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Recensione: O’ Russo (Camorra Tales Vol. 1) di JD Hurt

Titolo:O’ Russo (Camorra Tales Vol. 1) 

Autore:JD Hurt

Genere:Mafia romance 

Target età +18

data di pubblicazione:31/3/23

 

Da bambino le torture della mia famiglia mi hanno amputato il cuore. Sono rimasto con una mente in disordine e due mani buone solo a uccidere.
Napoli è la città giusta per un mostro come me: sole che sbatte sui tetti, buio che rimbomba nei vicoli.
Io sono Kolya Sobolev, meglio detto O’ Russo.
Finalmente ho trovato su chi sfogare l’oscurità che mi porto dentro.
Lei è un fuoco bugiardo.
Purtroppo è qualcosa con cui voglio bruciarmi.

Da bambina ho dovuto scegliere la Camorra per salvare chi amo. Ora sono un’affiliata.
Mi chiamo Mariarca Maisto; il mio regno e la mia prigione è Secondigliano. Per diventare una donna libera devo fottere O’ Russo, peccato che la mia anima mi gridi contro.
Saprò farla tacere e scegliere ciò che è giusto per me?

Kolya e Mariarca, quando l’amore si veste di inganno.

Nota dell’autrice: O’ Russo è il primo volume della Camorra Tales. Si tratta di un dark – mafia – suspense – age gap – romance. O’ Russo è un personaggio nato nella Honorable Men Series, precisamente nel terzo volume, L’Avvocato della Mafia. Inizialmente sarebbe dovuto appartenere alla Honorable Men Series in qualità di spin off. Esso dà, invece, vita a nuova serie intitolata Camorra Tales, che è pertanto una serie cross over della Honorable. Per via delle scene violente e sessualmente esplicite è destinato a un pubblico adulto e consapevole. É consigliato aver letto precedentemente L’Avvocato della Mafia. In ogni caso si tratta di un romanzo autoconclusivo.

 

 

Cosa sono io? Mi sembra di sentirvi domandare. Buona o cattiva? Delinquente, oppure onesta? Se davvero lo state chiedendo, non siete di queste parti. Qui il colore del cielo sarà pure blu, ma ciò che prevale nelle nostre anime corrose dalla camorra è il grigio.

 

 

Ogni libro di JD Hurt è uno scrigno a sé; O’ Russo è un’esplosione di drammaticità, passione, poeticità; una dichiarazione d’amore inaspettata, irragionevole e ribadita pagina dopo pagina, attraverso uno stile evocativo e sanguinante lirismo. 

 

Sottostante c’è una trama gialla di cui percepiamo solo la punta dell’iceberg, legata al fatto che i protagonisti, Kolya e Mariarca, lavorano per due clan camorristici opposti, con la missione di consegnare l’altro al proprio boss.

Naturalmente il fatto che si innamorino uno dell’altra (inspiegabilmente, visceralmente, perdutamente) rappresenta un imprevisto che prospetta esiti disastrosi.

 

Ho il terrore che, se tratterrò l’emozione senza vivermela, l’ultimo pezzo di cuore che ho nel petto si sgretolerà, lasciando la voragine ancora più concava. “Sei la mia dannatissima occasione” la stringo così forte che domani avrà lividi sui fianchi. “Per cosa?” “Per vedere se toccare qualcosa di così bello rende il mio animo meno mostruoso, oppure anche il fascino non fa che aumentare la miseria che mi porto dentro”.

 

 

Kolya deve portare a termine la sua missione per poter salvare l’unico affetto della sua vita: il suo passato è un campo di tortura e prigionia, e un solo uomo che gli ha fatto da padre ha mai voluto amarlo. Ma quando incontra Mariarca le emozioni si accendono in lui come un fuoco d’artificio, per la prima volta nella sua vita. È impensabile tornare il gelido killer che è sempre stato e consegnarla al suo boss. Lei diventa letteralmente la sua “arca”, l’ancora, l’ossessione per una salvezza in cui non ha mai smesso di credere.

 

Lui mi fissa con quegli occhi di cristallo. “Il dolore degli altri mi cura” ammette tristissimo. “Ma non ti guarisce” intreccio i nostri sguardi. “E cosa può farlo?” si inginocchia al mio livello. “Nulla” ammetto prostrata, “solo tu puoi decidere di stare bene. La vera gioia nella vita è sentirsi amati. Cominciare a volersi un pochino di bene è l’unica terapia che esiste”. Kolya mi scruta disperato. Ci sono già passata con mia madre. Si pensa: non ce la farò mai a cambiare. Mutare è la cosa più complicata del mondo. Il voler bene, persino a noi stessi, non si compra, non si vende, non si impone. 

