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Recensione: I Figli del D’Hara – Serie: La spada della verità di Therry Goodkind

Titolo: I Figli del D’Hara

Autore: Therry Goodkind

Serie: La spada della verità

Genere: Fantasy

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 19 gennaio 2021

 

  1. La prima regola del mago

  2. La spada della verità

  3. La stirpe dei fedeli

  4. Il tempio dei venti

  5. L’anima del fuoco

  6. La fratellanza dell’ordine

  7. I pilastri della creazione

  8. L’impero degli indifesi

  9. La catena di fuoco

  10. Fantasma

  11. Scontro finale

  12. La leggenda di Magda Searus

  13. La macchina del presagio

  14. Il terzo regno

  15. La fine della profezia

  16. Cuore Guerriero

  17. I Figli del D’Hara

 

Nel 1994 La prima regola del mago ha fatto conoscere ai lettori di tutto il mondo i personaggi di Richard Cypher, giovane guida dei boschi destinata a brandire la leggendaria Spada della Verità, e Kahlan Amnell, ultima Madre Depositaria in un mondo minacciato dall’ombra di un tiranno sanguinario.

“La Spada della Verità” è una delle più imponenti saghe fantasy mai scritte: un ciclo composto da 15 romanzi principali e svariati spin-off che hanno richiesto decenni di lavoro, sono stati tradotti in 20 lingue e hanno venduto oltre 26 milioni di copie.

I figli del D’Hara riprende le fila del racconto là dove si è concluso nel 2016 con il romanzo Cuore guerriero. Nelle cinque storie raccolte in questo volume, Richard e Kahlan si troveranno a fronteggiare l’avidità insaziabile della Dea Dorata, il potere oscuro del giuramento della strega e una frattura nel mondo dei vivi che li condurrà pericolosamente vicini a quello dei morti. Tutto per riuscire nell’impresa più importante della loro vita: salvaguardare il loro retaggio attraverso i figli del D’Hara.

 

 

Care Fenici, purtroppo l’autore di questa lunghissima serie, La Spada della Verità, è venuto a mancare da un po’ ma, almeno, è riuscito a dare un giusto finale alla saga. Questo è quello che si dice nelle recensioni su Amazon, anche se, per quanto mi riguarda, il finale in questione, seppur bellissimo, è ben lungi dall’aver chiuso. Semmai apre tante di quelle strade di cui, forse, non sapremo mai nulla e ciò mi fa venire voglia di farmi un giro nel Mondo Sotterraneo per riportarlo qui a scrivere. Ho un po’ di odio e amore per questo autore, capace di aver scritto una serie magica e bellissima e subito dopo averne scritta un’altra cupa e odiosa in cui tanti meravigliosi personaggi perdono la vita. Tra Benjamin, Cara, Warren e addirittura Zedd lo avrei strozzato personalmente. 

Premessa importante e di vitale importanza: il romanzo non può essere letto se non avete finito le altre due serie, altrimenti non capite una cippa. Non sono certa che mi sia piaciuto questo volume, o meglio, ho amato rivedere i personaggi rimasti vivi, con l’amara assenza di Nicci, ma per il contenuto della storia ni. Mi spiego meglio. Richard e Kahlan governano l’Impero Dhariano in pace e armonia, spalleggiati dalle indomite Mord-sith e dai fedelissimi soldati della Prima Linea, ma tutto d’un tratto questa splendida pace viene rovinata da una minaccia di guerra da parte della Dea Dorata. Chi è? Nessuno la conosce, ma strane creature cominciano ad apparire tra le mura del palazzo, degli esseri senza forma, come una specie di “scarabocchio” dotati di artigli e zanne capaci di perforare e uccidere qualsiasi forma vivente. Come arrivano vanno via e poi appaiono e scompaiono, niente sembra funzionare con loro tranne la magia, di cui hanno una gran paura e per questo minacciano Richard, il baluardo della magia del Dhara e Kahlan, la Madre Depositaria. Si sa che le sfortune vengono in coppia, dato che questa non è l’unica minaccia all’orizzonte. Anche Shota tesse i suoi incantesimi nell’ombra, con l’idea di tradire gli amici di un tempo per impedire un futuro profetico disastroso per tutti. Kahlan è incinta di due gemelli, entrambi con il dono, temuti dalla Dea Dorata e aborriti dalla strega. 

È un bel casino, eh?! In verità, a parte la faccenda di Shota, la storia della Dea Dorata è una gran ciofeca, una volta risolto il mistero nella testa resta: “tutto qui?”. Ed è un peccato, perché in tutta franchezza la vicenda della strega bastava e avanzava, il resto è solo un qualcosa in più già visto e ripetuto per fare scena. La vera cattiva è Shota, e ammetto che un po’ mi è dispiaciuto, mi piaceva come figura. 

Vengono introdotti nuovi personaggi, rivediamo qualcuno di quelli vecchi e assistiamo a un emozionante lieto fine, di non chiara natura. Rivedere Richard e Kahlan, quella sì è la vera magia, salvo il libro solo per loro. La trama regge poco, la noia, soprattutto all’inizio, è forte, poi, come sempre, si scatena il delirio proseguendo in una corsa impennata e sostenuta. Però mi è piaciuto ritornare con l’immaginazione al Palazzo del Dhara, rivedere le amiche Mord-sith e respirare l’aria di quello che è uno dei mondi meglio costruiti del genere Fantasy. Consigliatissimo per tutti gli amanti della saga!

 

 

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