Recensione: Kiss Of The Night di April K. Jones

Autrice: April K. Jones
Genere: dark romance
Editore: self
Data di pubblicazione: 1 marzo 2025
L’amore più feroce nasce dalle ceneri del caos.
RYAN
Sono nato ai margini di Danclaire, cresciuto tra la polvere e le fiamme, rinnegato da chi avrebbe dovuto proteggermi. Per la città sono solo un bastardo, un criminale con il sangue sbagliato nelle vene. Per i Blackfires, invece, sono Hawk, il leader. L’uomo che nessuno può spezzare. Non ho mai avuto niente, fino a quando non ho preso lei. Lyv O’Connor.
L’erede della distilleria più potente della città, la principessa dorata della famiglia che ha scritto la mia condanna prima ancora che nascessi. Avrei dovuto odiarla, distruggerla, annientarla ed esibirla come un trofeo di guerra. Invece l’ho rapita, l’ho tenuta con me e lei ha finito per mandare in rovina ogni mia certezza.
Perché Lyv non è solo un nome su una lista da eliminare. È la mia fottuta dannazione.
LYV
Mi hanno insegnato che una O’Connor non si abbassa. Non cede. Non sanguina. Ero pronta a tutto, ma non a lui.
Ryan Byrne è il lupo che mi ha trascinata nella sua tana. Il re dei reietti, il demone cresciuto nel fuoco e nel fango. Dice di odiarmi, ma nei suoi occhi non c’è solo rabbia. C’è desiderio. C’è vendetta. C’è qualcosa che mi fa bruciare, che mi spinge a toccarlo anche quando dovrei scappare.
I nostri nomi sono incisi nella storia della città come nemici e c’è chi farebbe qualsiasi cosa per spezzarci.
Forse non possiamo fare altro che dichiararci guerra. Forse io e Ryan siamo destinati a distruggerci. Ma se deve finire, voglio farlo con il suo sapore sulle labbra.
Per chi ama:
Enemies to lovers
Hate to Love
Revenge
Slow burn
Bikers
Romanzo autoconclusivo, si consiglia la lettura a un pubblico consapevole.
L’ambientazione è un po’ particolare, si tratta di una cittadina suddivisa in due aree separate: quella abitata dai benestanti privilegiati e dalle famiglie fondatrici, e la foresta in cui vivono i rinnegati, considerati pericolosi fuorilegge.
Lyv, la protagonista, è cresciuta nell’alta società come una principessina, convinta di tutti i pregiudizi che le hanno instillato, ma ha un animo ribelle che la madre non è riuscita a placare.
Il romanzo si apre con il suo rifiuto di sposare il figlio di una famiglia potente che porterebbe molto beneficio alla sua, e la successiva fuga tra i boschi. Questo scatena una serie di eventi che mettono in pericolo non solo lei ma anche la comunità dei rinnegati (chiamati biker perché utilizzano moto da cross).
Lyv scopre quindi che le persone che sopravvivono in quei luoghi inospitali sono essenzialmente poveri, orfani, persone poco gradite nel mondo perfetto da cui proviene. Tuttavia, fatica a lasciare andare i preconcetti e, in particolare, continua a nutrire un odio profondo e ingiustificato nei confronti di Ryan, il loro leader, che le salva più volte la vita e le chiede di aiutarli partecipando a un piano per essere rivalutati dalla polizia e dalla gente di città.
«Le cose che stiamo affrontando potrebbero farti molto male, il mio mondo è imprevedibile e caotico. Ti scortica dentro, ti… ti cambia. E a volte distrugge.» Lei sorride, una curva amara. «Pensi che non lo sappia? Ryan, la mia vita è già stata distrutta. Forse questo posto… queste persone… possono legare i pezzi che restano. Quindi voglio collaborare in ogni modo possibile e non me ne andrò dalla tua vita, almeno fino a quando non avremo risolto tutto. Io non me ne vado, hai capito?»
Ma lei è una ragazzina viziata e ribelle, con atteggiamento adolescenziale e narcisista, per cui non solo oppone resistenza, ma senza volere li trascina in una guerra tra fazioni la cui prima vittima è proprio sua madre, che viene rapita. Il rifiuto del matrimonio e la fuga nei boschi, a quanto pare, hanno rotto un equilibrio precario e riacceso una faida tra famiglie che va avanti da generazioni.
