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Recensione: La corte di ali e rovina di Sarah J. Maas A Court of Thorns and Roses #3

 

Feyre è determinata a raccogliere il maggior numero di informazioni possibile sui piani di Tamlin e del Re di Hybern che minacciano di mettere Prythian in ginocchio. Per questo si è separata dall’uomo che ama e ha fatto ritorno alla Corte di Primavera. Ma per poter portare a termine il suo piano, dovrà tessere una fitta trama di inganni e tenere a bada il suo desiderio di vendetta. Sa bene, infatti, che un solo passo falso potrebbe condurre non soltanto alla sua rovina ma a quella di tutto il suo mondo. La ragazza sa anche che il Re di Hybern non si fermerà davanti a nulla, perciò, a mano a mano che la guerra si avvicina, dovrà decidere di chi fidarsi e cercare alleati nei posti più inaspettati.

 

Serie “La corte di rose e spine”
01. La corte di rose e spine
02. La corte di nebbia e furia
03. La corte di ali e rovina
3.1 A court of frost and starlight
3.2 Untitled Novella
04. Untitled
05. Untitled
06. Untitled

 

Attenzione possibili spoiler!

“Mi strinse la mano, rivolgendosi finalmente a me.«E se non avessi incontrato la mia compagna…» Gli mancarono le parole mentre l’argento gli contornava gli occhi. Attraverso il legame disse: «Ti avrei aspettata altri cinquecento anni. Mille anni. E se questo è il solo tempo che abbiamo a disposizione… è valsa la pena aspettare».

Bentornate Fenici!

Confesso che il cursore ha lampeggiato solitario sul foglio bianco per diversi giorni prima che mi sentissi pronta a parlarvi di La corte di ali e rovina, il capitolo conclusivo della trilogia A Court of Thorns and Roses di Sarah J. Maas.

Vi starete chiedendo il perché… Forse il libro mi ha delusa? Forse qualcosa non mi ha convinta? No, Fenici. Stavo semplicemente cercando le parole adatte per descrivervi quanto l’autrice sia stata brava a catturare la mia attenzione, imprigionarla nelle pagine e regalarle nuovamente la libertà, solo quando è comparsa la parola “ringraziamenti”.

Il precedente volume si chiude con il sacrificio di Feyre che, divenuta Signora Suprema della corte della notte, finge che il suo legame con Rhysand sia stato rotto e fa ritorno alla Corte di primavera. Il suo intento è di spiare Tamlin, reo di essersi alleato con Hybern, e distruggere dall’interno la sua corte. Solo dopo aver realizzato questo obiettivo potrà tornare dal suo compagno e prepararsi a combattere la battaglia definitiva contro il re. Ma sconfiggere quest’ultimo non sarà un’impresa facile: non basteranno i poteri dei Signori Supremi e quelli dei guerrieri Illyrian. Nuovi, potenti e, in alcuni casi improbabili, alleati faranno la loro comparsa…

Posso assicurarvi che il lieto fine è assicurato ma la Maas è stata crudele, perché ci consente di tirare un sospiro di sollievo solo verso gli ultimissimi capitoli del libro.

A trilogia terminata posso dire con sicurezza che ho amato i personaggi di questa saga. Ho apprezzato moltissimo l’evoluzione, priva di forzature, che ha subito la protagonista femminile. Feyre appare sin dalle prime pagine come un personaggio forte, nonostante sia una semplice umana, ma la lotta nel regno sotto la montagna la riduce in pezzi, e solo Rhys riesce a rimetterli insieme. Ora lei è una guerriera dotata di straordinari poteri, ha trovato la sua metà ed è disposta a tutto per salvare il suo nuovo regno e anche quello degli umani.

Rhysand, dal canto suo, si è impossessato del mio cuore sin dalla sua prima apparizione. Lui è tenebra e luce, freddo e calore e ha conquistato senza sforzi il terzo posto della mia personale classifica dei migliori protagonisti maschili.

Come dimenticare, poi, gli altri personaggi. Cassian, Azriel, Lucien, Morrigan e Amren. Tutti si sono impadroniti di un pezzetto del mio cuore e spero di leggere presto qualcosa su di loro.

Ma il punto forte di questo volume è sicuramente il susseguirsi delle vicende, concentrate soprattutto nella terza e ultima parte del libro. La ricerca di alleanze, le piccole battaglie, i tradimenti e gli aiuti insperati… e poi lo scontro finale, il cui esisto non è scontato come potrebbe sembrare. La Maas è stata davvero brava a incastrare le varie vicende: per ogni punto guadagnato dai buoni ce n’è uno conquistato dai cattivi; la vittoria è un vaso di cristallo che in più capitoli sembra sul punto di infrangersi.

Un fantasy da 5 stelle. E anche di più.

 

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