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Recensione “La Fiamma del desiderio” di Jeaniene Frost (serie Night Prince #1)

Dopo il tragico incidente che ha segnato il suo corpo e distrutto i suoi sogni, Leila ha scoperto di poter conoscere i segreti più neri e profondi di una persona semplicemente toccandola. Più che un dono è una maledizione, che la condanna a una vita di solitudine. Fino a quando le creature della notte non la rapiscono per far cadere in trappola il vampiro più temuto di tutti, Vlad Tepesh. Vlad ha ispirato la leggenda di Dracula, anche se è saggio non ricordarglielo: ha un conto in sospeso con il romanzo di Stoker e con tutte quelle che chiama ‘ridicole caricature’ sul suo conto.
Leila non tarda a capirlo: Vlad si può definire solo come il vampiro più bello, arrogante e feroce che esista. Il più raro dei suoi poteri è quello con cui controlla il fuoco, ma ben altre sono le fiamme che stanno per consumarlo…
Il primo romanzo della nuova serie di Jeaniene Frost, Night Prince, in cui mescola con maestria azione, sentimento, passione e un tocco d’ironia.

La fiamma del desiderio è il primo volume della trilogia, paranormal romance, Night Prince series, spin-off della nota Night Huntress series. Devo premettere che sono una grande fan di Cat e Bones e che ho apprezzato tantissimo i primi libri della serie Night Huntress. Anche se i romanzi successivi, e lo spin-off su Mencheres, non ne erano affatto all‘altezza, ho iniziato a leggere questo romanzo con grandi aspettative, e devo dire che per gran parte non sono stata delusa.

La trama è interessante, la tensione romantica alle stelle, la curiosità rimane viva per tutto il tempo e, per farla breve, sono rimasta attaccata alle pagine finché non ho letto la parola: fine.

La storia è semplice ma efficace: un vampiro secolare sta cercando di farne fuori un altro e Leila si ritrova coinvolta in questa battaglia finendo, suo malgrado, a schierarsi con Vlad Tepesh, il vampiro che ha dato vita al mito di Dracula.

Leila è una di quelle protagoniste toste e indipendenti, abituate a cavarsela da sole e a lottare contro qualunque avversità, senza piagnucolare o invocare l’aiuto di un eroe. E sebbene non abbia la stessa audacia e ironia di Cat, non me l’ha fatta certo rimpiangere.

Tuttavia, devo dire che ho storto un po‘ il naso di fronte al dono/potere/problema esistenziale che la Frost le ha affibbiato.

Da ragazzina Leila è stata colpita da un cavo elettrico, che l’ha ridotta in fin di vita e ha ucciso sua madre, accorsa per aiutarla. Da quel giorno, oltre a una brutta cicatrice, e pesanti sensi di colpa, si porta dietro capacità sovrannaturali con cui ha faticosamente imparato a convivere.

Leila si è trasformata in un cavo scoperto ad alto voltaggio ambulante e da‘ la scossa a chiunque entri in contatto con lei, anche solo accidentalmente.

Ma non solo.

Quando tocca qualcuno è in grado di leggergli dentro i suoi peccati più oscuri.

Ma non solo.

Attraverso il contatto è anche in grado di cogliere l’essenza e stabilire un legame che le permette di raggiungere a distanza chiunque abbia toccato: scopre dove si trova tramite una specie di connessione mentale.

Ma non solo.

Con un po‘ di pratica, Leila impara a controllare la sua energia elettrica e a usarla come una frusta ammazza vampiri.

Insomma, non è un po‘ troppo, considerando che è stata semplicemente quasi-fulminata da un cavo elettrico? D’accordo, si tratta di un fantasy, ma questo non vuol dire che si debba accettare qualsiasi cosa senza nemmeno uno straccio di spiegazione plausibile.

La mia impressione è che, se proprio voleva rendere la protagonista una preziosa pedina nel bel mezzo di una guerra fra vampiri, la Frost poteva lasciar stare il servizio elettrico nazionale e ricamarci un po‘ più su.

Niente da dire su Vlad, invece. Bellissima, affascinante, spietata versione di Dracula, capace di far innamorare pure una ragazza dal cuore indurito come Leila. Adorabile anche quando le assicura di non essere più in grado di provare amore. Forse un po‘ troppo adorabile, visto che dovrebbe trattarsi di Vlad l’impalatore, una leggenda del terrore. Ma in fondo nessuno è perfetto.

Ho invece molto apprezzato il modo in cui l’autrice ha contestualizzato il protagonista, che essendo un personaggio già noto, non poteva essere inventato di sana pianta. E ho gradito molto anche gli accenni ai vari riferimenti storici del suo presunto passato.

In generale si tratta di un romanzo assolutamente consigliato, ben scritto, emozionante, romantico e avventuroso quanto basta.

Recensione a cura di

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Voto di Barbara Schaer 4

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