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Recensione: “Tempi duri per i romantici” di Tommaso Fusari

 

 

 

 

 

 

 

Stefano ha ventidue anni e una vita tranquilla. Simpatico, belloccio e con la battuta sempre pronta, divide il suo tempo tra le serate a Trastevere con gli amici, il lavoro che non ama particolarmente ma che gli permette di avere una casa tutta per sé, le polpette piene d’amore di mamma e la storia con Michela. Sembrerebbe andare tutto per il verso giusto eppure a Stefano qualcosa non torna. Non può fare a meno di sentirsi incompleto, fuori posto, fuori cuore. Stare con Michela gli ha fatto capire che “con una donna puoi ridere, mangiare, guardarci un film, scoparci tutta la notte, prenderci il caffè insieme e correre comunque il rischio di non amarla”. Perché l’amore vero è un’altra cosa. E sta da un’altra parte.

Allora succede che ritrovare un dischetto di cartone con sopra disegnato un pettirosso dia uno strattone alla sua vita costringendolo a ripensare a quando, dieci anni prima, era poco più che un bambino. E a ricordare quegli occhi scuri e profondi, quelle lentiggini che diventavano una costellazione, quel modo goffo e particolarissimo di tirarsi da parte i capelli rosso fuoco. Da quel momento niente ha più senso se non andare a cercarla, ovunque sia, rischiando di perdere tutto pur di ritrovarla. Lei, Alice, il pezzo mancante, la ragazzina che ti guardava in un modo che non sai spiegare, in un modo che ti sentivi subito a casa. Perché, davvero, certe volte perdersi diventa l’occasione unica e imperdibile per ritrovarsi. Perché “si possono dimenticare episodi, eventi, parole, canzoni, ma mai le persone che ci hanno fatto del bene”.

Scrivo questa recensione due giorni dopo aver terminato la lettura di questo romanzo; intanto ne ho approfittato per raccogliere i frammenti in cui il mio cuore si è spezzato, qualcuno era piccolo perciò ho dovuto contarli tutti. Adesso ve lo racconto, però solo un po’, perché credo che questo sia uno di quei libri che vanno letti e ingoiati, quelli di cui una frase ogni tanto ti salta in testa anche quando fai qualcos’altro e la mente che gira a caso trova un’emozione su cui appoggiarsi.

Stefano e Alice si conoscono a otto anni quando iniziano a condividere la vita. La scuola, il banco della classe, il quartiere popolare di Roma, la strada in cui abitano l’uno di fronte all’altra. Lui rimane stregato da una chioma di capelli rosso fuoco, un paio di occhi neri e profondi e una costellazione di lentiggini, lei costruisce per entrambi la speranza del futuro e progetta sogni di viaggi lontani, una casa di fronte al mare e una finestra con un cornicione “rosa acceso”. Per quattro anni rimangono legati come se non dovessero più lasciarsi andare, per quattro anni Stefano offre a Alice un rifugio dai mostri che abitano la sua casa, dividono i dolci che lei prepara, ripetono lezioni di storia durante le notti che sono sempre troppo brevi, perché l’alba arriva subito e Alice deve ritornare silenziosa nel suo letto, ma tanto va bene perché dopo l’alba arriva la scuola e Stefano e Alice si salutano così: “ci vediamo tra poco”. Fino all’arrivo dell’estate dei dodici anni, quando lui trascorre due mesi dai nonni al mare e, al suo ritorno, Alice non c’è più. Stefano la cerca a casa sua, l’aspetta davanti alla porta, deluso e incredulo, ma la porta rimane chiusa e i giorni passano senza spiegazioni, per poi diventare mesi e anni. La vita va avanti come sempre sa fare, tra gli amici e la famiglia, il diploma e le ragazze, poi Stefano trova un lavoro e prende un appartamento in affitto, come fanno i grandi. Lui però lo sa che qualcosa manca, anzi qualcuno. Qualcuno che negli anni non è mai davvero andato via, un pensiero costante, un sogno incompiuto, il filo d’erba verde brillante nel cemento delle strade, la farfalla rossa che vola tra le sterpaglie a bordo strada. Così dopo dieci anni Stefano si mette alla ricerca di Alice, abbandonando la sicurezza della sua città, la culla della famiglia e degli amici, e inizia un viaggio nell’ignoto in cui mette alla prova se stesso, prendendo decisioni nuove e inattese, riscoprendosi, per trovare l’unica persona che possa dare senso e completezza alla sua vita.

Non aggiungo altro perché tutto quello che accade in seguito è semplicemente la vita che si compie; quella meravigliosa e indescrivibile dell’amore inseguito, conquistato, ritrovato, e quella terribile e crudele che ti annienta e ti fa crescere. Quella tra Stefano e Alice è una storia d’amore, di vita e di coraggio, ancora più stupefacente se si pensa che a scriverla è stato un giovane autore classe ’92 al quale perdoneremo lo stile un po’ acerbo, che ha saputo raccontarla con sensibilità e purezza, lasciando spazio alla realtà fatta di musica, birra, fumo, amici e cibo squisito preparato con amore e che dell’amore spesso diventa la dimostrazione.

Consiglio questo libro a tutti. Io a quarant’anni suonati, dopo milioni di parole lette, non immaginavo di poter essere catapultata con una tale violenza nella dolce nostalgia dei miei ventidue anni, quando i confini non esistono e non esiste alcuna gabbia fatta dalle sbarre delle scelte a cui la vita ti obbliga, inevitabilmente.

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Review Overview

Voto Lady Kei 4,5

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