Recensione: La locanda della magnolia di Carolyn Brown

Dall’autrice bestseller Carolyn Brown un racconto che riunisce due cuori feriti in una storia romantica fatta di nuove possibilità e di vero amore che può capitare una seconda volta nella vita

Ereditare la Locanda della Magnolia, una casa vittoriana immersa nei pini del Texas orientale, è un sogno diventato realtà per Jolene Broussard. Dopo aver convissuto per anni con il senso di colpa per non essere riuscita a salvare la madre autodistruttiva, Jolene è convinta che il B&B dei suoi zii potrebbe essere il punto di partenza perfetto per una nuova vita e un luogo confortevole da chiamare casa.
C’è solo un intoppo: Tucker Malone, carpentiere testardo e lunatico con più di un interesse per la Locanda della Magnolia, è in procinto di piantare i suoi stivali impolverati da cowboy esattamente nel mezzo del suo sogno. Sin dalla morte della moglie, Tucker è andato avanti tra rimorsi e demoni interiori che lo hanno lasciato guardingo verso il mondo, esattamente come Jolene. L’ultima cosa che vuole è che il suo nuovo socio d’affari risvegli in lui qualcosa che pensava fosse scomparso per sempre. Ma per quanto anche Jolene sia diffidente, potrebbe in realtà aver trovato uno spirito affine, qualcuno da aiutare e a cui aggrapparsi in caso di bisogno.
Restaurare la Locanda della Magnolia potrebbe forse essere il primo passo per risanare i cuori di entrambi. Ma per riuscire nell’impresa saranno in grado di lasciar andare il passato e fidarsi l’uno dell’altra?

Carissime Fenici,

dopo un paio di libri fin troppo coinvolgenti (leggi devastanti) oggi sono qui per parlarvi di una storia che definirei “delicata”.

Qualche giorno fa, sfogliando tra le nuove uscite, ero stata attirata dalla copertina di questo nuovo romanzo di Carolyn Brown, autrice statunitense molto prolifica, di cui però non avevo mai letto nulla, e mi sono detta: “dai, proviamo qualcosa di diverso!”.

Il racconto è molto corale, intorno alla coppia di protagonisti principali, Jolene e Tucker, ruota il gruppo delle amiche storiche della zia della ragazza, tutte in età abbastanza avanzata. Siamo nel Texas orientale, in una piccola cittadina dove gli unici svaghi sono le funzioni in chiesa e i successivi pranzi conviviali, dove ognuno porta qualcosa.

I due giovani si ritrovano, senza averlo preventivato, soci alla pari della Locanda della magnolia che ha urgente bisogno di ristrutturazione; lei ha un legame affettivo con il posto, lui invece spera, con questo nuovo progetto, di ritrovare un po’ di serenità, dopo il baratro in cui è precipitato alla morte della moglie.

Anche la ragazza  ha parecchi problemi, orfana di entrambi i genitori, mancati a pochi anni di distanza quando era ancora giovanissima, non ha mai superato il trauma dell’abbandono, e il rimpianto di non aver fatto pace con la madre prima della sua morte per overdose. 

Questo improbabile sodalizio si rivela la cura di cui entrambi avevano bisogno. Lavorare  insieme alla ristrutturazione della locanda, vivere sotto lo stesso tetto,  condividere pasti e incombenze domestiche, li fa a poco a poco avvicinare, dapprima come amici e poi…chissà.

Le amiche della zia Sugar, partita con il marito Jasper per un viaggio in camper, sono parte integrante della narrazione, diventano a volte assolute protagoniste. Dotty, Lucy e Flossie sono simpaticissime, danno vita a dialoghi esilaranti, ma sono anche prodighe di buoni consigli, e con la loro presenza e affetto alleggeriscono il fardello emotivo di Jolene.

Il ritmo è piuttosto lento, ma i tormenti dei protagonisti lo richiedono, in effetti. 

A tutti è concesso un giorno alla volta. Sta a noi decidere se combattere i demoni che ci tormentano o arrenderci a essi.

È un romanzo con un genere di scrittura tipo Sveva Casati Modigliani, per intenderci, che decisamente non è tanto nelle mie corde, ma nel complesso però è una storia ben strutturata; si capisce che la penna dell’autrice è collaudata, e quindi resta piacevole. 

Se avete bisogno di rilassarvi senza grossi patemi d’animo, questo romanzo fa al caso vostro.