sarebbe un eufemismo. Mi ha trasformato completamente, rendendomi dipendente da lui e facendomi innamorare. E il sesso? Mettiamola in questo modo: non ero mai stato con un ragazzo prima di incontrare Kage, ma sarei più che felice di passare il resto della mia vita in ginocchio per lui. È la mia ossessione e la mia droga. Ma ho fatto una stupidaggine, e ora ne sto pagando le conseguenze. Non so se rivedrò mai più Kage.

Essere Michael Kage non è mai stato facile. Troppi demoni, troppa rabbia e nulla per cui valesse la pena vivere. E poi ho incontrato Jamie Atwood. Possiede un’innocenza che smuove qualcosa di molto profondo dentro di me – in un luogo che non è mai stato toccato da nessuno. È bellissimo, intelligente e coraggioso, e non è mai stato avvelenato dall’oscurità che ha dominato la mia vita. L’ho desiderato dal primo momento che ho posato gli occhi su di lui. È da egoisti, lo so. Perché non puoi portare un’anima innocente fra le tenebre senza aspettarti che non venga contaminata.

Oggi torniamo da Jamie e Kage, che nel volume precedente si erano lasciati nel peggiore dei modi. La domanda, dopo quel macigno di colpo di scena, sorge spontanea: come potranno mai tornare a stare insieme? Potranno le azioni di Kage e l’affronto di Jamie essere dimenticati?

Dopo essersi sfogato su Jamie, Kage decide di ignorare i suoi sentimenti e di concentrarsi sulla sua carriera, preparandosi con il suo allenatore e i suoi amici, in vista di un torneo che avrebbe potuto segnare una svolta nella sua carriera. Jamie, lasciato da solo ad affrontare la malattia della madre, non se ne sta con le mani in mano, per quanto abbattuto. Conscio dei suoi sbagli, decide di tornare all’hotel dove alloggiava come tirocinante, nel caso avesse ancora un lavoro.

Quando scopre che forse aveva davvero rovinato le cose, e che il suo Kage non era più così suo, Jamie decide a sua volta di provare a voltare pagina grazie all’aiuto dell’amico Steve. A causa del suo tentativo maldestro di addentrarsi in un mondo nuovo che non gli appartiene, finisce col mettersi nei guai.

Solo Kage può salvarlo. E solo Jamie può salvare quel che resta del cuore e dell’umanità di Kage. Riusciranno i due a riconciliarsi dopo quanto accaduto a casa di Jamie?

Questa volta vi parlerò poco della trama, perché se andassi oltre, dovrei svelare le risposte a molte domande lasciate in sospeso nel libro precedente, e questo comporterebbe degli spoiler. E sì, il secondo volume risponde appieno a tutto ciò che era stato lasciato in sospeso, e anche di più, ma non lo fa senza farci sudare.

Lo ammetto: ho un rapporto di amore e odio con questa serie. Da un lato, con questo secondo volume, ha consolidato la mia idea che Maris Black sa quello che fa, e lo fa bene. Con due soli titoli è diventata una di quelle autrici di cui comprerei i libri sulla fiducia. Non solo mi sono ritrovata a evidenziare gran parte del libro, ma mi sono anche messa ad annotare commenti… e qualche insulto per Kage! Insomma, questa serie ti entra dentro, ti fa sentire tanto e ti costringe a girare pagina dopo pagina fino alla fine.

La prima parte del libro è costruita grosso modo sulle conseguenze delle azioni di Kage nelle ultime pagine del volume precedente, e introduce una nuova dinamica nella relazione dei due protagonisti. La seconda parte, invece, mette l’acceleratore, ed è quella che risponde alle domande che il lettore si pone su Kage, sul suo passato e sulla sua famiglia, anche se non completamente. Ma anche dove non ci sono risposte, ci sono indizi. Il finale di questo secondo volume, meno violento ma forse più sorprendente, lascia spazio non solo a sorprese ma anche a speculazioni.

La prosa serve bene il tipo di storia e non è mai singhiozzante, ma sono più che altro gli espedienti narrativi a essere usati in maniera eccellente. Il ritmo narrativo cresce gradualmente, e le accelerazioni sono causate da situazioni che vengono piantate in maniera insospettabile e che poi scoppiano in faccia a noi e ai personaggi come delle mine; sono anche molto usati gli equivoci. In particolare ho letto tutto d’un fiato la seconda parte del libro. È lì che l’autrice tira un pugno nello stomaco al lettore, disorientandolo, facendo sembrare imprevedibile uno sviluppo prevedibile, facendoti correre perché, oddio, le cose non possono stare davvero così! È proprio lì che sono annotati i miei insulti verso Kage, e ne avrete in abbondanza anche voi, ma non fermatevi: alla fine sarete premiati.

La relazione dei due protagonisti prosegue per nuove ma familiari vie. Non posso dire di più, ma viene rinforzato il tema del bisogno. Il bisogno di Kage, impellente, brusco, che Jamie non sente solo su ogni centimetro del proprio corpo, ma anche su ogni centimetro della sua anima. Jamie si vuole donare completamente al lottatore, e capisce di non poter fare a meno di lui. Accetta ancora di più questa realtà, così come la realtà di non essere eterosessuale: è il Jamie post-Kage, come viene definito dal lottatore. Corrotto, eppure così innocente, così assuefatto dalla carne e dai sentimenti capaci di far cedere il terreno sotto i suoi piedi. Kage continua ad avere i suoi scheletri nell’armadio, un’oscurità in fondo al suo cuore, e cerca di fare del suo meglio per proteggere Jamie da essa, anche a costo di fargli talvolta del male. La sua carriera ha preso il volo, ma bisogna fare attenzione a ciò che si desidera, perché le cose diventano sempre più complicate quando ci avviciniamo ai nostri desideri. La lussuria e il bisogno, però, sono solo apparentemente i temi dominanti. Sono solo gli strumenti che porteranno i due, confido, ad aprire completamente i loro cuori.

Con tutto questo entusiasmo, perché ho parlato di amore e odio? La ragione risiede forse nel fatto che questo è un dark romance travestito da sports romance. Dopo la scena finale nel precedente volume, non mi sarei certo aspettata rose e fiori, anzi! Tuttavia, l’abuso romanticizzato qui, per me, è veramente troppo. I rapporti sessuali sono tutti teoricamente consenzienti, ma Jamie stesso, a un certo punto, dice di non fidarsi di Kage, e questo dopo aver affermato il contrario durante i rapporti. Queste incoerenze, insieme ad altre scene davvero poco credibili, mi hanno portato a vedere Jamie come una donzella in pericolo. Come una donna che è disposta ad accettare certe violenze nel nome dell’amore. Ma non solo: c’è una chiara disparità tra Kage e Jamie. È un rapporto verticale. E ripeto, me lo sarei aspettata, ma non fino a tal punto. Mentre io vedo Jamie come una donzella in pericolo, il lottatore lo vede, citando le sue parole, come un cagnolino bisognoso. Jamie stesso arriverà ad apostrofarsi come una puttana, e non solo di tipo sessuale. Questo mi ha spinta a dare un voto più basso di quanto avrei voluto.

La Liberazione di Kage è un seguito che non delude ed è forse più coinvolgente del primo, ma rincara la dose sui temi più pesanti della serie. Chi ha gradito il primo volume amerà senza dubbio il secondo. Al contrario, chi non ha amato Kage e chi non gradisce le relazioni dalle sfumature dark difficilmente cambieranno idea. Questa è la liberazione di Kage; la sua redenzione deve ancora arrivare.

#1  Kage

#2 La Liberazione di Kage

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