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Recensione: Babylon di Alejandro Varela

Titolo: Babylon

Autore: Alejandro Varela

Editore: NN Editore

Genere: narrativa 

Target:+16

Data di pubblicazione: 19 maggio 2023

Trama

Andrés è un professore universitario figlio di immigrati latinoamericani. Vive a New York con il marito Marco, ma la loro relazione è in crisi dopo un tradimento. Convinto che la distanza possa sanare le ferite, Andrés torna nella sua cittadina natale nei sobborghi di Long Island per prendersi cura dei genitori, e partecipa suo malgrado a una rimpatriata del liceo. Ma tornare significa riscoprirsi vulnerabile, ed esporsi ai ricordi che affiorano prepotenti: Andrés rivive la paura e la sfida di sentirsi un outsider nel piccolo mondo della provincia; incontra il suo primo amore, Jeremy, ora sposato e con figli; e rivede l’amica Simone, ricoverata in un ospedale psichiatrico. E mentre ripercorre il passato che hanno condiviso, l’amicizia e la passione che li ha tenuti insieme anche nei momenti più bui, Andrés si ritrova a scegliere tra un antico sogno di gioventù e la certezza del presente, tra illusioni e speranze. Babylon è una lucida metafora dell’America di oggi, dove razzismo e conflitto sono ormai sedimentati nel tessuto delle relazioni, famiglie, coppie, amicizie. Con una voce onesta e provocatoria, in cui risuona l’eco delle lingue che oggi popolano il paese, Alejandro Varela racconta di uomini e donne che resistono e non si arrendono a un futuro di esclusione, e che costruiscono la propria felicità ogni giorno, un amore alla volta.

Andrés ha una vita apparentemente perfetta: una carriera invidiabile come professore universitario, un marito che ama e che vorrebbe anche dei bambini. Ma le apparenze celano verità nascoste e dolori profondi. Così come da ragazzo è sempre (o quasi) stato ubbidiente con i genitori e bravo a scuola, anche ora Andy è un uomo corretto, fedele e sostenitore del Partito Democratico. È uno dei rari esemplari che prima di pensare a sé, aspetta che il partner sia soddisfatto a letto! 

Ma non è sufficiente essere irreprensibili per essere felici.

Marco lo ha tradito e sebbene lui lo abbia perdonato, i due fanno fatica a rimettere in sesto il loro rapporto, a riacquistare quella fiducia oramai compromessa. La malattia del padre è l’occasione per Andy di allontanarsi, di tornare a casa e con la distanza magari riuscire a ricominciare. Figlio di immigrati latino americani profondamente cattolici, capaci di costruirsi un futuro con sacrifici, umiltà e instancabile fatica, il professore è cresciuto cercando di non dare mai loro una delusione. La scoperta della sua omosessualità è stato uno shock per i genitori che però ora lo appoggiano e sono preoccupati per questa separazione da Marco a cui sono affezionati. Il ritorno nella cittadina d’origine permette a Andy di partecipare alla festa degli ex alunni del suo liceo vent’anni dopo il diploma.

 

“Negli ultimi vent’anni, queste rimpatriate hanno attraversato i miei pensieri come un corpo in caduta libera oppure aerei che si schiantano contro edifici, vale a dire in un baleno e, a volte, con un brivido. In quei momenti avevo paura di rivivere il passato, di scivolare senza scampo nella morsa…tra  pochi minuti, tutto questo cambierà. Vent’anni di astinenza dal passato avranno fine.”

