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Recensione Booktok: Deviant 1. Eclissi di Marte di Ellie B. Luin 

Serie: Deviant vol.1

Titolo: Deviant 1. Eclissi di Marte

Serie: Deviant vol.1

Autrice: Ellie B. Luin 

Genere: dark romance spicy

Editore: SPERLING & KUPFER

Data di pubblicazione:  4 aprile 2023

Età di lettura consigliata: 18+

La serie Deviant è composta da:

  • Deviant 1. Eclissi di Marte
  • Deviant 2. Specchi di Venere
  • Deviant 3. Cosmogonia

LUI È UN AVVOCATO SPIETATO.
LEI È UNA RAGAZZA CHE NON HA PAURA DI NULLA.
UNA STORIA D’AMORE UNICA E PASSIONALE CHE DIMOSTRA CHE NESSUNA LEGGE GOVERNA L’ATTRAZIONE.

E se scoprissi che nessuna legge governa l’attrazione?

Quando la tua vita è costellata di sogni infranti e scelte discutibili, non puoi permetterti di avere paura. E nessuno lo sa meglio di Venus, che, accantonata l’idea di diventare ballerina professionista, si è ritrovata a condurre un’esistenza ai margini e a lavorare come spogliarellista da Annabel, un lussuoso locale londinese dove il vizio e il denaro la fanno da padroni. Ed è proprio lì che incontra un affascinante sconosciuto, da cui si sente sedotta all’istante e in modo viscerale. Si tratta di Mavor Axford, il lupo dell’Old Bailey, l’avvocato più brillante della città, noto per difendere ricchi e potenti, e soprattutto per non perdere mai una causa.
Quando, per un caso sfortunato, Venus si rivela essere la testimone chiave in un processo contro uno dei suoi maggiori clienti, Mavor si dichiara determinato a distruggerla, a prescindere dal fuoco della passione che arde tra loro. Così, sullo sfondo di una Londra cupa e peccaminosa, Venus e Mavor diventano pedine in un gioco di seduzione pericoloso e proibito. Chi dei due ne uscirà vincitore?
Dopo aver travolto Wattpad e il #booktok, è finalmente disponibile in libreria Deviant, l’attesissima storia di Ellie B. Luin, che, con il suo stile accattivante e coinvolgente, è già considerata una grande promessa del dark romance con spiccate tinte crime.

 

 

La cosa che colpisce da subito è il linguaggio poetico e metaforico, vibrante, colorato, capace di evocare in noi emozioni e percezioni, tanto da farci quasi dimenticare dei contenuti. Un po’ come quelle poesie che ci colpiscono per come suonano e riverberano dentro di noi, prima ancora che per i significati. 

Questo rende il fraseggio piacevole ma non semplice e scorrevole (non è una lettura da coda alla posta, per capirci). Il romanzo merita di essere letto con calma, lasciandosi cullare dalle parole, affondando bene nelle frasi così ben arricciolate.

 

«La verità, piccola Venere, è che quegli occhi belli e vuoti…» Abbassò il tono, come se mi stesse confessando un pensiero occulto, eppure fin troppo reale. «… più mi dicono di no e più te li vorrei scopare.» […] E Mavor era carne e avorio, velluto, corallo, era un morso sanguigno che ti bagna tra le gambe, il raziocinio che andava in cenere nel camino davanti a noi. Quell’uomo era emozione in movimento, e io volevo diventare il sudario dei suoi peccati. 

 

Venus è una spogliarellista, vittima di un rapimento a scopo di abusi durato pochi giorni e del quale non ricorda niente, dato che è stata stordita con delle droghe: questo è il nucleo di un mistero che sarà svelato nel corso di tre libri. Soffre di alessitimia, ovvero prova emozioni che rimangono bloccate dentro di lei e che non riesce a riconoscere. Questo la rende un ribollire di emotività, cosa che la confonde e la disorienta. Quando non riesce ad anestetizzarsi, va alla ricerca delle sensazioni forti che le sono note, come le botte di adrenalina o di paura. 

Mavor è l’avvocato dell’accusato (un potente boss della mafia londinese che nessuno è mai riuscito a incastrare). Imbattibile e feroce in aula, arrogante e manipolatorio, è un lupo che sprigiona ondate di pericolosità, rabbia, lussuria. È nato per la guerra e la vittoria. Sa essere spietato, crudele, narcisista ed esibizionista, ed è intrigato da tutto ciò che può conquistare e piegare. Questa donna ammaliante e dagli occhi vuoti, che non cede ai suoi ricatti, rappresenta una sfida che continua a stuzzicarlo e che non può evitare di inseguire.

Venus non lo teme. Da un lato lo prende sottogamba, troppo fiduciosa nell’idea che la giustizia trionferà senza sforzo, ma allo stesso tempo è ben consapevole del suo lato oscuro, e brama ciò che può farle provare: adrenalina, dolore, paura. 

Si annusano, si cercano, si respingono, in un balletto che ci tiene sulle spine senza mai arrivare a conclusione, nell’attesa di qualcosa che non si verifica troppo facilmente, perché condito da un barlume di sensi di colpa e del timore della perdita di controllo che nessuno dei due si vuole concedere.