Rispetto a lei, Ryan è più maturo e riflessivo. Uomo tormentato e accecato dal bisogno di vendetta, sa che innamorarsi di questo petardo è l’ultima cosa di cui ha bisogno. Cerca di allontanarla, ma allo stesso tempo ne rimane affascinato e vorrebbe tenerla al sicuro. Purtroppo rimane anche invischiato nel caos di giochi di potere che lei ha smosso, trovando difficile vedere una via d’uscita per sé e i suoi.
«Smetti di sottovalutarmi, so essere molto tosta quando voglio.» Per un istante rimaniamo fermi, troppo vicini, le sue dita ancora strette sulla chiave inglese, il mio respiro più corto del dovuto. Poi lascia cadere l’attrezzo con un tonfo e si avvicina ancora di più. Una mano sporca di olio si posa sul mio fianco. Il suo respiro sfiora il mio viso. «Mi stai togliendo il sonno da giorni, e sono incazzato, sono una bestia, devo smetterla di starti vicino quando sragiono.» «Io non voglio che tu stia lontano.» «Allora basta, ‘fanculo tutto.» Non so chi si muove per primo, se io o lui. So che in un attimo le nostre bocche impattano, si incontrano con una forza dannata e tutto smette di esistere.
A mio parere, Lyv ha un atteggiamento fastidioso e scostante: scappata da una madre pretenziosa che l’ha costretta a un matrimonio di convenienza e che non ha mai tenuto in considerazione i suoi sentimenti, i suoi sogni e la sua libertà, quando scopre della sua scomparsa si trasforma in figlia affezionata e distrutta dal dolore.
Una ragazzina petulante, impulsiva, diffidente e che detesta Ryan apparentemente senza motivo; emozioni così forti che la portano a sragionare e prendere decisioni irrazionali, con conseguenze pesanti sugli altri. L’idea di dipingerla come una wonder woman emancipata “che non ha bisogno di chiedere mai” è un po’ pretenziosa, dato che si tratta di una giovane cresciuta nell’alta società alla sua prima esperienza di ribellione. Per di più, per ottenere questa esaltazione del personaggio si fa leva sullo screditare il co-protagonista, che spesso e volentieri finisce per fare la figura dell’idiota, senza che i due si aiutino l’un l’altro in un atteso gioco di squadra.
Da un giorno all’altro Ryan passa, infatti, dall’immagine solida e carismatica di un capobanda a quella di perdente: un innamorato protettivo che, in una situazione che sta diventando sempre più esplosiva e caotica, si ostina nel limitare la libertà di Lyv anziché nell’agire unendo le forze e le menti: non è più capace di vincere le sfide sulla moto, non sa più salvare la sua donna, come stratega è inefficace, e le sue abilità nel compiere indagini non si discosta dallo zero cosmico.
Un uomo messo in ombra dalla prorompenza pomposa di lei, ma anche dai personaggi secondari, che finiscono per incoraggiare le svolte nella trama thriller al posto suo.
In tutta onestà, un po’ tutte le caratterizzazioni sono scricchiolanti. Dalla madre che (forse bipolare) si rivela empatica e amorevole, alla banda di rinnegati che, se all’inizio erano semplici disadattati, di punto in bianco si rivelano dei cecchini capaci di affiancare i professionisti.
Lui mi ha dato una casa quando non ne avevo una, mi ha protetta quando ero sola, mi ha aiutato a capire cosa posso essere e come impormi, a cambiare prospettive e a conoscere davvero la mia famiglia. Mi ha restituito la persona di cui avevo bisogno: me stessa.
In merito al ritmo di lettura, la storia ci mette molto a carburare: si sofferma a lungo sul tira e molla tra i protagonisti, che oscillano tra antipatia e attrazione, sentimenti ambivalenti che ristagnano in diverse scene che potrebbero essere sfoltite.
Quando l’azione finalmente inizia, il puzzle funziona bene, anche se si sviluppa con modalità non del tutto credibili. Interessante come è stato intessuto il puzzle che alimenta la trama suspense e come i vari elementi che lottano per il potere sono stati dislocati sulla scacchiera. Tuttavia, è una trama che manca di strategia e di investigazione. Se sommiamo tutto ciò alle caratterizzazioni ballerine, ne risulta una storia nel complesso poco convincente.
Concludo con una nota sullo stile che, come anticipato, è abbondante sia nel numero di scene non necessarie, sia nel ripetere concetti già noti. Anche i dialoghi eccedono di spiegazioni e si dilungano, quando potrebbero essere più essenziali e mandare avanti la storia in modo più scorrevole.