Quella cittadina che sembra quasi essersi congelata nel tempo, senza grandi cambiamenti se non nelle persone, negli amici di un tempo che hanno vite diverse come un omofobo violento diventato pastore o la sua più cara amica ricoverata in un ospedale psichiatrico. E poi c’è Jeremy, il suo Jeremy. Primo e forse mai dimenticato amore, colui che gli ha fatto battere il cuore e scoprire il piacere dei sensi, e anche colui che quello stesso cuore lo ha ridotto in pezzi. Lui è cambiato, ha una moglie e dei figli, naturalmente anche qualche filo grigio a striare il biondo cenere dei capelli oltre che pieghe e ombre che solcano il viso. Una nuova immagine che va a sovrapporsi a quella che popola i suoi ricordi da tanti anni. Nonostante lo scorrere inevitabile del tempo e le rughe, Jeremy è ancora affascinante ma sicuramente, non più il diciottenne che Andy reputava il ragazzo più bello che avesse mai conosciuto.

 

“La sua voce è rotta, nervosa. Siamo come due terremoti adiacenti fuori sincrono, il cui effetto combinato è una turbolenza correttiva che neutralizza le nostre ansie.”

Basta poco perché la familiarità tra i loro corpi, più che delle loro anime profondamente cambiate, li riavvicini: incontri rubati che lasciano Andy più vuoto che appagato, perché sembrano non avere un vero senso oltre a un piacere effimero. Al contrario per l’infelice Jeremy sono attimi colmi di speranza, l’illusione di poter ricominciare, di recuperare quel tesoro prezioso che si è lasciato sfuggire dalle dita: l’amore per quel ragazzo che gli aveva fatto perdere la testa e che continua a scombussolargli la vita.

 

“Jeremy aveva cambiato tutto. Andy non aveva mai percepito il potere e il peso dell’amore reciproco. Stare con Jeremy aveva tolto uno strato di artificio, lo aveva fatto sentire nuovo e vivo, ma anche vulnerabile. E per quanto tempo avrebbe dovuto essere così felice e libero prima di poter essere davvero una persona felice e libera? La persona che sarebbe stata se il mondo fosse come dovrebbe “

L’America di oggi, multietnica e multiculturale è in questo romanzo un affresco realistico e affascinante, con la descrizione di una cittadina qualsiasi ma, caratterizzata da scorci e ambienti suggestivi, popolata da personaggi normalissimi ma ritratti in modo irresistibile. 

La scrittura elegante e ironica di Alejandro Varela, scevra di sentimentalismo, scardina con una prosa brillante, certezze e convinzioni, indagando tra dubbi e sentimenti in un continuo alternarsi tra passato e presente. Tradimento e perdono, reti familiari che ancorano ma allo stesso tempo spingono a fuggire, sono i punti cardine di un romanzo di grande impatto. Un ritratto di una delle tante cittadine americane dove immigrati che provengono da tutte le parti del mondo convivono in modo più o meno pacifico senza mai davvero integrarsi completamente gli uni con gli altri.

Ho amato le chiacchierate di Andy con l’amica Simone che nonostante i suoi problemi mentali si trova a esser quasi un grillo parlante, una confidente, l’unica a cui riesce a rivelare tutta la confusione, le tribolazioni e i dubbi che albergano la sua mente, soprattutto ora che deve barcamenarsi tra passato e presente, tra il primo amore e l’uomo che ha scelto per la vita.

 

“Come può un amore giovanile avere ancora un effetto così destabilizzante? In quasi vent’anni non ho dedicato a Jeremy più di una manciata di pensieri, perlopiù all’inizio.”

Babylon rientra a pieno titolo nella lista dei grandi romanzi americani per la capacità dell’autore di dare voce a persone normalissime, con vite come tante, che si trovano ad affrontare dolori, perdite, delusioni, malattie. Quello che lo rende speciale è il tratto ironico e brillante, malinconico ma anche divertente delle parole dell’autore.  Le lacune della sanità, i problemi di integrazione, omofobia, razzismo anche tra etnie apparentemente simili ma che fanno del loro retaggio un punto d’onore e di distinzione sociale, sono argomenti trattati con grande padronanza e competenza dall’autore. 

Termino con una parte della dedica, all’inizio del libro, che mi è piaciuta molto:

 

“A quelli che non sono mai stati i benvenuti. E a tutte le persone che sanno come condividere il maledetto marciapiede.”.

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