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Recensione “Il Giardino d’estate” di Paullina Simons (serie Il cavaliere d’Inverno #3)

 

Si erano incontrati alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale, a Leningrado. Si erano amati fra gli stenti, la desolazione e le bombe di un assedio terribile, con la speranza di poter vivere un giorno altrove, in pace. Ora, 20 anni più tardi, davanti a un incerto futuro, quell’amore è messo alla prova. Tatiana e Alexander si sono miracolosamente riuniti in America, la terra dove tutto è possibile, e contano di ricostruirsi una vita insieme. Ma si devono confrontare con le ferite, il dolore, le fatiche che si portano dietro. Nonostante abbiano un figlio meraviglioso, Anthony, si sentono estranei l’uno all’altra. Ex capitano dell’Armata Rossa, Alexander vive con disagio il clima di paura e di sospetto della Guerra Fredda e Tatiana non riesce a ritrovare con il suo Shura l’intimità di un tempo. E quando pensano di essersi definitivamente lasciati alle spalle gli incubi della guerra, ecco che i fantasmi del passato tornano a minacciarli: Anthony, in conflitto con i genitori, si arruola volontario in Vietnam e scompare.

 

Un romanzo che è la degna chiusura di una grande saga.
Ritroviamo i nostri protagonisti, sfuggiti alle grinfie della repressione sovietica e alla miseria della guerra, che cercano di risollevarsi dai mostri che li perseguitano, ma non è facile.
Le cicatrici non sono solo fisiche, ma soprattutto nella mente dei due protagonisti: Tatiana non può ignorare i segni che invadono il corpo dell’amato e la sua mente torna continuamente alla guerra, al campo di prigionia dove lo ha trovato e da cui lo ha tratto in salvo; Alexander non può sopportare le lacrime della moglie e si sente colpevole. Entrambi fanno fatica ad adattarsi al nuovo mondo, alla grande America dove loro sono i “nemici”, dove un numero tatuato sul braccio non significa essere vittima, ma carnefice.
Nonostante tutto, i nostri eroi lentamente ricostruiscono una casa, una vita, un lavoro; il loro amore si evolve, la loro unione diventa famiglia, ma i problemi non sono finiti. Ci sono sempre nemici dietro l’angolo e i dispiaceri, come nella realtà, non scompaiono mai. Il matrimonio entra in crisi e rischia di sfasciarsi.
Assisteremo alla lenta risalita dei protagonisti, che lotteranno, seppure senza armi, per ricostruire la loro unione in modo più saldo che mai, mentre la guerra in Vietnam, che inghiotte tante giovani vite, gli strapperà via il figlio Anthony, che scomparirà al fronte.
Qui, la potente figura di Alexander avrà la sua massima apoteosi e non esiterà a tornare a combattere da esperto veterano, armi alla mano, per sconfiggere chi vuole distruggere la sua famiglia.
Profondamente anti-sovietico e velatamente critico anche nei confronti degli Usa, ma poetico ed estremamente vero, quest’ultimo capitolo della saga non deluderà chi ha conosciuto Tatiana e Alexander a passeggio nel giardino d’estate a Leningrado e rivedrà la figura in abito bianco a fiori rossi della giovane passeggiare con il gelato in mano e, accanto a lei, il bel soldato dell’Armata Rossa.
Spettacolare.

…quando la vide, vide qualcosa di nuovo. Lo vide perché voleva vederlo, perché voleva cambiare la propria vita. Era sceso dal marciapiede ed era uscito dalla trappola. Attraversa la strada. Seguila. E darà un senso alla tua esistenza, ti salverà…

 

 

 

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Voto di Pippi Calzelunghe 5

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