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Recensione: Miss Fury (NY Sinners Series Vol. 6) di Charlotte Lays

 

 

 

Titolo:Miss Fury
Autore:Charlotte Lays
Editore:Self
Genere:Romance
Data di pubblicazione: 6 Gennaio 2022

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Sfidarsi, spingere le proprie forze oltre il possibile e non averne ancora abbastanza: sarà questo il modo in cui si gestisce il dolore, quando ti avvolge dal primo giorno di vita?
Sophie, medico sportivo in gamba e integerrimo nascosto nel corpo di una femme fatale, ha una vita tutto sommato sotto controllo: nessuna relazione, sport estremo e lavoro.
Tanto lavoro.
Non ha equilibri, né basi solide su cui sentirsi stabile, ma con questa precarietà ci convive da sempre.
Il suo mondo però è destinato a capovolgersi del tutto, lasciandola senza corde a cui aggrapparsi, quando suo padre si risposa e acquisisce un nuovo figlio: il campione di pugilato Lou-TheHammer-Miller, un concentrato d’integrità e voglia di riscatto da cui fuggire sarebbe auspicabile.
Perché Sophie lo sa: non serve un’ulteriore complicazione alla sua vita già disastrosa.
Peccato che il destino non ne tenga minimamente conto.
E neanche Lou.

 

 

«Be’, ho fatto la scelta giusta, perché indossi un vestito che farebbe resuscitare gli istinti primordiali a un centenario.» Apro le braccia, sconfitta. «Sei un idiota.» «La mia donna può indossare quello che vuole, basta che sia chiaro a tutti che è mia.» «Le tatui il tuo nome in fronte con la pietra?» 

 

Sophie ci attrae dai primi minuti, dalle prime risposte taglienti capaci di rimettere al loro posto gli uomini che non sono (mai) alla sua altezza. Una donna di ghiaccio, una fortezza inespugnabile, che solo la pazienza e la tenacia di un boxeur con l’empatia di Lou potevano essere in grado di far vacillare.

Fredda, determinata e rigida, è tanto competente e professionale sul lavoro quanto emotivamente bloccata, e il dolore che percepiamo da subito ci entra nel cuore facendoci empatizzare con lei.

 

«E perché no?» mormora. Poi mi solleva sul piano come se fossi una piuma e i nostri volti combaciano in maniera allarmante. Il cuore comincia a picchiare forte contro la cassa toracica, il mio respiro si infrange sulle sue labbra. «Perché alla fine tutti coloro che amo non scelgono mai me. C’è sempre il piano B che è migliore.» 

 

Incolpata dal padre di aver ucciso la madre morta di parto, perde l’unico fratello con cui ha una empatia simbiotica, e da quel momento vive con una rabbia repressa che le fa disprezzare gli altri, se stessa e la vita.

Tutta l’abilità di Charlotte Lays emerge nelle mille sfumature emotive che riesce a mettere in campo per descrivere la forma, la natura, le fragilità di questa corazza con cui Sophie convive per nascondere a sé e agli altri il suo senso di colpa e di solitudine. 

 

Il suo funerale fu l’ultima occasione per gli altri di vedermi piangere. Caddi anch’io nella spirale bellicosa della guerra: dichiarai alla morte la promessa che non le avrei più concesso di prendere qualcuno presente nel mio cuore, perché nessuno ci sarebbe più entrato. 

 

Sophie è medico sportivo, ma un colpo basso di un atleta troppo pieno di sé le fa perdere il lavoro e le rovina la reputazione. Accetta quindi la proposta di Lou, figlio della nuova moglie di suo padre, e decide di seguire il suo allenamento in vista della rivincita su un amico che l’ha tradito rubandogli non solo il titolo ma anche la moglie e tutti i risparmi.

 

«Si vede che non hai mai avuto a che fare con dei pugili. Sappiamo aspettare. Ci piace soffrire e siamo pazienti. Resistenti.» 

 

Lou è un uomo onesto, leale, tenace ma capace di essere paziente. Riesce a vedere il vuoto negli occhi di Sophie, ne coglie il dolore, la fragilità, e non si lascia allontanare dalle sue maniere taglienti.

 

Sorrido quando la osservo muoversi, perché è allo specchio e ha quello sguardo. «La vedi quella merda, Sophie? Quella parte di te che odi così tanto?» Lei si ferma e ha il respiro corto, il petto sudato che si alza e si abbassa per lo sforzo. Rivoli di sudore le scendono dalle tempie. Sbatte le palpebre e annuisce. «È quella a cui devi fare il culo.» 

 

Ho adorato la sensibilità che satura il momento in cui l’armatura di Sophie si sgretola nonostante la paura e l’ardua ribellione del suo bambino interiore. Non smetterà mai di essere una donna forte, ma forte non significa essere stronza a tutti i costi, e certamente non vuol dire fingere di non essere anche fragile, fallibile. Ho amato come ogni scena di sesso fosse pregna di significato, e ho adorato ogni minuto degli sviluppi finali, che da un climax intenso digradano a un tormento disperato lenito lentamente, assimilando emozioni e cambi di prospettiva, maturando una crescita.

 

«Hai bisogno di riporre l’armatura, di sentirti amata, di essere felice.» I miei occhi balzano nei suoi. «Le rose profumano, gli uccellini cinguettano e le farfalle svolazzano. Quella è la storia di Biancaneve.»

 

 

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