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Recensione: Il filo d’argento – Serie: The Elite King’s Club Vol. 2 di Amo Jones

Titolo: Il filo d’argento 

Serie: The Elite King’s Club Vol. 2

Autore: Amo Jones

Genere: dark romance 

Editore: Newton Compton Editori

Target: +18

Data di pubblicazione: 19 maggio 2022

  1. Il cigno d’argento (Madison & Bishop)
  2. Il filo d’argento (Madison & Bishop)
  3. Il silenzio dorato (Madison & Bishop)
  4. Malum: Part 1 (Nate & Tillie)
  5. Malum: Part 2 (Nate & Tillie)
  6. Sancte Diaboli: Part One (Brantleye & Saint)
  7. Sancte Diaboli: Part Two (Brantleye & Saint)

 

The Elite King’s Club
Credeva di sapere chi fosse. Si sbagliava.
Le hanno mentito. L’hanno ingannata. Tradita.

Adesso Madison Montgomery non è che l’ombra della ragazza di un tempo. Ha dovuto affrontare i segreti oscuri e pericolosi che aleggiano nei corridoi della Riverside Preparatory Academy, l’esclusiva scuola privata negli Hamptons a cui il padre l’ha iscritta. È in fuga, dopo aver appena scalfito la facciata di apparente perfezione dell’istituto. Ma si è resa conto, suo malgrado, che di quel mondo ormai fa parte. Porta sulle spalle il peso di ciò che hanno fatto le generazioni precedenti. Se non vuole ri­schiare di diventare una pedina in un gioco più grande di lei, deve ricucire i confusi frammenti che le rimangono del suo passato e utilizzare tutte le capacità che non sa­peva nemmeno di avere.
È ora di cambiare gioco. Non può fidarsi di nessuno. Nemmeno del fascino magnetico di Bishop Vincent Hayes…

 

 

Procediamo con la storia tra Madison e Bishop: con il secondo libro della trilogia finalmente si entra nel surreale. Secondo il tipico svolgimento dei libri di Amo Jones, la realtà ordinaria iniziale viene sempre più deformata da scoperte e rivelazioni che mescolano la quotidianità con una serie di situazioni assurde, passati misteriosi, intrecci incredibili, fino a quando la nostra percezione della storia è del tutto stravolta e alla trama si aggiunge un tocco magico, mistico, tremendo, distorto.

 

«Senti, le cose stanno così. Capisco che ora sei a pezzi e hai la testa incasinata per tutta questa merda che ti sta capitando. Ma questa storia va molto più in profondità di quanto tu possa anche solo riuscire a comprendere». «Hai intenzione di dirmi di cosa si tratta?», gli chiedo, guardandolo di nuovo. Lui risponde subito: «No». 

Madison sta continuando a vivere una serie di coincidenze che non possono più essere solo casuali. Contraddizioni nei comportamenti dei ragazzi che le stanno accanto, momenti spaventosi che i King provocano volutamente, uno strano libro che sembra essere più un diario che un racconto: tutto inizia a essere indice di bugie nascoste e di memorie smarrite che devono essere prima o poi riportate alla luce. 

A ogni pagina che avanza, Madison scopre un cumulo sempre maggiore di falsità che le persone a cui vuole bene le hanno raccontato. Rivelazioni e ricordi svelati sgretolano la  fiducia nelle persone che le stanno accanto, una dopo l’altra, finché tutto il suo mondo crolla e il nuovo che compare, quello a cui davvero appartiene, è semplicemente assurdo e spaventoso.

 

«Sì?», mormora, voltandosi e guardandosi alle spalle. «Perché ti piace tanto distruggermi?». Sorride un po’, quel tanto che basta per mostrare la fossetta sulla guancia. «Perché mi viene il cazzo duro a rimetterti insieme». La sua risposta non mi sorprende, per niente. «Ma», aggiungo, facendo un passo avanti, «tu non mi rimetti mai insieme come si deve. Porti via parti di me, così quando mi rimetti a posto, sono tutta incrinata e ancora visibilmente rotta». Il suo sorriso vacilla per una frazione di secondo, un’esitazione che non dura abbastanza perché io possa coglierne il significato. Si gira verso di me, i suoi occhi si fissano sui miei. «Essere rotta è la tua possibilità di sopravvivere, Madison». 

Forte è la tentazione di compiangersi e fare la vittima, ma Madison è una guerriera, una donna che ama la caccia e i fucili, quindi supera lo shock delle nuove scoperte su di sé rifugiandosi nei tipici vizi proposti e promossi dai libri di stampo americano: ubriachezza, feste, promiscuità.

