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Recensione: “Silken” di Isobel Starling

Matthew Fisher adorava essere un ballerino, ma la sua carriera lunga dieci anni è giunta a una brusca fine a causa di un infortunio al ginocchio. Ha dovuto cercare un nuovo modo per mantenersi e, per fortuna, sua sorella è amica di Annabelle Ramsay-Aiken, l’unica figlia del magnate immobiliare Sir James Aiken. Gli ha procurato un colloquio e, dopo sei mesi di addestramento, Matthew diventa agente immobiliare per la Aiken Luxury Lettings. Ora, invece di fare esercizi alla sbarra, passa le sue giornate ispezionando le case vuote londinesi dei loro ricchi e famosi clienti.
Rinunciare alla carriera come ballerino ha lasciato un grosso vuoto nel cuore di Matthew, e per riempirlo ha aperto un blog su Tumblr dedicato al suo fetish sull’indossare biancheria femminile. Volendo dare ai suoi follower l’impressione di vivere una vita incantevole, decide di usare le proprietà della A.L.L. come location per servizi fotografici erotici.
Uno dei suoi follower riesce ad attirarlo in maniera particolare e tra loro si sviluppa una lunga relazione Dom/sub online. Ma quando la relazione passa improvvisamente dalla fantasia alla vita reale… Matthew riuscirà davvero a sottomettersi?

Jack non stava cercando uno schiavo; stava cercando un partner che potesse divertirsi con i giochi di ruolo e assumere quello di sottomesso in camera da letto. E così, attraverso il suo personaggio online e assegnandogli compiti come tenere un diario e altri incarichi, aveva plasmato il suo ragazzo e gli aveva insegnato cosa doveva fare per compiacerlo.

Silken è la storia di un incontro tra un Dom e un Sub che si sono conosciuti online. Si tratta del primo episodio di un romanzo a puntate che racconta la prima fase in cui due persone che non si sono mai viste dal vivo e che avevano un rapporto fatto di giochi a distanza, compiti assegnati e prove a testimonianza (ad esempio foto in posizioni perverse); che si conoscono e formalizzano il loro rapporto di sottomissione, con una scena finale in cui c’è una prima esperienza di bondage.

Si tratta di quei primi momenti in cui due amanti con proprie personalità, desideri e paure cercano di rincorrere la scintilla che li attrae, ma allo stesso tempo si prendono le misure e cercano di mettersi a loro agio nella sfera più intima.

È posta un’attenzione meticolosa nel raccontare quanto delicato sia un rapporto tra un sub che deve arrivare ad affidarsi completamente a un estraneo, e un Dom che deve saper anticipare, comprendere e soddisfare i bisogni del suo sottomesso. Un rapporto basato su fiducia, dialogo, apertura, ma anche capacità di essere onesti e di ammettere i propri errori, i propri desideri e i propri limiti.

Quello che non troveremo rispetto agli altri romanzi BDSM è l’aspetto psicologico, di manipolazione, di umiliazione (non è uno dei kink che piace ai due protagonisti): quello che condividono Jack e Matthew sono gli aspetti divertenti dei giochetti perversi e di esibizionismo, come vestire intimo femminile o piegarsi in posizioni di danza classica. La dinamica Dom/sub è presente nei ruoli, ma non come sottomissione psicologica.

Tutto il romanzo è molto caldo, pur non essendoci, di fatto, un gran numero di scene di sesso esplicito.

L’autrice è molto minuziosa nei dettagli, cosa che rende le descrizioni un po’ eccessive per i miei gusti minimalisti, mentre nelle scene erotiche e narrative questa cura dei particolari non fa che accrescere l’aspettativa e la tensione, e riesce a dipingere immagini che si stampano nella mente in modo molto vivido, rendendole cariche di sensualità.

Matthew lo sentì avvicinarsi prima ancora di vederlo. Era una curiosa sensazione di prurito nella coscienza, e poteva immaginare che fosse ciò che provava la preda prima dell’attacco di una pantera.

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