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Recensione: La cacciatrice di storie perdute di Sejal Badani

Titolo: La cacciatrice di storie perdute
Autrice: Sejal Badani
Editrice: Newton Compton Editori
Genere: narrativa Contemporanea
Data di pubblicazione: 06 Giugno 2021

Jaya ha il cuore spezzato. Ha tentato a lungo di avere un bambino, ma dopo la terza gravidanza interrotta sta cominciando a perdere le speranze. Anche il suo matrimonio inizia a sfaldarsi e così, nel disperato tentativo di ritrovare sé stessa, decide di allontanarsi da New York per riavvicinarsi alle sue origini indiane. Non appena Jaya arriva in India viene immediatamente sopraffatta dai colori, dai profumi e dai suoni. Ogni cosa ha un fascino esotico, per lei, e ben presto il desiderio di riscoprire la cultura della sua famiglia prende il sopravvento. Ma ci sono segreti del passato a lungo taciuti che hanno il potere di influire sulle generazioni a venire. E così Jaya viene a conoscenza della storia di sua nonna e di un amore clandestino che è destinato a cambiare per sempre la sua vita. Solo dopo aver scoperto il coraggio e l’inarrestabile spirito di resilienza che hanno caratterizzato le donne della sua famiglia, infatti, Jaya si accorgerà di avere dentro di sé una forza che non avrebbe mai potuto immaginare di possedere.

Care fenici,

se avete intenzione di dedicarvi alla lettura di questo libro, vi consiglio di mettervi comode e lasciarvi trascinare in questa storia intensa ed emozionante. Sejal Badani ci conduce in un viaggio lungo tre generazioni e tutto al femminile, dal momento che il romanzo ruota intorno alle vicende di Amisha, sua figlia Lena e sua nipote Jaya.

La narrazione parte dal presente. Jaya è una giornalista americana, il cui matrimonio entra in crisi dopo il terzo doloroso aborto e, per ritrovare se stessa, decide di partire e visitare l’India, terra d’origine della sua famiglia. Dal nonno, che non ha mai conosciuto, la donna vorrebbe delle risposte: perché anni prima sua madre, con la quale ha un rapporto freddo e conflittuale, ha promesso di non far mai più ritorno alla terra natia? Quale motivo può averla spinta a recidere ogni legame con la famiglia?

All’arrivo, scopre che il nonno Deepeck è già morto, ma sarà Ravi, suo servitore storico, a fornirle tutte le risposte che cerca. Comincia, così, il racconto della vita della nonna di Jaya, che rivive attraverso le parole del fedele Ravi.

Conosciamo uno dei personaggi più belli e complessi di cui io abbia mai letto: Amisha è una ragazza con una forte passione per la scrittura e la scuola, ma ciò che lei vuole poco conta, perché i suoi genitori le hanno combinato un matrimonio con un giovane che la ragazza ha incontrato un’unica volta il giorno stesso della celebrazione. Si adatta a una vita con schemi rigidi e prefissati, si abitua all’indifferenza del marito, che non la conoscerà mai davvero, e resiste alle vessazioni di una suocera invadente. Per lei è sufficiente poter volare con la fantasia e raccontare le sue storie per star bene, ma le cose cambiano quando conosce Stephan, un militare inglese. L’uomo è molto diverso da Deepack: ascolta Amisha, la invoglia a esprimere ciò che pensa e, soprattutto, l’ascolta. Sperimentare queste “libertà” provoca un forte turbamento nella protagonista. Con Stephan, infatti, lei riscopre la sua vera indole, riesce ad ammettere la sua insoddisfazione per un ruolo che le è stato imposto e che le sta stretto. Come potrebbe non nascere l’amore?

In un intreccio continuo tra presente e passato, tutte le domande di Jaya troveranno finalmente risposta.

Cosa posso dirvi di questo libro? Avete presente il famoso canto delle sirene, che attirava i marinai verso gli scogli? Credo di essere rimasta vittima di un sortilegio simile. Sono stata completamente stregata da questo romanzo. Non riuscivo a smettere di leggere, perché per me Jaya, Ravi e tutti gli altri erano diventati una droga. Il personaggio di Amisha, in particolar modo, mi è rimasto nel cuore. Il suo bisogno di libertà, il desiderio di voler essere se stessa e l’amore tormentato per Stephan sono state emozioni talmente ben descritte, da essermi giunte forti e dolorose come un pugno allo stomaco.

Sono rimasta affascinata anche dall’ambientazione della storia. L’autrice racconta l’India tra presente e passato, un paese dove la povertà è diffusa e con un rigido e brutale sistema di caste sociali, ma anche una terra dai valori semplici e viscerali; uno stato con molti problemi, ma assolutamente ammaliante.

Lo stile narrativo impreziosisce ulteriormente un libro che già brilla per il contenuto. La scrittura di Sejal Badani è evocativa e appassionante; durante la lettura è stato davvero semplice immaginare ciò che raccontava, quasi ho avuto la sensazione di poter sentire il profumo delle spezie e di poter vedere i colori sgargianti dei sari indossati da Amisha, tanto è stato forte il mio coinvolgimento emotivo e sensoriale!

Sinceramente, anche impegnandomi, non riesco a trovare un aspetto negativo in questo libro. Per me, le cinque stelle sono ampiamente meritate!

 

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