Da tipica diciassettenne, poi, incarna anche atteggiamenti da ragazza insicura, gelosa, eccessivamente appiccicosa: non si accontenta dei gesti e delle parole di Bishop, del patto di esclusività che concordano insieme, e lo sfida con atteggiamenti a sua volta poco coerenti e poco rispettosi, pretendendo sempre di più.

Lo strano libro che ha trovato potrebbe darle qualche risposta in più, ma come per molte adolescenti, anche Madison fatica a trovare il tempo per leggere, troppo presa dai tira e molla con il suo “quasi” fidanzato e dagli sbalzi emotivi fortissimi tipici di questa età.

 

Gli lecco la lingua, tirandola leggermente prima che lui morda il mio labbro inferiore. Mi tiro indietro, porto il mio naso al suo e cerco i suoi occhi. Sono occhi annebbiati di eccitazione – un’eccitazione scura, dominante e potente. Posso ballare su questa linea? Questa linea pericolosa che mi porta a un luogo da cui so che potrei non tornare più indietro? Sì. 

Ho continuato a dare credito al suo atteggiamento immaturo, ambiguo e stranamente intimo verso altri King immaginando che nascondessero un risvolto della storia, dando spago ad Amo James, lasciando che mi portasse fino a raggiungere il mio limite di accettazione, al border line. Adoro come questa autrice danza su quel filo frastagliato, sembra perdere l’equilibrio, eppure non superarlo mai.

È qui la sua magia: nel convincerci a “stare” nella storia anche quando non siamo a nostro agio, spinti dall’aura di mistero che dev’essere ancora svelato e che potrebbe spiegare, giustificare e ammorbidire, o al contrario strappare i confini, i bordi, farci arrabbiare, annichilire, rinnegare il patto narrativo. Proprio su questo bordo tagliente, spiacevole, fastidioso lei si muove, rendendo tutta la lettura una poltrona di spine.

Semplicemente delizioso anche se la protagonista, in questo secondo volume, è davvero una spina nel culo. 

 

«Calmati, Bishop. È stata una notte difficile, e tu non puoi dire un cazzo». «Oh, davvero?». Bishop mi guarda. «Perché non ricordo l’ultima volta che ho limonato con un’altra dopo di te, Madi. Quindi aggiornami ora. È questo che devo fare? Iniziare a cazzeggiare in giro così che tu capisca da dove vengo, cazzo?» «Bishop», mi alzo in piedi, «sei ridicolo. Non stiamo insieme. Non ci siamo mai stati! Sei tu che hai detto tutte quelle stronzate del “niente etichette” al lago». «Non sapevo di dover specificare che non devi fare la puttana, Madison». «Non sono una puttana!», urlo. «Non sono andata a letto con nessuno tranne che con te, vaffanculo!». Bishop scuote la testa. «No, ti piace solo far credere ai ragazzi che possono scoparti». «Vaff…» 

Pur essendo un “libro di mezzo”, ho apprezzato il fatto che abbia guadagnato una sua piena dignità: continua ad alimentare il mistero, le nuove scoperte, l’intrigo crescente. Madison scopre sempre più cose (e nuovi personaggi) e, come annunciato, questo la porta solo a nuove domande senza arrivare a nulla di concreto, perdendo allo stesso tempo tutti i punti di riferimento di cui potersi fidare.

Il romanzo continua a essere particolarmente intenso, duro, le scene erotiche molto spinte, sia fisicamente che emotivamente.

E Bishop… ora iniziamo a conoscerlo meglio, ad apprezzare i suoi conflitti emotivi. Sappiamo che ha tanti vincoli esterni e per questo ha innalzato tante corazze, ma tutto nel suo atteggiamento grida che lui ama quella ragazza. Pur senza dare nomi a questo tipo di emozioni, il fatto che si senta protettivo e possessivo, che pretenda l’esclusività e la conceda, è molto significativo, e non vediamo l’ora di vedere come i ragazzi usciranno dal garbuglio di rovi in cui sono infilati. 

 

«È una debolezza. Non avevo niente da perdere finché non ti ho incontrata. Non posso permettermi di avere una debolezza, non in questa vita». «Be’, forse allora ci incontreremo in un’altra, e potrò essere qualcosa di più di un punto debole per te». Lo guardo e i suoi occhi si fissano sui miei. La sua oscurità affonda nella mia, aggrappandosi come una fiamma fa con la brace. «E cosa potresti essere?», chiede, le sue sopracciglia si sollevano mentre passa lo sguardo dalla mia bocca ai miei occhi. «Tua». 

 

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