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Recensione: La diga: Blackwater II – Serie: La saga della famiglia Caskey di Micheal Mcdowell

 

 

Titolo: La diga: Blackwater II

Serie: La saga della famiglia Caskey

Autore: Micheal McDowell

Genere: Horror

Editore: Neri Pozza

Target : +12

Data di pubblicazione: 31 gennaio 2023

La Piena: Blackwater I

La diga: Blackwater II

1922. Mentre Perdido si sta riprendendo dalla devastante inondazione, la costruzione di una diga è l’unico baluardo possibile contro la furia dell’acqua. Ma il cantiere riversa sulla cittadina il suo carico di imprevisti: la rivolta degli operai, il capriccio delle correnti, il mistero di alcune sparizioni. La matriarca Mary-Love si scontra con Elinor, ora parte della famiglia Caskey. Macchinazioni, alleanze innaturali, sacrifici: a Perdido i mutamenti saranno profondi, le conseguenze irreversibili.
La lotta è appena cominciata.

Care Fenici, siamo di nuovo a Perdido e ritroviamo “l’allegra” brigata del primo libro! Non vedevo l’ora di iniziare questa seconda puntata della saga Caskey. La prima parte si è chiusa con il terribile strappo tra la famiglia e Oscar, assieme alla sua enigmatica sposa, Elinor. I due lasciano la loro primogenita ostaggio di Mary-Love e Sister; che, poi, Sister è davvero la sorella di Oscar, mentre l’altra di love non ha nulla!

Le due fazioni così spaccate promettevano colpi di scena non indifferenti, contando anche le particolari doti di Elinor, di cui ancora non viene rivelato nulla di decisivo… il che mi porterà a struggermi in attesa del prossimo romanzo! In questo, però, l’effetto sorpresa non manca: la guerra fra suocera e nuora continua senza esclusione di colpi, sino al tranello teso da Mary-Love a Elinor, ma che le si ritorce contro dando a Sister lo spiraglio per rivendicare la sua libertà e indipendenza nei confronti dell’astuta madre.

Nel mezzo di questa faida dei guanti bianchi, giunge in città la sorella della non compianta moglie di James Caskey con  figli e problemi a seguito e, a completare il quadro, abbiamo la diga che dà il nome al libro e che viene costruita per proteggere la cittadina da altre piene. Ma chi la proteggerà dalla forza oscura della misteriosa Elinor?

Adoro le atmosfere di questo autore, mi sembra di essere lì ad assistere a questa epopea, un vero inno alla forza femminile e alla natura. Non mancano scene horror e suspense, mentre ormai non so più chi scegliere fra Mary-Love mamma chioccia soffocante, o Elinor a cui non ho ancora perdonato il primo misfatto e che sto odiando per  l’ultimo! Dilaniata da questo dubbio, non mi resta che patteggiare per Ivey e Sister, la cui curiosa unione di intenti crea un altro elemento magico nell’intera vicenda.

Venite anche voi a Perdido. Chissà se scopriremo prima o poi fra il fango del fiume e la vita di questa cittadina l’oscuro e terribile segreto di Elinor.

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