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Recensione: Tiny Pretty Thing – Stagione 1

Dany ho visto per noi la prima stagione di Tiny Pretty Thing, una serie Netflix composta da dieci episodi di cinquanta minuti circa ambientata nell’Accademia di Danza Archer di Chicago. Eccovi qui anche il trailer e buona lettura!

Tiny Pretty Thing
Progetto grafico a cura di Maria Grazia

Non adatto ai minori che credono a cicogne e cavoli e che la danza sia uno sport calmo e rilassante

Care Fenici, quando ho deciso di dare una chance alla serie tv Tiny Pretty Thing mi aspettavo qualcosa simile a Step Up, niente di più falso. Oserei dire che siamo più tra Paso Adelante, Tredici, Il Cigno Nero e anche Veronica Mars, in certe parti. A chi pensa che la danza classica sia uno sport piacevole, leggiadro, calmante e distensivo non ha capito niente; questo è un lavoro dove ci si spacca le ossa, stressante da morire e dove i tuoi colleghi sono capaci di ammazzarti per una parte. La serie mostra tutto ciò e anche una buona dose di sesso… ma che dico, facciamo che nel 50% ballano, il 30 % scopano e nel restante 20 % tramano uno contro l’altro. Ma veniamo al contenuto.

Tiny Pretty Thing – Stagione 1

La serie è ambientata nell’Accademia di Danza Archer di Chicago, diretto dall’ex ballerina Madame Dubois che, lasciatevelo dire, è una grande stronza. Come sempre, non è il talento ad aiutare una ballerina o un ballerino a farsi strada, ma il potere dei soldi e il nome dei genitori. L’accademia è come un nostro liceo, con materie normali e tante ore di danza, pertanto gli studenti sono minorenni. Il bello di questa storia è che inizia (da qui simile a Veronica Mars) con un quasi omicidio, difatti la stella dell’Accademia, Cassie, viene spinta giù dal tetto e solo per merito di una poliziotta, Isabel, non muore ma entra in coma con diverse ossa rotte. La voce che ci accompagna per tutti gli episodi è la sua, dandoci preziosi avvertimenti e consigli. Per merito di questa disgrazia si libera un posto alla Archer, così che la giovane ballerina di colore, Neveah, viene accolta con borsa di studio. Fin da subito le viene attribuito un grande potenziale che la mette in cattiva luce di fronte alle sue colleghe, invidiose. Tra tutte spicca Bette Whitlaw, che nella scuola porta un nome potente. Sua madre è un membro del Consiglio Esecutivo, sposata per soldi e più interessata al nome di famiglia piuttosto che alle figlie e, fidatevi, ne fanno le spese. La sorella di Bette è Delia, già diplomata e ballerina di prim’ordine che mantiene una relazione turbolenta con il coreografo Ramon Costa, gran scopatore ma sessista. A completare il corpo insegnanti il signor Brooks e suo marito, il preparatore atletico, noto come “il torturatore”, ma è solo un soprannome: in verità è il primo a battersi per i suoi studenti.

Tiny Pretty Thing – Stagione 1

Tra gli allievi, oltre a Bette e a Neveah, troviamo June, ragazza motivata ma non particolarmente talentuosa, Shane, Oren, Caleb e Nabil. Ognuno di loro ha un motivo per odiare l’altro, si fanno la guerra ma fuori dalla scuola, invece, sono pronti a sostenersi. Di sicuro tra i personaggi che ho amato di più ci sono Shane, ragazzo gay in cerca di amore, Nabil, musulmano francese e ragazzo di Cassie, Neveah, di cui mi ha colpita il coraggio e lo spirito di ribellione e Bette, che anche se dipinta come cattiva, in verità nasconde un disperato bisogno di essere sostenuta e amata. Non ho apprezzato Oren come personaggio, in effetti il tipo è una grande macchina del sesso, ma eternamente indeciso e bulimico, fissato con il grasso che non ha. Teoricamente è il ragazzo di Bette, ma scopa anche Shane per poi avere un flirt anche con Neveah. Per non parlare di June, l’innocente verginella che arriva sempre dopo le altre, o meglio, grazie a Neveah riesce anche a migliorarsi ma viene costantemente manipolata da Bette e mai che se ne accorga. Sullo sfondo il giallo dell’incidente di Cassie, su cui Isabel sta cercando di fare luce. La ballerina era odiata da tutti, tradiva il suo ragazzo, trattava male le altre ragazze, in particolare Bette, ricattava Shane e si scopava Costa. Era un ostacolo per tutti e i motivi per ucciderla c’erano, ma chi l’ha spinta? La scuola, per paura della cattiva pubblicità, cerca di insabbiare tutto ma la poliziotta non si arrende e, con l’aiuto di qualche studente, riuscirà a fare un po’ di chiarezza sulla vicenda.

