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Recensione: “LA SPIA DI HITLER” di Mandy Robotham

Titolo: La spia di Hitler
Autore: Mandy Robotham
Genere: Storico
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Lunghezza: 287 pagine
Prezzo: Ebook € 4,99 – Cartaceo €9,40
Data di pubblicazione: 1 Ottobre 2020

Scegliere di tradire i nazisti può essere molto pericoloso
Venezia, 1943.
 Il mondo è in guerra, e Stella Jilani sta conducendo una doppia vita. Di giorno lavora come dattilografa per il Reich; di notte rischia la vita come messaggera per la Resistenza italiana. Facendo il possibile per non essere scoperta, Stella deve passare ai partigiani i messaggi nazisti, contrabbandare rifornimenti di prima necessità e usare la sua amata macchina da scrivere per produrre un giornale clandestino. Ma quando il comandante nazista, il generale Breugal, comincia a sospettare la presenza di una talpa e a indagare con la massima attenzione, Stella capisce che la sua vita è in grave pericolo.
Londra, 2017. Luisa Belmont trova una misteriosa macchina da scrivere nella sua soffitta. Determinata a scoprire come ci sia finita e a chi appartenesse, Luisa si mette a scavare nel passato e porta alla luce la storia di un appassionato amore, di inimmaginabili sacrifici e di un terribile tradimento…

Incontro piacevolissimo con un’autrice esperta, (suo L’infermiera di Hitler uscito lo scorso anno) che ricostruisce con grande maestria ed emozione il difficile periodo dell’occupazione nazista a Venezia.

L’ambientazione in una delle città più belle al mondo è sicuramente uno dei punti maggiormente salienti del libro, insieme alla personalità delle protagoniste, Luisa e sua nonna Stella, che si rincorrono idealmente nei capitoli alternati.

Due donne: la prima piena di rimpianto verso la madre, con la quale non aveva saputo costruire un rapporto empatico e che le aveva taciuto molto della storia della sua famiglia; la seconda, Stella, eroina della resistenza e di guerra, con un grande talento narrativo e giornalistico del quale Luisa scoprirà tutto solamente alla morte della madre.

Tutto nascerà da una macchina da scrivere vecchiotta, polverosa e con una lettera difettosa che Luisa ritroverà nella soffitta della mamma dopo la sua morte; questa scoperta, insieme ad alcune foto e fogli con pochi appunti senza senso, la spingeranno a voler sapere qualcosa di più, tanto da decidere di partire per Venezia per cercare di riannodare i fili con una nonna della quale non sa nulla.

Le vicende di Stella si snodano lungo i capitoli tenendoci con il fiato sospeso: per una ragazza dalla doppia vita (di giorno dattilografa nell’ufficio di un nazista, di notte giornalista in una rivista clandestina distribuita dai partigiani) la vita non è facile.

Il grande rischio che corre le impedisce di lasciarsi andare persino con i suoi genitori, tantomeno con il suo diretto superiore, apparentemente un gerarca fascista freddo e controllato, che in realtà nasconde un animo nobile, amante della letteratura e con qualche segreto…

Un’unione tra i due, appena accennata ma già piena di promesse, è forzatamente rimandata dagli eventi incalzanti della guerra e le vicende di Stella legano fortemente il lettore fino all’ultima pagina.

Un romanzo imperdibile dunque, soprattutto per chi ama la storia e le belle saghe familiari.

 

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