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Recensione: Twisted Games di Ana Huang

Serie: Twisted vol.2

Titolo: Twisted Games 

Serie: Twisted vol 2

Autore: Ana Huang

Genere: Contemporaneo

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 29 Agosto 2023

Età di lettura consigliata: +18

La serie Twisted è composta da:

  • Twisted Love  Libro 1 —> Recensione
  • Twisted Game Libro 2
  • Twisted Hate Libro 3 —> Recensione
  • Twisted Line Libro 4

Rhys Larsen, professione guardia del corpo, ha due regole: la prima, proteggere i suoi clienti a ogni costo; la seconda, non farsi coinvolgere sentimentalmente. Per nessun motivo. Non ha mai pensato di infrangerle… fino a quando non ha incontrato lei, capace di incarnare ogni sua più depravata fantasia. Bridget sogna la libertà di vivere e amare come vuole. Ma è destinata a un matrimonio senza amore e a un trono cui non ha mai ambito. Per di più è costretta a nascondere il desiderio per l’unico uomo che non può avere. La sua guardia del corpo. Il loro amore, inaspettato quanto proibito, potrebbe distruggere un regno… e domarli entrambi.

 

 

La storia di Bridget e Rhys ci accompagna in una fiaba con tanto di sovrani, vita di corte, balli per trovare un marito adeguato, intrallazzi e consenso del popolo. La trama mescola la magia del sogno in cui una Cenerentola all’improvviso sale al trono e diventa punto di riferimento per il popolo, e il crudo bagno di realtà di doveri, tradizioni, leggi reali settecentesche che imbrigliano la libertà e l’umanità dei reali.

La storia, inevitabilmente, mi ha riportato alla mente la figura malinconica e infelice di Lady D: la solitudine, la facciata impeccabile con cui tentava di coprire una persona fragile, desiderosa di vita, di affetto, di calore, per trovare invece scandali ed esposizione mediatica. A fare da contraltare al potere di cui gode una regina, vi è un peso dato dall’etichetta rigida, il non potersi fidare di nessuno, una privacy invasa dai paparazzi capaci di manipolare le notizie per gettare fango a piacimento, e la fatica di mantenere un’immagine pubblica immacolata per non perdere il consenso del popolo.

Anche se potremmo immaginare a grandi linee le evoluzioni della storia, il romanzo riesce a svicolare dai cliché e a regalarci punti di svolta inaspettati, che si aggiungono a personaggi di spessore e deliziosi picchi passionali.

«Sono tornato pur sapendo a quale tortura mi sarei dovuto sottoporre perché non posso stare lontano da te. Anche quando non ci sei, sei dappertutto. Nella mia testa, nei miei polmoni, nella mia cazzo di anima. E sto cercando con tutto me stesso di mantenere la calma in questo momento, tesoro, perché l’unica cosa che voglio è tagliare la testa a quello stronzo e metterla su un vassoio per aver osato toccarti. E poi piegarti sul cofano della macchina e sculacciarti fino a scorticarti la pelle per averglielo permesso.» Mi strinse forte tra le gambe. Io gemetti con un miscuglio di piacere e dolore. «Perciò. Non. Mi. Provocare.»

Bridget è una ragazza umile, che ama confondersi tra la gente, educata, generosa, ma è allo stesso tempo determinata e consapevole delle proprie responsabilità politiche e verso la famiglia. Tra dovere e amore, sceglierà il primo, non solo per l’educazione ricevuta, che le impongono di mettere il bene del regno davanti ai bisogni personali, né per rispondere alle aspettative del nonno, che può contare solo su di lei per lasciare il trono, ma perché sente che ogni suo momento di egoismo in passato ha provocato dolore o addirittura la morte nelle persone a cui teneva. L’altruismo e il sacrificio sono alla base delle sue decisioni.

Quando il fratello, primo in linea di successione, abdica perché una legge arcaica non gli permette di sposare la ragazza di cui è innamorato perché non è di origini nobili, Bridget sente di non avere altra scelta e di essere vincolata ad accettare tutto ciò che il suo ruolo comporta, e si mette a capo chino per imparare un mestiere per cui non era stata addestrata.

