Recensioni: serie TV e Film

Recensione Serie Tv – Chicago Med – 07×06

Progetto Grafico di Francesca Poggi

“When You’re a Hammer Everything is a Nail”

 

 

Buongiorno, fenici! La puntata di oggi è di dominio incontrastato della nostra dottoressa Stevie Hammer (il sottile gioco di parole del titolo infatti si traduce “Quando sei un martello (hammer) tutto diventa chiodo”).

 

 

Il dottor Crockett sta lavorando con la dottoressa Pamela Blake, che cerca di attirare il chirurgo nel mondo dei trapianti; lui ha curato con successo la figlia della collega e adesso sembra essere entrato nelle sue grazie.

Will continua la sua “indagine” sul VAS-COM (il monitor che tiene sotto controllo tutti i parametri vitali). La scorsa settimana aveva staccato dallo strumento una donna che soffriva di problemi di coagulazione, dato che, a quanto pare, sembra aumentare il rischio di trombi. In questa puntata un altro paziente, che soffre di problemi respiratori, viene collegato al macchinario. È lo stesso dottor Cooper, che scende al pronto soccorso in seguito a una chiamata in reparto, a consigliare la terapia per il paziente,  che dà buoni risultati con un evidente miglioramento.

La dottoressa Hammer ha dovuto ricoverare forzatamente la madre che, come sappiamo, vive in strada in un furgone; la donna, infatti, ha una brutta infezione a un braccio.

L’arrivo di quest’ultima desta un certo scalpore. Nessuno si aspettava certo che la madre di un medico vivesse come una barbona. E che caratterino! Rifiuta ogni cura pretendendo di andarsene, non ascolta la figlia, che è costretta a chiedere a Vanessa di assumere il ruolo di medico curante; insomma, un vero delirio!

 

 

Il dottor Charles assiste alle sfuriate della donna e Stevie gli confessa un’infanzia davvero difficile. La madre, abbandonata dal marito quando la figlia era piccolissima, non è mai stata in grado di mantenere un lavoro stabile, costringendole a continui traslochi, anche di notte, per sfuggire al padrone di casa che pretendeva l’affitto. Poi sono arrivati l’alcol e le droghe; la storia è tutta qui. Daniel propone alla collega di smettere di fare da genitore a sua madre e di lasciare alla donna l’autonomia della scelta, anche se questo può andare a discapito della sua salute.

Scott si occupa di un caso che sembra, inizialmente, di violenza familiare. Una bambina viene ricoverata per una frattura al braccio e una botta alla testa. Dylan verifica la sua storia clinica e scopre che non è il primo arrivo in pronto soccorso. Il padre, inoltre, è una sua vecchia conoscenza, di quando era poliziotto. Tutto lo scenario lo convince a chiamare i servizi sociali, contro il parere di Maggie.

Fortunatamente, per una volta, non siamo davanti all’ennesimo caso di bambino maltrattato (ma hanno fatto benissimo a chiamare i servizi sociali, un sospetto del genere va chiarito). La bambina soffre di una malattia al cervello, purtroppo non curabile, che la fa diventare sempre meno coordinata nei movimenti, predisponendola alle cadute.

Per Will la situazione precipita in un attimo, poiché sia la paziente con problemi di coagulazione, sia quello con problemi respiratori (entrambi monitorati con VAS-COM), muoiono.

La Goodwin è sul piede di guerra. È ora di capire: questo macchinario è veramente il responsabile dei decessi, oppure si tratta di una serie di sfortunate coincidenze?

 

 

Ovviamente, al buon Archer non è sfuggito il fatto che Marcel Crockett passa molto tempo al reparto trapianti, e si permette la battutina. Anche peggiore è la sua reazione, quando il paziente del chirurgo, un uomo portato in ospedale per congelamento, muore e i suoi organi possono essere donati. Il temporaneo capo del pronto soccorso insinua che il medico abbia, in qualche modo, cercato la soluzione ad hoc.

Siamo ormai arrivati alla sesta puntata e posso dire che se sento la mancanza di April, la dottoressa Manning non si fa per nulla rimpiangere!

Ma Ethan torna?

 

Alla prossima!

 

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