I ragazzi si stanno preparando per il saggio di fine anno su una reinterpretazione del Jack lo Squartatore ideato da Costa, e il ruolo principale femminile è molto ambito. A spuntarla sarà Bette, che farà di tutto per mettere in ombra le colleghe, malgrado abbia un piede fuori gioco e si faccia di Vicodin – tra gli effetti collaterali dovrebbe esserci la diminuzione della libido, ma vi giuro che così non è. La ragazza usa la sua mente e il suo corpo per ottenere quello che vuole, ed è brava, ma nasconde tante insicurezze, soprattutto il senso di inferiorità che la pone come seconda rispetto alla sorella maggiore, di certo non aiutata dalla madre che non la sostiene come dovrebbe. Fortuna vuole che nel corso della serie incontri un bravo ragazzo, Matteo Marchetti, che le darà, nel bene e nel male, ciò di cui ha bisogno.

Il coreografo, Costa, è veramente una persona tremenda, convinto a rimanere a Chicago per merito di un ricatto, tratta spesso male i suoi studenti definendoli strumenti, ma troverà pane per i suoi denti grazie a Neveah e anche a Bette, che lo metteranno all’angolo obbligandolo al rispetto.

La nuova arrivata è brava, carina e molto forte, ha un passato burrascoso, una madre in galera e un fratello disabile, ma si vede che è molto amata e sempre pronta a sostenere le sue colleghe ma anche a combattere per quello in cui crede. Certo, un paio di scivoloni li farà anche lei, dopo tutto è un’adolescente. In coppia con lei, come partner di danza, Oren, anche se dapprincipio ha un flirt con Nabil, un ragazzo davvero bravissimo, bello e gentile ma un po’ solitario e che non riesce a lasciarsi alle spalle l’amore per Cassie – infatti, trascorre molto tempo nella sua stanza di ospedale. Se dovete innamorarvi di qualcuno fatelo con Nabil e lasciate perdere Oren.

Caleb ve l’ho lasciato per ultimo, dato che si scopa Madame Dubois per ottenere vantaggi e ci riesce; ma la stessa Madame lo usa, come usa Costa e le altre ragazze offrendole a ricchi libidinosi pieni di soldi in cambio di donazioni alla scuola. Non è esattamente una bella persona e più di una volta si scontra con Neveah, ma c’è già chi sta meditando di prenderne il posto. Quando le cose si metteranno davvero male per la scuola, saranno gli studenti a fare la differenza. Ecco, questa è una cosa che mi è piaciuta molto di loro: l’unità nei momenti di bisogno.

Tiny Pretty Thing – Stagione 1

Nel finale di stagione succede veramente di tutto. Per prima cosa, Cassie si sveglia e per come si presenta era meglio che restasse in coma; difatti accusa Bette, che è totalmente innocente. Noi ovviamente capiamo chi è il vero assalitore, ma ve lo lascio scoprire da sole. Seconda cosa, Madame Dubois si troverà di fronte a un punto morto e a un vero cadavere nella sala da ballo. Costa viene ucciso e tutti, anche i più impensabili, avevano una motivazione per ucciderlo. Con questo cliffhanger termina la serie. Spero ci sia presto una seconda stagione!

La trama è davvero ben costruita, si armonizza tra danza, sesso e intrighi, riprendendo in maniera soft la tensione che si respirava ne Il Cigno Nero, rimarcato da visioni oniriche malevoli e forti problemi emotivi. Il materiale è davvero ottimo, abbiamo un caso di quasi omicidio, genitori tremendi, ragazzini fuori di testa e insegnanti schizzati, per non parlare del sesso… ecco, questo in particolare, che ho apprezzato moltissimo, forse è un pochino troppo presente dato che parliamo sempre di adolescenti. Comunque, anche se mantiene qualche somiglianza, si ben discosta da Paso Adelante, avvicinandosi di più a Tredici.

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