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Recensione: “Disconnect 2” di Ilaria Soragni

Sono passati undici anni da quando Hayley ha lasciato Baltimora. Adesso vive a Londra e lavora in un bar del centro insieme a Jackson, il ragazzo che l’ha aiutata fin dal primo giorno e che è diventato il suo migliore amico. Hayley cerca di affogare i ricordi nella nebbia, nel grigio del cielo, ma le sembra sempre difficile. I pensieri continuano ad affollarle la testa e le notti le lasciano spesso in dono due occhiaie scure. Luke non l’abbandona. E un giorno compare in carne e ossa: si è trasferito a Londra per cercarla e finalmente l’ha trovata. Così Hayley viene travolta nuovamente dalle emozioni e dalle sofferenze che sperava di aver lasciato in America, fino a decidere di tornare a Baltimora insieme a Luke, convinta che affrontare il passato sia l’unico modo per vivere davvero il presente. Ritroverà tutti quelli che aveva lasciato, cresciuti e più maturi ma con ancora impressa nella memoria la morte di Ryan, l’evento che ha segnato nel profondo le loro anime cambiandoli per sempre. Cosa succederà ora che il gruppo è di nuovo unito? Riusciranno a superare il passato che li lega, le colpe e i rancori, per costruire il futuro?

 

“Disconnect 2” è il secondo libro della duologia scritta da Ilaria Soragni, che narra le tormentate avventure di Hayley e Luke.

Sono passati ormai 11 anni da quando Ryan è rimasta uccisa durante lo Yell per salvare la vita a Luke, l’amore di Hayley. Scappata da Baltimora, Hayley si è ricostruita una nuova vita a Londra, fatta di novità, ma anche di ricordi. Spera che raccontando la sua storia potrà finalmente mettere la parola “fine” a tutto ciò che è accaduto. All’amore, ai rimorsi, ai tradimenti, alle bugie, alle paure, alle ombre che la circondano. E’ in questo modo che incontra Irma, colei che scriverà un libro sulla sua storia.

“Mi perdonerai mai?”

Una richiesta accorata. Sono ben otto anni che Luke cerca la sua Hayley, è cresciuto, è maturato, ed è pronto a rimettersi nuovamente in gioco per cercare di farsi perdonare. Ma cosa vuole farsi perdonare? I tradimenti? Le bugie? O la morte di Ryan? Questo romanzo è un nuovo tuffarsi nella mente di due ragazzini, perché se la prima parte del libro è un rincontrarsi dopo tanto tempo e capirsi se fidarsi l’uno dell’altra, il ritorno a Baltimora è estenuante.

La scrittrice mette nuovamente a nudo i ragazzi e le loro storie, i loro sentimenti, ognuno sotto un’angolazione differente. Hayley, colei che ha abbandonato, ma che è stata anche abbandonata. Luke tiratosi fuori dall’alcolismo, ora cerca la redenzione, qualcuno che lo salvi. E Caleb, un pozzo nero e denso dal quale tirarsi fuori.

Tutti devono essere salvati e forse l’unico modo in cui potranno riuscirci è farlo l’uno con l’altro. L’amore e il dolore sono correlati. Un incontro di anime, in questo romanzo nel romanzo.

“Non voglio risalire. Voglio rimanere in questo fondale perfetto, fatto di capelli chiari come la sabbia e occhi blu come il mare in tempesta.”

Riusciranno nel loro intento? Oppure soccomberanno ancora e si divideranno, andando ognuno per la propria strada?

Come per il primo libro, per me è stato difficile dare un giudizio. La prima parte del libro è lenta, nel suo rincontrarsi di anime, nello riscoprirsi a vicenda e nel cercare di capire se potersi fidare oppure no. Sfiorarsi, accarezzarsi, capire se la voragine nel petto e il dolore spariscono mentre sono insieme. Aprirsi nuovamente ai dubbi, alle difficoltà. La seconda parte è stata molto utile per comprendere alcuni punti di vista di Luke -che verso la fine del libro- con i suoi pensieri si apre al lettore.

L’equilibrio difficile raggiunto negli anni viene spezzato lasciando il posto a vecchie e nuove emozioni, e alla realtà. Scontrarsi con i problemi per riuscire a salvarsi e a crescere, per riprendersi le proprie vite. Anche in questo caso con un finale per nulla scontato.

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Voto Nivienne 3.5

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