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Recensione: Non succederà mai più di Lise Syven

Titolo: Non succederà mai più

Autore: Lise Syven

Genere: Romanzo Rosa

Editore: Newton Compton Editori

Data di uscita: 03 Febbraio 2022

L’amore è una cosa semplice, finché non entrano in gioco le famiglie
Parigi. Beatrice ed Erwan si sono conosciuti da poche settimane ma la loro storia d’amore sembra procedere a gonfie vele. Anche se hanno interessi diversi trascorrono delle bellissime giornate e l’attrazione non manca, però Beatrice si rende conto di sapere poco della famiglia d’origine del bel ragazzo per cui si è presa una sbandata. Lorient, la città dove è nato Erwan, si trova in Bretagna e lì vivono i genitori e il fratello. Con l’avvicinarsi delle feste i Guellec insistono perché l’amato figlio torni a casa. E a lui sembra l’occasione giusta per presentare Beatrice a tutti. Ma sarà una buona idea? Possibile che accada un miracolo e tutto fili liscio? L’incontro si prospetta impegnativo. Come se non bastasse, Beatrice scopre che l’enorme astice conservato in garage è destinato a essere la portata principale del pranzo. Ma la sua scelta vegana non le permette di accettare che accada, e il supporto del fidanzato, attento agli equilibri familiari viene meno. Così tra fraintendimenti, incidenti surreali e fughe rocambolesche, l’incontro con i genitori di Erwan diventa una commedia degli equivoci in piena regola. Riuscirà il giovane innamorato a salvare fidanzata, famiglia e… astice?
La commedia romantica francese più divertente dell’anno
Benvenuti a casa della famiglia Guellec!

«Un romanzo divertente e super attuale, profondo ed esilarante. Non pensavo sarei riuscito a riflettere facendomi anche due risate.»
«Ma in Bretagna sono tutti così pazzi? Che spasso la famiglia Guellec!»
«Una cena dei cretini in salsa vegana, una commedia che mi ha fatta ridere e… innamorare!»

Ho scelto di leggere questo libro attratta dalla copertina: colorata, autunnale, con raffigurata una ragazza sbarazzina vestita di rosso. Certamente ha aiutato anche il nome della casa editrice. Ero in un momento molto triste dovuto alla perdita di una mia amica e sentivo il bisogno di immergermi in una lettura che speravo si rivelasse divertente.

La storia è ambienta ai giorni nostri, dopo la pandemia da Covid-19, e narra le avventure di Erwan e Beatrice che si ritrovano a passare il Natale in un paesino francese di provincia. Si tratta del primo incontro che la donna ha con la famiglia del suo fidanzato, composta dalla madre impicciona Régine, dal burbero padre Patrick e dal fratello gay Yann.  Da questo punto inizia tutta la narrazione che ho deciso di non anticiparvi. Di quest’opera ho apprezzato in particolare che l’autrice abbia trattato anche argomenti contemporanei o “alla moda” (dipende dal punto di vista), come l’alimentazione vegana e vegetariana. Fra l’altro un tema per me importante, in quanto madre di una adolescente che ha optato per la seconda di queste due diete. Ci sono pure dei personaggi vivaci, come l’improvvisato tassista senza una gamba, la ex ragazza di Erwan o l’eccentrico vecchietto pescatore. Diciamo che ci sarebbero tutti i presupposti per una bellissima avventura natalizia sullo sfondo pittoresco di una città affacciata sul mare, ma….

Tutto gira intorno ad Albert – l’astice comprato da Patrick come regalo per la moglie e che doveva essere il piatto forte del pranzo natalizio. Nei tre giorni di narrazione il povero Albert viene rubato e ritrovato tante di quelle volte da non riuscire a contarle. Rispetto e concordo con il messaggio che Lise Syven vuole trasmettere: la difesa e protezione degli animali e la tutela dell’ambiente.

Purtroppo, la vicenda non mi ha invogliata molto, non l’ho trovata frizzante e divertente, per questo motivo, nonostante i gli insegnamenti carini inclusi, è risultata poco appagante. Si tratta di una lettura leggera ma una risata, o per lo meno che scappasse un sorriso ogni tanto, era quello che mi aspettavo.

Ho letto dei libri in cui la storia d’amore tra i protagonisti non era ben strutturata, ma tutto passava in secondo piano e le avventure o le disavventure rimanevano un punto di forza del romanzo.

In questo volume non ho trovato niente di tutto ciò e mi è dispiaciuto molto. Forse avevo delle aspettative diverse, sarò stata tratta in inganno dalla copertina, ci possono essere stati vari fattori dovuti alla mia situazione personale. Rimane una certezza, che l’amore con la A maiuscola non c’era, una storia frizzante e divertente neanche, dei personaggi con un forte carattere o con delle caratteristiche peculiari nemmeno, secondo me ovviamente.

Rimangono però i forti messaggi trasmessi legati alle difficoltà che oggigiorno un vegano/vegetariano affronta o gli stereotipi a cui una famiglia arcobaleno va incontro. Questo è il punto di forza del romanzo.

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