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Recensione: Re Infecta di Mauro Novellini

Titolo: Re Infecta

Autore: Mauro Novellini

Edizione: Gilgamesh Edizioni

Prezzo: 14,25€

Genere: Thriller psicologico

Data di pubblicazione: 4 marzo 2020

La morte di un bambino sulle strade del suo paese natale, dà il via a un vortice di cambiamenti che travolgeranno la vita di Marco Marelli, professore di lettere in un liceo. Sulla riscoperta delle amicizie di vecchia data e sulle rivelazioni familiari domina lo spettro oscuro della re infecta, l’azione incompiuta che presto o tardi finisce per degenerare. Fra colpi di scena e risvolti psicologici Mauro Novellini accompagna il lettore in un percorso di riconsiderazione di sé e delle proprie origini, in un romanzo ricco di suspense che catturerà il lettore, spingendolo a voler scoprire cosa si cela oltre il velo di ciò che è rimasto per troppo tempo relegato nella sfera dell’incompiutezza e del nascondimento.

Il nuovo romanzo di Mauro Novellini è ben scritto e con uno stile magistrale, le numerose incursioni nella letteratura e nella religione sono interessanti e insegnano molto a noi lettori, ma, nonostante questo, la trama intricatissima, a volte, rischia di perdersi nell’inconsistenza e non arriva ad avvincere.
La lettura complessa si trascina lentamente: si apre con l’incidente mortale di un bambino e si chiude con la distruzione di un matrimonio, quello del protagonista. Un personaggio caratterizzato dalla Re Infecta, l’azione non portata a termine, che, però, si dimostra capace di agire sul finale, eliminando la propria immagine di uomo passivo.
La trama è avvolta da misteri che si concludono in maniera non sempre sorprendente ma che, sicuramente, hanno il pregio di essere molto ben intrecciati anche su spazi temporali diversi.
I temi sono molti e tutti importantissimi: il valore dell’amicizia, l’amore, la lealtà, la cultura, la morte ma, secondo me, potevano essere espressi con più profondità, senza lasciare il lettore a dover sondare l’incisività di alcuni aspetti della trama.
I personaggi sono tratteggiati con immagini molto fisiche e personalizzate, anche se a livello morale mi aspettavo molto di più dato che il romanzo dovrebbe essere un thriller psicologico.
Mi sento di dire che la tagline del libro inganna: Re Infecta non è propriamente un thriller, non ha suspense, non ha una storia sinistra sebbene forse si possa considerare truce il comportamento di alcuni personaggi, non ha la classica impostazione di un giallo perché le cose da capire e investigare sono talvolta banali (tradimenti extra coniugali e beghe di famiglia) e, quindi, lasciano il lettore un po’ deluso.
Nel complesso, il romanzo ha i suoi lati buoni: non mancano i personaggi positivi, come l’amico d’infanzia del protagonista e la bravura stilistica di Novellini è indiscussa tanto che coinvolge nello studio dei grandi scrittori del passato come Cavalcanti e Dante.
L’ambiente è la Mantova odierna raccontata con notevole bravura da chi la vive tutti i giorni ma quel che mi resta addosso dopo la lettura è sicuramente l’inconsistenza dell’intreccio, probabilmente, non avvincente per me, in quanto non mi sento di parlare per tutti, dal quale mi sarei aspettata molto di più.

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