Rhys è la sua guardia del corpo. Scorbutico, efficiente, dal passato doloroso, riesce a resistere al suo fianco un paio d’anni, prima di cedere al crescente desiderio per la ragazza angelica che è incaricato di proteggere.

«Dovresti averne, principessa. Vuoi sapere perché?» ringhiai. «Perché hai ragione. Io ti desidero. Ma non voglio baciarti o fare l’amore con te. Voglio scoparti. Voglio punirti per avermi insultato e per aver consentito che un altro uomo ti mettesse le mani addosso. Voglio strapparti questo vestitino del cazzo e scoparti così forte che non riuscirai a camminare per giorni. Voglio tutte queste cose, anche se non posso averle. Ma se non la smetti di guardarmi così…» Le strinsi ancora più forte il mento e la gola. Lei mi guardò nello specchio, le labbra socchiuse e gli occhi scuri di calore. «Potrei farle lo stesso.»

Il loro scontro caratteriale è da subito spumeggiante: Rhys è un tipo burbero, e anche se alle dipendenze di lei, prende la sua protezione molto seriamente, non è disposto a scendere a compromessi su quell’aspetto.

Per quanto Bridget sia alla mano e normalmente amabile con chiunque, è allo stesso tempo anche molto testarda (del resto, è una principessa). Dopo le iniziali scintille, usa la diplomazia per trovare il modo di andare d’accordo. Col tempo, imparano a provare rispetto reciproco e a capirsi più facilmente, a trovare un equilibrio, una confidenza, una sorta di intimità in cui si sentono a proprio agio nel rivelare all’altro pezzi di sé (il proprio passato, i propri desideri).

I primi tempi vivono in una bolla felice e confortevole, fatta di gesti gentili e accortezze in cui si trovano entrambi a proprio agio, subendo un fascino crescente e inappagato per l’altro. Ma quando le carte in tavola cambiano e il loro tempo insieme è agli sgoccioli, perché Bridget ha in previsione di trasferirsi a Eldorra in qualità di erede al trono, né la scusa di mantenere un rapporto professionale né la differenza di status sociale riescono a impedire che la diga di passione esploda. La razionalità deflagra definitivamente a favore dei sensi e del desiderio. A quel punto, presi dall’euforia e da un’attrazione incontenibile, catalizzano in brevi momenti di fuga dalla realtà la crescente pressione a cui Bridget è sottoposta e diventano imprudenti e poco attenti ai tranelli che la corte nasconde a ogni angolo.

Deliziosa la risoluzione della trama, che riesce a tenere sulle spine fino alla fine e a conciliare colpi di scena e romanticismo evitando i cliché.

«Quarto punto della lista dei desideri. Due regole» dissi, la voce roca. «Uno: quello che facciamo qui, resta qui. In questa stanza, stanotte. Non ne parleremo più. Capito?» Era duro, ma bisognava dirlo, per il bene di entrambi. Altrimenti avrei potuto perdermi nella fantasia di ciò che avrebbe potuto essere. […] “Quello che facciamo qui, resta qui. In questa stanza, stanotte. Non ne parleremo più.” La mia regola. Che dovevamo seguire, perché Bridget non era soltanto una mia cliente. Era la futura regina di Eldorra e quello comportava complicazioni e menate che detestavo, ma che non potevo ignorare.

Come ho avuto modo di notare anche nel precedente volume, la Huang colpisce anche per la particolare forza delle scene erotiche, pur senza superare il confine verso perversioni o kink veri e propri.

In questi momenti i personaggi rovesciano i loro ruoli, con una principessa che cede la sua compostezza e si lascia umiliare o trattare come un oggetto, accettando che le si dicano sconcezze, e una guardia del corpo che esce dall’ombra e si fa maschio dominante e virile, passando dal controllo efficiente, silenzioso, riservato alla più smodata passionalità e orgasmi assicurati (naturalmente multipli).

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Sentimento ❤️| un sentimento che supera ogni ostacolo

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