Si trovano su posizioni contrapposte e l’ultima cosa che dovrebbero fare è entrare in collisione; al costante invito di lui al non fidarsi mai, lei risponde con un invito a farla piangere, se ci riesce: dovrebbero odiarsi. Eppure, quando sono insieme, avvertiamo lo sfrigolare delle pagine per l’attrazione bruciante, viscerale, incontenibile, inspiegabile. Un’attrazione che trasforma ciò che dovrebbe essere repellente in brama per il proibito. Proprio perché sanno che devono stare lontani, fanno in modo che la loro occasione (ogni volta, per loro, dovrà essere l’ultima) sia un’esplosione dei sensi.

Per una serie di casualità, continuano a imbattersi uno nell’altra, come magneti che si attraggono involontariamente nonostante il tentativo di resistere, saturando le pagine di gas pronto a esplodere, che li stordisce e fa perdere loro la lucidità, finché il lettore stesso desidera e allo stesso tempo teme il momento in cui scatterà la scintilla definitiva, ansiosi di sapere se si verificherà prima la detonazione oppure la sentenza del tribunale che abbatterà uno dei due.

 

Qualsiasi persona guardassi rifletteva la mia anima nera. Il mio narcisismo non avrebbe mai smesso di perseguitarmi: io riuscivo a vedere come mi guardavano gli altri. Ma lei, con il suo candore assassino, rifletteva i miei sbagli e li faceva anche suoi. Mi assorbiva i fluidi avvelenati e ricuciva i tagli come un ago da sutura. Le scostai una ciocca di capelli dietro le orecchie e osservai quel volto che esprimeva paura e lacrime nascoste da un velo di indifferenza. Aveva i lineamenti di un angelo, ma sulle sue labbra brillava la tentazione del peccato originale. «Non sei una di quelle che si mette ad ammirare il tramonto… è la notte, che ti piace sentire dentro di te.»

 

La caratterizzazione di Venus la rende molto particolare, diversa dalle altre, capace di prendere decisioni inaspettate. Il suo essere attratta dalle emozioni forti la fa apparire sfrontata, coraggiosa o incurante di certe situazioni, spiazzando le persone che ha di fronte e rendendola allo stesso tempo irresistibile.

Mavor incarna un conflitto interiore tra l’avvocato rampante, senza scrupoli, in perfetto controllo di sé e sugli altri, e un uomo sedotto che ha perso la testa per un corpo che lo attrae eroticamente. È costantemente in bilico tra la spinta a lasciarsi andare e il contenersi in un atteggiamento di ghiaccio e distaccato. 

I due protagonisti sono specchio l’uno dell’altra, per quanto lui in un ruolo più rispettabile rispetto a quello svilito di una ragazza che mette in mostra il corpo. Entrambi mostrano una maschera impeccabile e attraente a nascondere la mostruosità, la perversione, o semplicemente il vuoto, la solitudine, la colpa, il non avere più nulla da perdere. Entrambi manipolatori, lui con le parole, lei con un corpo che seduce e induce desiderio senza concedersi mai. Entrambi nascondono dei segreti che proteggono a costo della vita, per nascondere un’anima che ritengono a brandelli, deturpata, inservibile. Più avanziamo nella lettura, e più sembra che riescano a riconoscere nell’altro le varie sfaccettature: lui comprende le emozioni di lei, gliele esterna perché le legga e le comprenda, e le permette di abbracciarle e farle sue (il primo orgasmo è un momento epico); lei inizia a comprendere la morale narcisistica che guida i comportamenti di lui e il potere che, ammaliandolo, può avere su di lui. 

 

«Ma io non sarei stato ricattabile se non avessi mai ceduto a questo fottuto desiderio di averti in qualsiasi modo mi fosse stato concesso.» «Adesso che mi hai avuta puoi ritenerti soddisfatto.» «Io non ti ho avuta. Io ti ho solo scopata.» «E quale sarebbe la differenza?» «Ricordati una cosa, piccola V. Ogni cosa che possiedi, ogni cosa che ottieni…» I suoi occhi divennero cenere mentre vacillavano di un riflesso lunare che lo costrinse a socchiuderli. «Ogni cosa che ami… è solo l’ennesima cosa che perderai.»

 

Il traino che determina il ritmo e la tensione nella lettura è il desiderio struggente di assecondare quel magnetismo che continua ad attrarli uno contro l’altro in modo quasi doloroso. L’erotismo è espresso soprattutto come brama, desiderio per qualcosa di inarrivabile e proibito, come seduzione interrotta, più che con scene prettamente sessuali o descrittive.

Anche se non viene suscitata molta aspettativa per i pochi indizi lasciati durante il percorso riguardo il mistero sottostante, il romanzo si sviluppa in un delizioso crescendo di rivelazioni. In realtà, per quasi tutta la lettura la nostra attenzione è convogliata verso l’aspetto passionale tra i protagonisti, il respingimento attrattivo, il tira-e-molla che si genera; quindi non siamo troppo incuriositi dalla possibile complessità delle vicende crime, che invece si rivelano più interessanti di quanto ci aspettavamo. 

Mi auguro che il secondo libro non sia un prosieguo dello stesso schema gatto-topo, odio-amore, conflitti interiori, su cui, a mio avviso, già questo si è dilungato troppo.

 

Hot 🔥 | due pietre focaie pronte a prendere fuoco al minimo sfregamento. Perversioni.
Sentimento ❤️ | riescono a desiderarsi nonostante o proprio per i rispettivi lati oscuri

Valutazione

voto

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