Recensione libri

Recensione: Joyless di Nyla K.

Alabaster Penitentiary Vol. 2

Titolo: Joyless

Serie: Alabaster Penitentiary

Autore: Nyla K.

Genere: Romanzo Erotico- m/m -Dark romance

Editore: Virgibooks

Data di pubblicazione: 23 Marzo 2024

Età di lettura consigliata: +18

La serie è composta da:

  • Distorted QUI
  • Joyless
  • Brainwashed

Gli agenti penitenziari hanno una cattiva reputazione. Ma, nel nostro caso, è pienamente giustificata.

Non siamo brave persone… Siamo cani da guardia. Deviati come i detenuti su cui vigiliamo, per gentile concessione del mostro che ci ha creati.

Prigionieri a nostra volta su un’isola di manipolazione, abbiamo passato anni ad annegare nei vizi di una monotona routine. Se queste mura potessero parlare, ve lo dico io… urlerebbero.

Mi chiamano Velle, ma per voi sono l’Ufficiale Chevelle. Ho le mani più sporche della mia mente, e non mi faccio scrupoli a essere spietato per tenere in riga queste creature.

E non sono il solo.

Joy Jameson è la mia complice e la mia ex. Insieme governiamo l’isola di Alabaster come Bonnie e Clyde, solo in modo più bello e decisamente più pericoloso. Siamo noi due contro questo mondo malvagio e remoto.

Fino a quando non si presenta lui…

Anche se abbiamo bisogno di lui, il nuovo arrivato si sta dimostrando un problema. Mi ha letteralmente stravolto, usando i miei desideri reconditi per indurmi in tentazione.

Rook… con i suoi occhi verdi e il suo sorriso da ragazzo di campagna…

Non ha il diritto di attirarmi in qualcosa che finirà per fare del male a tutti.

Che sia ben chiaro, io sono progettato per negarmi i piaceri e incarnare il mio ruolo. Ma da quando è arrivato lui, sto facendo una gran fatica per rimanere integro.

La maschera sta scivolando, il controllo che non posso permettermi di perdere sta vacillando, mentre diamo il benvenuto all’ultimo psicopatico entrato nella nostra schiera.

Speriamo solo, per il bene di tutti noi, che il Detenuto 101 non faccia nulla di stupido.

 

 

Le vicende di questo secondo volume scorrono in modo parallelo a quelle del primo ma, a differenza di quanto immaginavo, si sono sfiorate appena solo in qualche piccolo punto di svolta, senza approfondire la storia già vista di Dash e Kemper (rassegniamoci: era tutto vero!). Seguono infatti la vita delle guardie principalmente al di fuori delle celle, nella villa che fa da dormitorio, in cui si respira una sorta di atmosfera da confraternita. I turni di lavoro si avvicendano a divertimento, sesso, droghe dai quali è impossibile isolarsi: i secondini si muovono come un branco, il cui alfa è Velle, il braccio destro del Direttore.
A capo del plotone di guarda al penitenziario c’è un uomo tatuato e pieno di piercing che vedremmo benissimo in un MotorClub. È poliamoroso ed è il trascinatore delle orge che si scatenano nelle serate alla villa. Questa è la sua facciata, ma… in cuor suo sogna di essere preso da un uomo forte e virile. Un lato debole che il suo ruolo non gli permette di ammettere e che finisce per lacerarlo, specie quando crede di aver trovato colui che potrebbe fare al caso suo.
Velle ha una tale immagine da maschio alfa che sembra incredibile che qualcuno riesca a impedirgli di essere se stesso; eppure, più approfondiamo la sua conflittualità interiore e il suo lato vulnerabile, più notiamo quanto la maschera che è costretto a tenere addosso sia opprimente.

Rook è l’ultimo arrivato e il suo sguardo da novellino ci permette di acquisire informazioni sul penitenziario, come per esempio il fatto che nessuna guardia sia libera di andarsene. Rook ha l’aria genuina di un cowboy: sorridente, leale e con l’ingenuità di un poliziotto di campagna; crede nella missione di aiutare gli altri, anche se, nell’intimità, riesce a essere sporco, dominante, perverso e aperto di mente quanto basta per dare a Velle ciò di cui ha bisogno. A causa delle poche relazioni alle spalle, non sapeva di essere bisessuale, e affrontiamo insieme a lui il grande tema della scoperta e dell’accettazione del proprio orientamento (tema, tra l’altro, già ottimamente esplorato anche nel primo libro). L’autrice dedica il giusto tempo e spessore introspettivo a questo momento di percorso, che va dall’incredulità allo stato di eccitazione nel percepire le ondate di ferormoni che scaturiscono da Velle.

Mi piace. Adoro la possessività nei suoi gesti. Amo quanto sia sporco e depravato. Adoro il fatto che tenga segreta anche questa parte di sé. Siamo più o meno uguali lui e io. Da fuori è un cowboy dolce, dai capelli dorati e dalle fossette profonde come canyon, ma a porte chiuse è una bestia perversa. La mia perversione è ostentata all’esterno, invece. Sono uno stronzo dominante pieno di tatuaggi e piercing… Questo è ciò che tutti gli altri vedono. Ma quello che tengo nascosto, che posso condividere solo con persone di cui mi fido ciecamente, è il mio bisogno di questo. Di essere ammanettato da qualcuno come me.

