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Recensione: “Passione audace” di Kristel Ralston – Serie di autoconclusivi: Cuori nelle ombre #1

TITOLO: Passione audace

SERIE DI AUTOCONCLUSIVI: Cuori nelle ombre #1

AUTORE: Kristel Ralston

GENERE: Romanzo rosa

EDITORE: Independently published

DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 Agosto 2021

Ryder Toussaint è un milionario esperto di finanza, continuamente torturato dalle cicatrici del passato. Aggressivo e affascinante, appassionato e distante, sono solo alcune delle contraddizioni che lo caratterizzano. Le donne lo desiderano e gli uomini lo ammirano per la sua reputazione nella giungla imprenditoriale di New York. Quando la trattativa commerciale più ambiziosa della sua carriera è a rischio a causa di una donna esasperante, Ryder prende una decisione insolita che potrà ribaltare la sua vita ordinata. Julianne, “la pietra sul suo cammino”, ora è in debito con lui, e Ryder dovrà limitare i danni a modo suo. Deve però ignorare la strana sensazione di pressione nel petto che sente quando gli occhi espressivi di Julianne lo scrutano, quasi fossero in grado di penetrare nell’oscurità che dimora in lui.
Julianne Clarence vede il suo promettente colloquio di lavoro sfumare il giorno in cui viene coinvolta in un incidente d’auto. L’arrogante uomo dal viso di Adone, “la parte lesa”, pretende che lei si assuma i costi per la riparazione della lussuosa auto da lui guidata. Potrebbero le cose andare peggio di così per Julianne? Certo che sì; dopo tutto, è una vera calamita per i problemi e ne ha appena trovato uno colossale in Ryder Toussaint. La proposta che lui le fa, in cambio del risarcimento danni per l’incidente, è ridicola: l’orgoglio la spinge a riflettere molto bene sulla sua risposta. Tuttavia, la vera e propria sfida consiste nell’ignorare la ribollente chimica che la attira verso l’insopportabile imprenditore.
Riuscirà Ryder ad abbandonare il suo cinismo e a mettere da parte la sua superbia? Julianne arriverà ad aprire il suo cuore e a domare la sua testardaggine? A volte, gli incidenti fanno parte di un piano del destino per unire due vite, o per distruggerle per sempre, specialmente quando le cicatrici del passato minacciano di aprire nuove ferite.

 

Julianne si ritrovò con tutto quello che aveva chiesto nella vita, ma in una maniera molto sarcastica. Un fidanzato bellissimo, intelligente e di successo, che non era suo fidanzato. Un lavoro incredibile, che pagava molto bene, ma che era fittizio. E un viaggio con tutte le spese pagate in un paese esotico, in cui doveva fingere di essere una donna esperta del mondo, quando la sua massima prodezza, fino ad ora, era vivere a New York.

 L’autrice o la traduttrice purtroppo sono causa di una lettura molto faticosa (dalle d eufoniche a difficoltà nei tempi verbali, fino al punto di vista volubile). Inoltre, la sensazione è quella di leggere un autore esordiente, incapace di tagliare divagazioni e approfondimenti inutili, dettagli prolissi, ripetizioni di concetti banali, oltre a una organizzazione dei contenuti poco efficace e caotica.

Ho avuto la sensazione che persino tutto il passato difficile del protagonista (tutta la situazione sentimentale della madre, ad esempio), così come altri elementi della storia di lei (come il fratello soldato) siano sovrabbondanti rispetto alla trama che, di fatto, non si discosta molto dalla falsariga del “milionario che propone un accordo a una Cenerentola”.

E rivolgendo tale riflessione più a se stessa. — Con me perdi il controllo a volte, Ryder, questo cosa significa?

Le prese il viso tra le mani. Le accarezzò le guance. La sua espressione era quella di un uomo perso tra la possibilità di cedere al desiderio di provare, per un istante, quella che era la libertà di mettere da parte le proprie restrizioni e continuare il suo cammino, considerando il capitolo con Julianne uguale a tutti gli altri. 

 Ryder è un imprenditore di successo, un maniaco del controllo, e i risultati professionali gli danno ragione. In seguito a un incontro casuale, propone a Julianne di fingere di esser la sua fidanzata per cercare di concludere una trattativa di lavoro difficile. Lei accetta, ma inizia a essere recalcitrante (nonostante la cifra pattuita e la curiosità di passare del tempo con questo uomo affascinante) quando il possibile cliente pretende che i finti fidanzati passino una vacanza in Medio Oriente, nel suo sultanato.

Nonostante gli accordi siano chiarissimi e neppure troppo difficili, Julianne, una bella peperina, si presenta subito come una mosca fastidiosa: fatica a capire il concetto di “fingere in pubblico” ipotizzando perfino di uscire con altre persone. Talvolta non ascolta nemmeno fino in fondo quando Ryder prova a ridefinire di nuovo le clausole del loro contratto, facendo di tutto per opporvisi anche solo per il gusto di stuzzicarlo.

Poiché nel paese del Sultano è sconveniente che una coppia non sposata passi del tempo in intimità, questo periodo sarà fondamentale per far fare un salto di qualità al loro rapporto, alimentando la tensione sessuale, ma allo stesso tempo anche la connessione tra i nostri protagonisti.

Contrariamente ai primi giorni in Medio Oriente, in cui si sentiva come un gatto scottato dall’acqua gelida, quando analizzava il modo in cui Julianne iniziava a turbarlo, ora capiva che non importava quanto avesse negato le sue emozioni, queste si erano aperte il passaggio a gomitate, finché lui non aveva tirato fuori gli attributi per dar loro un nome. Quest’ultima cosa fu tutta una sfida, perché per molti anni, si era addestrato a vivere con un carbone che palpitava nel suo petto al solo scopo di restare in vita. 

 L’inserimento dell’aspetto attrattivo è molto evidente, quasi forzato, così come ostentati sono i sentimenti che di punto in bianco si manifestano; elementi un po’ fuori fuoco come  il resto del romanzo, purtroppo.

—E se non sono temporanea, come hai appena detto— continuò Jules, e con un nodo in gola, per quello che lui avrebbe potuto rispondere, domandò: —Cosa sono, allora, Ryder?
—L’amore della mia vita. Julianne pianse di felicità. —Oh…
—Ti amo, Jules, e sono irrimediabilmente innamorato di te. 

 

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