Recensione: Zendar: Principe Guerriero di Laura Fiamenghi

Dicono che prima della Caduta uomini e donne nascessero più o meno con la stessa probabilità, ma le radiazioni hanno fatto qualcosa ai nostri geni e ora il rapporto tre femmine su dodici sembra un vero colpo di fortuna.
La razza umana sopravvive in poche città isolate da chilometri e chilometri di deserto cocente, abitato solo dai mutanti, gli Zendar.

Ashka è un’Ancella dell’Imperatrice e non ha mai potuto essere se stessa sotto il velo che indossa.
Zarek è un guerriero, il principe degli Zendar, servo di un tiranno spietato.
Due anime affini che si incontrano quando non dovrebbero.
Due individui legati da una passione dirompente che faranno di tutto per combattere un destino insolito e crudele.
Riuscirà il loro amore a fiorire in un mondo arido governato da leggi spietate?

Zendar è il primo romanzo della ‘Stars and Sand trilogy’ un romance fantasy post-apocalittico che segue le vicende di Zarek e Ashka. Non è autoconclusivo ed è destinato a un pubblico adulto. Avvertenze: contiene scene di violenza e sesso esplicito.

Bentornate Fenici!

Ho trovato un libro davvero bello che mi ha ricordato a tratti Mad Max, Ken il guerriero e sì, anche Dune. Parlo di Zendar Principe Guerriero, il primo libro di una trilogia post apocalittica della Fiamenghi. 

Ashka Solarena è un’Ancella delle Epoche al servizio dell’Imperatrice di Guardiara; in questo mondo post apocalittico le città sono distanti e il deserto la fa da padrone.

Ancora una volta l’umanità è sopravvissuta alla distruzione, ma è regredita non avendo più alcun tipo di tecnologia, causa primaria della Caduta originata da una creazione tecnica dell’uomo divenuta senziente la quale, ritenendo il genere umano il nemico numero uno, prese il controllo delle armi nucleari distruggendo il mondo.

Ashka è affamata di conoscenza, sa che esistono gli Zendar e che la sua gente non li considera umani, ma sbaglia invece, perché oltre ad esserlo si sono evoluti adattandosi al clima desertico; quando per un caso fortuito ne incontra uno nei sobborghi, le cose cambiano. 

Zarek è il principe degli Zendar, deve servire un re tirannico e lo fa solo per tenere al sicuro il suo popolo. Quando incontra quella strana umana che suscita il suo interesse qualcosa in lui si accende.

“Sono alta 1.79, porto il 42 di piede e ogni circonferenza del mio corpo si è sviluppata con la sola ambizione di occupare lo spazio.”

Una storia che coinvolge fin dalla prima pagina. Guardiara è una città governata dalle donne che, per garantire un futuro alla razza, possono prendere più di un marito.

 Ashka mi è piaciuta subito, finalmente una protagonista non stereotipata, molto “umana” nelle sue caratteristiche fisiche e anche nella sua sete di conoscenza, una donna che vuole apprendere e saperne di più. L’incontro con Zarek è il classico colpo di fulmine anche se lei si continua a ripetere che è stato solo un bacio e niente più. 

Zarek è… Zarek. Un gran bel pezzo di manzo del deserto, con occhi di luna e fossette sulle guance, grosso, alto e bello da fare male. L’abbigliamento degli Zendar mi ricorda quello dei Tuareg, le loro città sono costruite sotto il deserto e sanno come conservare l’acqua e questo mi ha ricordato molto Dune, con i Fremen, i Sietch e l’acqua nelle vasche, così come i vermi delle sabbie anche se in questo caso sono carnivori e attaccano di giorno.

Il worldbuilding è impressionante mi ha fatto sentire parte della storia, si empatizza facilmente con i personaggi e il libro finisce con un cliffhanger che ti lascia con un … e adesso?

Libro consigliato.

Alla prossima.

Un saluto dalla vostra Mal