Infine abbiamo Joy, l’unica donna tra le guardie, dal carattere tosto e impavido di una figlia di mafia esperta nelle arti marziali. Conosce Velle intimamente da più di dieci anni. Dopo il tentativo fallito di una relazione, hanno deciso che i sentimenti non fossero una buona idea ed è rimasta un’amica di letto e una confidente, capace di dargli sostegno, amicizia e tenerezza quando necessario. Si accontenta di sesso occasionale e di dare sfogo al suo kink voyeuristico durante le feste dissolute.
Tra lei e Velle le cose non hanno funzionato, ma con l’arrivo di Rook, del quale sono entrambi magneticamente attratti, gli equilibri cambiano di nuovo, e la triade diventa una possibilità che mostra gli incastri perfetti di un puzzle risolto. Laddove Rook rappresenta l’elemento forte ed eroticamente stimolante, Joy fornisce quel tanto di stabilità, calore, intimità confortevole e ascolto di cui il rapporto esplosivo tra i due uomini ha bisogno.

Salta giù dal letto e praticamente corre verso di noi. Ma Velle alza la mano per fermarlo. “Rook… ti prego. Non toccarmi. Se mi tocchi adesso, avrò un crollo.” Il suo tono trabocca di angoscia, di quella vulnerabilità e di quel tormento che tiene ben sigillati dentro di sé. Rook si immobilizza a meno di un metro da noi, con il petto ampio che si gonfia a ogni respiro. Non appare meno devastato, perplesso e ferito di Velle, ma sembra anche sollevato che il suo uomo sia qui e tutto intero. Aggrotta la fronte e domanda: “Perché lei può toccarti?” Velle ammette: “Perché lei mi tiene in piedi… ma tu mi fai cadere.”

La trama romance ci porta allo sviluppo a cottura lenta di un ménage grondante emozioni: ho adorato come l’autrice abbia dato spazio e tempo ai protagonisti per accettare e dare sfogo non solo all’attrazione viscerale che sembra scaturire a ondate tra loro, ma anche ai propri sentimenti e alla libertà di potersi concedere di fare sesso in base alle proprie preferenze.
Ognuno dei legami nella triade viene esplorato e matura individualmente con caratteristiche proprie, mostrandoci come il collante non sia solo caratterizzato dalla chimica, pur notevole, ma anche dalla capacità di dare all’altro ciò di cui ha più interiormente bisogno. Si riesce a rendere evidente come tre sia semplicemente il numero giusto, perché ognuno dei protagonisti completa pezzi diversi del rapporto.
Analogamente al primo volume della serie, inquadrare il genere di riferimento della storia non è facile. Si tratta di un romanzo che definirei per due terzi un delizioso erotico, e per il resto diviso a metà tra parti introspettive e altre molto graffianti e cupe legate al mistero sulla natura del penitenziario.
La storia si sviluppa inizialmente con grande attenzione alla trama romantica e al superamento della paura per i legami dei protagonisti, per esplodere in una serie di momenti erotici particolarmente coinvolgenti. Deliziose le introspezioni, che si fanno sempre più interessanti man mano che le pagine procedono, arricchendosi anche di ulteriori dettagli sulle vicende passate, rimorsi e desideri.
Le grandi dosi di emozione crescente, poi seguite da ampie dosi di passione e sollievo fisico, si appesantiscono sempre più, nell’evolversi della storia, di un oscuro e brutale senso di oppressione, impotenza, claustrofobia, che concentra la nostra attenzione sui problemi attuali. In particolare, inizia a svelarsi la natura del cappio che il sadico Direttore pone sulle guardie, che proviene da un mix di minacce, intimidazioni, ricatti, e qualcosa di ancora ignoto e che pare infilare le dita nella mente di Velle, rendendolo succube.
Il romanticismo e la passione si tingono sempre più di dark, ponendo in contrapposizione il desiderio di una relazione sana, positiva, luminosa (per quanto fuori dai canoni, essendo poliamorosa), con una sporca e manipolatoria.

“Ti prometto che ogni volta che ti metterai in ginocchio per me, io ti rialzerò sempre. E non ho problemi a inginocchiarmi a mia volta per te. Perché ti amo. Non ti toglierò mai nulla senza darti nulla in cambio.

Il giudizio non raggiunge il massimo perché, per quanto intrigante nel mix di luci e ombre, di rosa e nero, per quanto stuzzicante abbia trovato la scia di briciole lasciate per un intrigo tutto da chiarire, anche in questo secondo volume ho avuto la sensazione di un lieto fine troppo facile. Forse una volta terminata la serie mi ricrederò e scoprirò che in agguato c’erano altri fantasmi e minacce che non sono riuscita a vedere, ma per il momento confermo la sensazione avuta nel primo libro: l’epilogo felice scende come una glassa di succo d’acero coprendo tutte le sfumature dark e lasciando che in noi si formi la medesima domanda… come possono vincere così facilmente i nostri eroi?

  🔥: sporco, passionale, giocoso, bollente in tutte le sue forme e in qualsiasi numero (due o tre); sempre ricco di sentimento
❤️: ménage a cottura lenta grondante emozioni
⚔️: costrizione manipolatoria e abusante, sadismo e torture
Voto

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