Recensione in AnteprimaRecensione libri

Recensione in anteprima: 23 ottobre 1956 di JD Hurt- Serie Damned Soldiers Series Vol. 2-

 

Titolo:23 ottobre 1956
Autore:JD Hurt
Editore: Self
Genere:Dark Romance
Serie:Damned Soldiers #2
Data di pubblicazione:23 Maggio 2022

 

Non so nulla del mio passato; i ricordi si fermano a cinque anni fa.
Ho un cuore vuoto che non si affeziona e una mente piena che non riesce a soffermarsi su nessun pensiero.
Eppure dovrei essere felice, quantomeno orgogliosa. Ho un marito; abito nel paese dell’uguaglianza: la Russia.
Mi chiamo Zoya Kostova; sono un’agente del KGB.
E sto per riprendermi la memoria perduta a Budapest.
Tutti ricorderanno questa data: 23 ottobre 1956. Il mio mese rosso sta per iniziare.

La cerco da più di dieci anni; ho girovagato per le strade del mondo e gettato il cuore negli angoli del pianeta per trovarla.
Adesso ho fatto il salto più rischioso.
Sono rimbalzato oltre la cortina di ferro.
Attraverserò l’Ungheria, poi andrò in Russia. Lei si trova in quel paese oscuro.
Mia sorella; la donna che ho rovinato.
Ariel Segre.
Nessuno dovrà dimenticare questa data: 23 ottobre 1956. E’ il giorno in cui la mia epifania sta per cominciare.

Ariel e Falko, quando l’amore sconfigge la morale.

 

 

  • 6 Ottobre 1943

    23 Ottobre 1956

 

 

 

Lo so che è tutto sbagliato quello che stiamo facendo; come ci guardiamo, come ci tocchiamo, come mi graffia il culo per sentirmi più a fondo, il modo in cui le pizzico i capezzoli per farla venire più forte. Ma il cuore umano è un magazzino per le emozioni. Non è, come affermano tanti, un luogo infinito. Lo spazio è limitato; perciò va riempito solo con ciò che ci dà gioia.

 

 

L’amore proibito per eccellenza, quello tra due fratelli.

Nati da madri diverse, vissuti in paesi distanti e senza avere mai vissuto il loro legame parentale, eppure costretti per il mondo a negare l’attrazione potente che li attrae, così viscerale da non potersi trattenere con la razionalità, pur sapendo la verità sul loro legame di sangue.

 

Per un attimo torniamo a essere quelli di tredici anni fa: quando ci sussurravamo segreti per non sentire l’oscenità della guerra. Quando ci toccavamo per dimenticare che avevamo lo stesso sangue. Quando ci baciavamo, perché se ti baci non puoi morire. E ti senti forte come Dio.

 

 

Questo è il filo conduttore primario. Sullo sfondo la rivoluzione di Ungheria e tantissimi altri intrecci che affondano le radici nel primo libro, che consiglio di leggere anche se incentrato su altri protagonisti. I nostri Falko e Ariel restavano sullo sfondo del primo volume, quando hanno vissuto le prime fasi della loro relazione. Ma ora tutte le carte in tavola sono cambiate. Il magnetismo che li attrae uno verso l’altra li riporta insieme, a una carnalità e a una passione irrefrenabile, combattuti costantemente sulla necessità di dirsi addio. 

 

È come se ogni volta che incrociamo gli sguardi i nostri occhi fossero direttamente collegati alla carne, ci scartavetrassero fino alle vene per stillarne, invece di sangue, litri di sentimenti. Quelli più sbagliati, però. Le pulsioni proibite.

 

 

Tanta sofferenza, tanti conflitti interiori che portano a vedersi, toccarsi come se fosse l’ultima volta, a trattenersi dal congiungersi in modo completo, senza capire perché qualcosa che sembra così giusto debba essere sbagliato.

 

“Sei così bello. Ma non è per questo che ti voglio. È come se mi fossi mancato sempre, persino quando non sapevo di conoscerti. Mi mancava averti accanto, mi mancavi dentro. Mi mancavi fuori. Mi mancavi in luoghi così profondi di me che credevo di avere perso dei pezzi. Chissà cosa significa questo nostro strano legame”.

 

 

Oltre a una rievocazione storica della rivoluzione in Ungheria, scorrono sullo sfondo altre questioni quali discriminazioni degli ebrei, repressione dei rivoluzionari, e una riflessione che attraversa tutte le epoche sul modo in cui il lato peggiore delle persone può essere incanalato nel nazismo, nello stalinismo, nel nazionalismo, nel comunismo o in qualsiasi altra forma di -ismo che sublima la violenza, la supremazia di alcuni su molti, il potere contro gli altri esseri umani anziché l’amore o la convivenza, l’accettazione.

 

“Sei perfetto, un uomo stupendo, ma io ti…” “Mi odi lo stesso” conclude al mio posto; “ti odio anch’io, Ma. Il punto è che ci hanno fregato da piccoli quando ci hanno insegnato a colorare dentro i bordi. È lì che le persone sbagliate come noi hanno perso. Abbiamo capito che trasgredire è l’unica cosa che ci fa sentire vivi”.

 

 

Molto intenso, straziante, e il retrogusto storico aggiunge spessore (un po’ decadente, privo di futuro) a una storia drammaticamente romantica per un amore impossibile. 

Per quanto la penna di JD Hurt sia sempre molto potente, è accattivante come le diverse serie riescano a declinare ognuna a modo proprio le emozioni risvegliate nei lettori. 

Bellissimi gli enigmi che rimangono velati fino alla fine: proviamo ad arrivarci da soli, ma sembra di non riuscire mai a cogliere fino in fondo l’intrigo che sta sotto le relazioni tra le persone e gli eventi. 

 

“Ti dono la mia tristezza, l’oscurità, la fame del mio corpo. Cerco di corromperti col pericolo e la sconfitta, ma ti offro anche spiegazioni su di te, teorie bellissime su quanto sei fantastica. Perché tu sei quella che entra nel mio cuore e non fa caso al disordine. Tu sei qualcuno che conosco persino meglio di me, perché sei la parte migliore di me”.

 

 

Molto belli anche i personaggi secondari, che sembrano uscire dalle pagine in tre dimensioni, incluso un ragazzino di cui spero si possa raccontare in futuro, perché vorrei vederlo sorridere, prima o poi.

Non ho detto quasi nulla della trama, volutamente. Credo che sia sufficiente provare a trasmettervi quanto si rimanga turbati, commossi e scombussolati dalla lettura.

 

“Ti prego, abbi coraggio” la supplico prima di addormentarmi ancora intrecciato a lei.

 

 

 

Articoli Correlati

Lascia un commento

Pulsante per tornare all'inizio