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Recensione: “L’amore non è mai come sembra” di Francesca Redolfi

Gaia ha 24 anni e sogna di diventare una giornalista professionista. La gavetta nella redazione di un grande quotidiano milanese non la spaventa, finché a metterle i bastoni tra le ruote non arriva Diego, un nuovo e brillante cronista: maledettamente bravo… e bello! Da un giorno all’altro tutti i pezzi migliori vengono affidati a lui e la competizione tra loro si fa subito accesa. Quando in redazione si verificano fughe di notizie verso la testata concorrente, dove lavora Vittorio, fidanzato di Gaia, il direttore inizia a sospettare di lei e la situazione si fa sempre più difficile e precaria. E se fosse invece Diego la gola profonda e il mandante dei sospetti nei confronti della ragazza? Gli atteggiamenti elusivi e i misteri sulla vita privata del bel collega nutrono i sospetti di Gaia, che si tuffa a capofitto in un’inchiesta per smascherare Diego e scopre invece che la verità non è quasi mai come sembra e … Una commedia degli equivoci romantica, agrodolce e piena di continue sorprese che tengono alta l’attenzione dei lettori dalla prima all’ultima pagina.

“L’amore non è mai come sembra” è un libro autoconclusivo dell’autrice Francesca Redolfi che ha inserito all’interno del volume il suo retaggio lavorativo come cronista e redattrice. In ogni pagina, infatti, s’intuisce la conoscenza profonda dell’ambiente in cui Gaia si destreggia ogni giorno.

Gaia Pollini ha ventiquattro anni e da due è collaboratrice precaria al quotidiano “La voce di Milano”. Come tutti quelli nella sua situazione, spera di essere assunta per iniziare il praticantato e poter così dare l’esame di stato indispensabile per inscriversi all’Ordine dei Giornalisti. È dipinta come una ragazza spigliata e solare, che si butta a capofitto nel proprio lavoro, ma anche un po’ zerbino, pronta a dire sempre di sì a tutto ciò che le viene chiesto di fare. In tutta onestà, non ho avuto una buona opinione di questa protagonista o, comunque, sono stata combattuta a riguardo. Positivamente sul fatto che si fidi dell’amore, del proprio ragazzo e che, nonostante riceva avance da altri, non se ne renda conto perché innamorata. Negativamente per il carattere introverso, non di far valere le proprie ragioni e troppo credulona.

Sono lontani i tempi di Quarto potere, eppure, in qualche angolo dentro di me sento che in un modo o nell’altro posso avere la possibilità di cambiare le cose; che quello che scrivo potrà far annoiare, divertire, spaventare o commuovere. Emozionare, insomma. È questo quello che cerco. L’emozione, provarla, e farla provare.

Vittorio. Il fidanzato. Il bello e dannato? Dannato sicuramente. Io lo dannerei per il resto dell’eternità! Appena ho iniziato a leggere di lui, del suo comportamento e del suo carattere, ho iniziato a odiarlo. E il fatto che Gaia fosse sempre pronta a giustificarlo? Negativo davvero. Ma si sa, quando si è innamorati, non si vede a un palmo dal proprio naso.

E poi arriva Diego. L’antagonista. Il nuovo collaboratore che si occuperà di Cronaca Bianca, come Gaia. Sembra un degno rivale nella corsa per verso l’assunzione, perché scrive dannatamente bene. Ma è anche dannatamente bello. Lei, però, sembra essere l’unica a non subirne il fascino, perché innamorata di un altro e troppo preoccupata per il proprio posto da cronista.

Attorno a loro s’intrecceranno le storie dei genitori di Gaia, del direttore del giornale Lorenzo che la chiama Pollìni e dei vari collaboratori del giornale. Molti sono i personaggi che mi hanno fatto arrabbiare, oppure gioire per la bontà del loro animo. Massimo, Pietro, Cinzia, Elena, Samantha, Roberta, Beatrice, Giulio, Licia. Ma Aisha, Lena e Charlie mi hanno conquistato in modo particolare.

È così strano. Siamo amiche da anni, ma non parliamo mai dei sentimenti che sentiamo l’una verso l’altra. C’è una specie di pudore adesso nel farlo. Forse riuscivamo solo quando eravamo più giovani, quando da adolescenti riempivamo le “Smemo” di tanti tvb. Crescendo, si perde quella spontaneità. Come ci si vergognasse. Però è davvero un peccato. Ogni tanto, vorrei ancora un tvb scritto sul diario a confortarmi nei momenti no.

Questa citazione mi è rimasta nel cuore. Mi ci sono ritrovata e forse succederà a molte altre lettrici.

Un libro in cui l’intreccio si riempie di segreti a ogni nuova pagina, alcuni sui quali non si è quasi indagato – marginali alla storia – ma che hanno appesantito e rallentato la lettura. Segreti di cui, però, si riusciva già a intuire molte cose dalle battute dei personaggi, forse troppo esplicite. Ho trovato poco interessanti o pertinenti alcune descrizioni e fatti, così come certe scelte, compiute per allungare la storia. È solo dopo la metà del libro che la trama entra nel vivo, diventa realmente romance, ed è la parte che mi è piaciuta di più. Soprattutto il finale.

Non mi è dispiaciuto che fosse solo Gaia a raccontare la storia, ma a volte avrei voluto conoscere cosa c’era dietro lo scintillio d’un paio d’occhi “di un colore strano che vira dal castano ad altri toni indefinibili”.

Mesi estivi pieni di segreti, tradimenti e bugie. Di chi? A chi? Lo saprete soltanto leggendo questa storia che mi ha lasciato combattuta su vari fronti come l’amicizia e l’amore. Ovviamente questo è solo il mio pensiero da lettrice.

Lieta soltanto che Gaia da bruco si sia trasformata in farfalla.

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Voto Nivienne 3,5

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