Recensione: Violenza di Cashmere e Rovina di Cashmere di Nicole Fox

VIOLENZA DI CASHMERE – VOL.1

Qual è il momento peggiore per dire a qualcuno che diventerà padre?
Probabilmente il giorno del matrimonio…
Quando lui sta per sposare un’altra.

Ebbene, è esattamente quello che ho fatto io.
Ma ho le mani legate.
Letteralmente.

Matvey Groza è un uomo pericoloso.
E nove mesi fa è entrato nel mio negozio in cerca di un abito su misura.
Ma quando sono entrata accidentalmente nel camerino, sono stata io quella che si è ritrovata ad aver bisogno di un guardaroba nuovo.

È stato l’errore di una sola volta.
Dopodiché… tanti saluti.

Ma il test di gravidanza che ho fatto un mese fa aveva altri piani.

L’ho tenuto nascosto a tutti.
O così pensavo.
Ma quando i nemici di Matvey hanno scoperto che ero incinta di suo figlio, mi hanno rapita e tenuta in ostaggio.

Finché non sono riuscita a scappare e ho corso più veloce che ho potuto.
E non avevo nessun altro da cui andare se non dal Diavolo in persona.

Quale momento migliore per entrare nella chiesa…
Se non quando il prete dice, Parlate ora o tacete per sempre?

VIOLENZA DI CASHMERE è il primo dei due libri dedicati alla Bratva Groza. La storia continua nel secondo libro, ROVINA DI CASHMERE.

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ROVINA DI CASHMERE – VOL.2

La mia bambina è qui.
Suo padre no.
E se le cose andassero come voglio io, non lo rivedremmo mai più.

Perché Matvey Groza ha calpestato il mio cuore e l’ha ridotto in frantumi.
È andata più o meno così:
IO: «Ti amo.»
LUI: «Sposerò un’altra.»

Sto parafrasando, ma non di molto.
Alcuni fatti sono innegabili.

Matvey mi ha messa incinta. DATO DI FATTO.
Ho appena iniziato il travaglio. DATO DI FATTO.
Ma Matvey non è in circolazione. DATO DI FATTO.
Perché sta sposando… l’altra donna che ha messo incinta. DATO DI FATTO.

Ha detto che la posta in gioco va al di là della mia comprensione, ma cosa c’è di difficile da capire?
Aveva giurato di essere presente, ma non c’è.
Aveva detto di amarmi, ma non è vero.

Quindi prendo nostra figlia e scappo.
Vediamo se Matvey riuscirà a prenderci.

ROVINA DI CASHMERE è il libro due della dilogia sulla Bratva Groza. La storia ha inizio nel libro uno: VIOLENZA DI CASHMERE.

Ciao Fenici, ho appena finito di leggere entrambi i volumi della dilogia La Bratva Groza di Nicole Fox, nonostante alcuni aspetti non mi abbiano convinto del tutto, è stata una lettura intensa e coinvolgente.

April è una sarta che ha un momento focoso con un cliente. Il personaggio in questione altri non è che Matvey Groza, boss mafioso russo. Nove mesi dopo entrambi si ritrovano a un nuovo incontro forzato e … udite udite, proprio durante il matrimonio di lui. Con April? Assolutamente no, con un’altra.

Il vero punto di forza non è la mafia in questo romanzo, che resta più uno sfondo utile allo scopo, ma la crescita personale dei protagonisti. Il percorso di April e Matvey è segnato da ostacoli, errori, scelte difficili e soprattutto da un’esplorazione continua di che cosa significa davvero “la famiglia”. Che sia quella di sangue, quella costruita o quella imposta, questo concetto attraversa tutta la narrazione in modo potente e coerente.

I punti di vista alternati tra i due protagonisti aiutano a comprendere meglio le dinamiche e i conflitti emotivi, anche se in alcuni tratti avrei preferito che fosse più dinamico.

Detto questo, ho trovato entrambi i volumi troppo lunghi rispetto alla quantità effettiva di contenuto; a entrambi si sarebbero potute togliere 100 pagine. Alcune scene si dilungano inutilmente e certi sviluppi emotivi vengono ripetute più volte appesantendo la lettura. Anche lo spicy, pur essendo una firma dell’autrice, mi è sembrato un tratto forzato e ripetitivo, come se si volesse riempire spazio più che aggiungere profondità.

Un altro elemento che mi ha lasciato perplessa è la rappresentazione della gravidanza e della maternità: troppo idealizzata, poco credibile nei tempi e nei comportamenti. La protagonista appare spesso lucida, energica e razionale in un momento della vita che, realisticamente, è fisicamente e psicologicamente sfiancante, provare per credere o forse no XD.

Proprio per questo motivo e perché ho trovato troppo ingenua la protagonista non sono riuscita ad entrare in empatia al cento per cento con lei. Al contrario il personaggio secondario che più mi è piaciuto è, credeteci o meno, quello di Petra, la donna che Matvey sta per sposare e che non è assolutamente da prendere sottogamba.

Ci sono anche alcuni refusi sparsi che meriterebbero una revisione editoriale più attenta, ma non ostacolano la lettura in modo rilevante.

Nel complesso, però, ho apprezzato molto il messaggio di fondo, la crescita dei personaggi e le domande che solleva su amore, sacrificio e lealtà. È una dilogia che consiglio a chi ama le storie tormentate, i legami difficili e le trasformazioni emotive, anche se richiede un po’ di pazienza per arrivare fino in fondo.