Recensione: Le Ceneri e il Re Maledetto di Carissa Broadbent

L’amore è un sacrificio sull’altare del potere. Dopo il Kejari, tutte le certezze di Oraya si sono sbriciolate. Prigioniera nel suo stesso palazzo, in lutto dopo aver perso l’unica famiglia che abbia mai conosciuto, sconvolta da un devastante tradimento, non sa più neanche quali siano le sue origini. Solo di una cosa è sicura: non può fidarsi di nessuno, soprattutto non di Raihn. Anche il Casato della Notte è circondato da nemici. Gli stessi nobili di Raihn non sono entusiasti di essere governati da un re mutato, che per di più è un ex schiavo. E il Casato del Sangue affonda i suoi artigli nel regno, minacciando di dilaniarlo dall’interno. Per questo, quando Raihn propone a Oraya un’alleanza, lei accetta, consapevole di come quell’accordo sia l’unico mezzo per riavere il suo regno, e vendicarsi di chi l’ha tradita. Per riuscirci, tuttavia, dovrà fare ricorso a un potere antico e straordinario, legato ai più grandi segreti di suo padre. Mentre i nemici la assediano da ogni parte, Oraya si accorge che niente è come sembra. E a mano a mano che svela il passato e affronta il futuro, si ritrova costretta a scegliere tra la cruenta realtà del potere e un amore che potrebbe portarla alla rovina.

«Hai intenzione di uccidermi, principessa?»[…]

«L’hai già fatto. Non so perché continui a offrirmene l’occasione.»[…]

«Passerei tutta la vita contro la punta della tua spada e ne varrebbe la pena».

Fenici buonasera, dopo aver divorato il primo volume della serie Le Corone di Nyaxia (che ho amato in pieno stile Hunger Games, con i vampiri), devo ammettere che questo secondo libro mi ha lasciata un po’… affamata, e non in senso sexy.

Il focus si sposta drasticamente: se prima tutto ruotava attorno alla coppia, l’azione e la tensione romantica, qui ci troviamo immersi fino al collo nella politica dei casati, con dialoghi strategici, giochi di potere e alleanze più instabili di quanto possa esserlo io, quando mi trovo a scegliere cosa mangiare a cena.

I due protagonisti, Raihn e Oraya, che nel primo libro mi avevano fatto battere il cuore e strappato più di un sospiro, qui sembrano quasi due versioni alternative di loro stessi.
Raihn, che prima era sarcasmo e carisma da vendere, qui si trasforma in un fidanzatino appiccicoso, in cerca di coccole e approvazione.
Oraya, invece, se nel primo libro era una principessa con la spada in mano, qui passa gran parte del tempo a covare rabbia e voglia di vendetta, ma senza mai davvero esplodere. Il suo malumore è quasi contagioso. Giuro, ho rischiato di farmi una tisana alla camomilla per solidarietà.

La parte romance è ridotta al minimo sindacale, e le scene spicy scarseggiano. Mi sento in dovere di dirlo per chi cerca passione vera e non solo sguardi intensi e tensione trattenuta.
Il ritmo del romanzo è piuttosto lento, soprattutto nella prima metà, ma si riprende con un finale davvero potente e pieno di colpi di scena. Peccato ci metta così tanto a ingranare.

Nota di merito? Vincent. Un personaggio secondario che già avevo amato nel primo volume e che qui, attraverso i ricordi e le rivelazioni del passato, mi ha fatto stringere il cuore ancora di più. La sua assenza si sente, eccome.

I pov alternati tra Oraya e Raihn sono una delle cose che ho apprezzato di più: aiutano davvero a entrare nella testa dei personaggi, anche se a volte avrei voluto urlare: “scambiatevi le personalità, vi prego”.

Il finale è sì conclusivo, ma anche apertissimo. La saga conta sei volumi e il prossimo ci porterà nel Casato delle Ombre. Curiosità? Tanta. Ma spero di ritrovare un po’ del ritmo e della chimica che mi avevano fatto amare il primo.

Quattro stelle, perché la scrittura resta coinvolgente e l’universo creato è affascinante, ma per favore, Carissa, nel prossimo volume ridacci i nostri protagonisti con il loro carattere originale. Grazie.