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Recensione: “Falò” di Amy Lane

Sono trascorsi dieci anni da quando il vicesceriffo Aaron George, rimasto vedovo, si è trasferito a Colton per far crescere i figli in una cittadina sicura. Tra i membri della comunità, ha conosciuto il professor Larkin, detto Larx, un allegro e divertente insegnante di scienze e allenatore di atletica delle superiori. La promozione a preside ha costretto però l’insegnante a rinunciare agli allenamenti e a correre da solo su una strada pericolosa. Aaron, che fino a quel momento ha sempre e solo dedicato la sua vita ai figli, si scopre improvvisamente preoccupato per quell’uomo e distratto dal suo petto nudo e luccicante di sudore.
Anche Larx vive per le figlie e i suoi studenti. Non è pronto a farsi ammaliare da Aaron, ma quando quest’ultimo si offre di correre con lui, inizia ad apprezzare la fermezza e l’umorismo del vicesceriffo. Inoltre hanno le stesse priorità: innanzitutto i figli, poi il lavoro, e i propri interessi tristemente all’ultimo posto.
Basta però un bacio a trasformare due uomini sulla soglia dei cinquant’anni in due adolescenti innamorati, nonostante le responsabilità di cui devono farsi carico. Poi un atto di violenza minaccia di soffocare sul nascere la loro relazione. Saranno quelle responsabilità a svolgere un ruolo fondamentale nell’impedire alla città di esplodere. E quando la situazione raggiungerà il punto critico, la loro nuova famiglia appena formata potrebbe essere proprio ciò che impedisce al mondo che li circonda di crollare.

È un romanzo che intreccia molti temi e molti personaggi, senza perdere di vista una bella storia d’amore che nasce senza fronzoli tra due uomini maturi e ben integrati nella comunità.
È ambientato in una piccola cittadina americana piena di pregiudizi, di cui la storia mostra i pericoli discriminatori sia in ambito scolastico, sia lavorativo, sia familiare. Nonostante l’intento, l’autrice non riesce sempre a togliere la patina di perbenismo dai personaggi aperti e favorevoli alle unioni LBGT.

Aaron risalì il vialetto ed entrò in casa, chiedendosi come si faceva a chiedere al proprio figlio il permesso di andare a un pigiama party.

Altra tematica affrontata, stavolta facendoci percepire perfettamente la sensazione voluta, è quella del ritrovare l’amore a quarant’anni passati. Impegni, carriera, famiglia, “adultitudine”, ricordi, episodi importanti della vita: tutto incide sulla relazione – chiedendo di essere affrontati, chiedendo una reazione da uomo adulto – squassandola o rendendola più forte e profonda.

– Ho dei peli grigi – confessò Larx, e Aaron dovette soffocare una risata contro il bicipite. – Peli pubici grigi, Aaron! Saranno sette anni che non li guardo, e hanno osato ingrigirsi senza nemmeno avvertirmi!
Aaron allungò la mano e spense la lampada.
– Mettiti i boxer, entra sotto le coperte con me, e faremo sesso in braille. Niente grigiume con il braille.

Alla trama romance si intreccia un piccolo thriller legato, in qualche modo, alla cultura provinciale e razzista di cui ho parlato sopra, cosa che metterà in pericolo i nostri due protagonisti.
Così come ho trovato interessante l’ambientazione bigotta, allo stesso tempo mi è parsa troppo facile l’accettazione da parte di alcune persone prive di pregiudizi. Al lavoro, in famiglia, tra amici: tutti si accorgono della loro relazione senza che ci sia bisogno di fare alcun annuncio, e tutti accettano felicemente e tranquillamente la cosa (ricordo che entrambi i protagonisti sono bisex, e avevano avuto, in passato, storie con donne: mogli dalla quale hanno avuto parecchi figli).

– Se il papà di Kirby fosse il tuo gusto preferito di Coca Cola…
– Oh cielo.
– Già. Beh, versatene pure un bicchiere, mettici il ghiaccio e goditelo, va bene?
(…)
– non dirlo a…
– Olivia? Perché è da ieri che ne parliamo. Lei dice che dovresti buttarti perché il papà di Kirby è assolutamente scopabile.

Lo stile è colorato e l’uso accurato delle immagini e delle parole rendono alcuni momenti davvero dolcissimi, altri spassosi e dissacranti. Le parti focose e passionali sono davvero intense e coinvolgenti.

Larx gemette, sette anni di privazioni sessuali che finalmente si scatenavano. Agguantò con le mani il fondoschiena sorprendentemente sodo e muscoloso di Aaron e si abbandonò a quel bacio come un viaggiatore assetato che si lascia sprofondare in un limpido lago di montagna.
Come se annegare fosse l’unico modo di sopravvivere.

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Voto Nayeli 4

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