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Recensione: “Più in alto del giorno” di Valentina Orengo 

«L’avventura. La paura. Il mondo dei ragazzini e quello degli adulti in un romanzo dove la vita, su cui incombe qualcosa di misterioso e straziante, è raccontata con understatement e con un ritmo che non abbandona mai il lettore.»
Pierluigi Battista

Mimì ha tredici anni ed è convinta che la vacanza in quel piccolo paese di frontiera affacciato sul mare sia la più noiosa della sua vita. Trascorre le giornate leggendo, seduta sul tronco mozzato di un ulivo, e aspettando che qualcosa succeda. Un pomeriggio, all’improvviso, quasi dal nulla compare Alfred, un ciuffo di capelli a coprirgli gli occhi e i piedi nudi. Da quel momento tutto intorno a lei comincia a cambiare. È lui a farle scoprire che il paese profuma di bucato, di pomodori secchi e di gelsomino. È lui a farle conoscere Scatto, Nero e Scintilla. Insieme a loro trascorre giorni spensierati tra i viottoli che si arrampicano sulla collina, la piazza e la spiaggia. Per la prima volta assapora il gusto della libertà e, mentre il mondo degli adulti si fa sempre più lontano, tutto sembra essere quasi troppo perfetto per essere vero. Ma quel momento incantato è breve. Sulle colline, Mimì e Alfred scoprono un segreto troppo grande per due ragazzini. Un segreto che, nonostante tutto, decidono di non rivelare a nessuno. La realtà irrompe violenta nelle loro vite svelandone le sfumature più cupe. L’amicizia tra Alfred e Mimì diventa ancora più profonda, ma la paura, le cose non dette e il dolore nascosto nelle pieghe imprevedibili degli eventi, segnano la fine della loro infanzia.
Un esordio che lascerà il segno e avrà un’eco infinita nel lettore. Valentina Orengo ci accompagna per mano in un luogo dove il tempo pare essersi fermato, in un momento della vita di tutti noi in cui si è bambini agli occhi degli altri, ma non ai propri. Un libro in cui un’amicizia speciale ha il sapore della libertà e delle sue infinite possibilità.

Fa sempre piacere scoprire un nuovo talento tra i giovani scrittori Made in Italy e oggi parliamo di Valentina Orengo, autrice di questo bellissimo romanzo scritto con perizia e contenitore di numerosi temi, interessanti e profondi.

Ambientato in un piccolo paese sul mare, dove il tempo sembra essersi fermato e gli abitanti costituiscono una piccola comunità molto attiva, questo libro ci racconta la storia di Mimì, uno scricciolo di ragazzina tutta mente e ossa che, con i genitori, si è trasferita in una bella casa dalla quale si gode una splendida vista.

L’iniziale vacanza estiva si trasforma in una permanenza fissa. Si intuisce un tracollo finanziario sebbene per la ragazzina rimanga solo un vago sospetto fino alla fine.

Un padre distratto e una mamma pianista, spesso assente per i concerti, fanno sì che Mimì passi molto tempo sola o con la governante Maria. Poi l’incontro con Alfred, uno strano bambino che vive con la nonna in una casa arroccata sugli scogli.

Ben presto la ragazzina (soprannominata Piuma) entrerà a far parte di un gruppetto di amici e con Alfred passerà l’estate scorrazzando nei dintorni vivendo mille avventure. 

Quel periodo felice si interromperà a seguito di un incontro che i due ragazzini faranno tra le rovine di una rocca poste sulla cima del paese. Da quel momento le loro vite cambieranno per sempre: la spensieratezza dell’infanzia lascerà il posto a una nuova maturità, i punti fermi cadranno cancellando ogni certezza,

e in particolare l’approccio alla vita, alla famiglia e agli altri non sarà mai più lo stesso.

La loro, è una storia di crescita umana che riflette l’evolvere della vita in generale e il parterre di personaggi è vario: talvolta amici affettuosi, altre volte nemici ostili, arricchiscono ulteriormente il romanzo.

Un racconto che ho trovato vero, vivo e che mi ha trasmesso una grande sensazione di solitudine stemperata solo in parte dallo scorrere della vicenda.

Secondo me, il finale lascia spazio a molti scenari, ma non so se sarà intenzione dell’autrice di continuare la storia. 

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