 

Mariarca è una brava ragazza finita nel tritacarne della camorra. Non ha mai voluto farne parte, ma è bastato un nulla per essere sporcata e poi risucchiata sempre più. Ciò che motiva le sue azioni è il desiderio di uscirne e di farsi una vita vera, libera, priva di sangue e violenza. 

L’aggancio che le prospetta questo futuro è Gennaro, figura ambigua e misteriosa. Non ci sono chiari il suo ruolo o gli obiettivi, né sappiamo se sia abbastanza influente per poter portare a termine il piano, ma sappiamo che Mariarca è costantemente in bilico tra scegliere di proseguire il piano stabilito sacrificando Kolya e mandare a monte i piani seguendo l’illusione che l’amore possa vincere su tutto.

 

è più forte di me provocare questa specie di angelo dall’anima in pezzi. Non so perché lo faccio. Oppure il motivo è molto chiaro: entrambi siamo pieni di crepe, eppure in qualche modo insieme diventiamo compatti. Devo spezzare questo blocco bellissimo e maledetto in cui ci trasformiamo ogni volta che ci sfioriamo.

 

 

La relazione tra i protagonisti è stordente, passionale, romantica; estorce sentimenti forti che affondano nel conflitto amore-odio: il contrasto è giustificato dalla diversa appartenenza a fazioni contrapposte, ma ciò che provano insieme è così viscerale, puro e intenso da risultare magnetico e irrisolvibile. L’unica verità è che si mentono: il loro innamoramento accade così rapidamente che ancora non si fidano uno dell’altra, non si confidano, non sono sinceri nei loro progetti, e questo porta avanti una battaglia sanguinosa tra le opzioni che i ragazzi potrebbero seguire: salvare solo se stessi o morire insieme, senza sapere se l’altro sarà fedele al proprio cuore.

 

Lui mi legge dentro. Non sa un cazzo del mio animo, eppure mi riacchiappa dagli angoli bui in cui mi nascondo. “È che vuoi il potere su di me. Vuoi vedermi annaspare come io ho visto te”. Non lo so perché faccio sì col capo. Mai rivelare la tua strategia al nemico, gli concede campo e vantaggio. Lentamente si abbassa i jeans sdruciti. “E io te lo do tutto, sai perché?” si sfila il cazzo dritto dai boxer blu. “A perdere potere si smarrisce vantaggio, ma si guadagna fiducia.

 

 

Vuoi per lo stile, vuoi per la centralità delle emozioni intense dei protagonisti, si tratta di una storia molto passionale e romantica.

Kolya si è rivelato diverso da ciò che mi aspettavo. Il suo essere totalmente in balia della devozione per la sua donna, la sua salvatrice ci priva in qualche modo di entrare in contatto con la sua brutalità da killer, con il risentimento di un’infanzia in gabbia o con il vuoto di non aver conosciuto amore. Con genitori diversi, Kolya sarebbe potuto essere una brava persona.

Di Mariarca posso solo dire che ho adorato il suo conflitto interiore tra la ragione che spinge verso un progetto ben organizzato e l’istinto che ti strappa a tutto per buttarti tra le braccia di qualcuno che ha messo a soqquadro la tua realtà.

 

“funziona così tra noi. Detesto vederti varcare la soglia della mia vita, ma mentre te ne vai adoro guardarti. Allora ti tengo lì, in bilico sul bordo dei pensieri e non riesco a farti cadere”.

 

 

Come in tutti i romanzi di JD Hurt, tutto fa parte di un enigma sottostante piuttosto complicato, che si intreccia anche con intrighi irrisolti della serie Honorable Men, già conclusa. Un sottofondo giallo che alimenta la suspense per tutta la lettura e che affonda le mani negli intrighi familiari dei personaggi (effettivi ma talvolta anche in ombra, che poi emergono sul finale).

Si rimane col fiato sospeso, avidi delle poche briciole trovate tra le pagine, per arrivare a un’ esplosione sul finale, dove i tanti fili vengono districati.

 

“Somigli al principe azzurro, ma non ho mai sognato uno come te. Sei esattamente il contrario dei miei progetti. Volevo una persona morbida come seta e più dolce dello zucchero; tu sei tutto spigoli e amarezza. Però quando casco tra le tue braccia mi sento accolta da una specie di gommapiuma e, appena ti assaggio, il tuo fiele diventa miele.

 

 

Non può mancare un’annotazione sull’ambientazione. Leggendo si può respirare l’aria di una città complessa come Napoli, dipinta non solamente nel suo lato tragico, degradato, perduto, ma anche con le voci di chi ha voglia di farcela. Eppure si sente pressante il peso della rete mafiosa che tenta di ingabbiare, di agganciare, continuando a stringere le maglie fin sui bambini. Un male contro cui ci si può fare qualche anticorpo, ma che può risultare definitivo e inguaribile, se ti coglie. 

 

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