Recensione: Ereditare guai di Suzanne Enoch

Autrice: Suzanne Enoch
Genere: Regency romance
Editore: Mondadori I Romanzi Classic
Data di pubblicazione: 3 maggio 2025
Emmeline ama sopra ogni cosa Winnover Hall, dove è cresciuta, che però appartiene al nonno, il duca di Welshire. La tenuta è destinata alla prima delle nipoti che convolerà a nozze e gli darà un erede entro cinque anni. Emmie sposa allora in fretta e furia il suo migliore amico, Will, per poter restare a Winnover Hall. Peccato che all’improvviso, otto anni dopo, il nonno chieda di vedere i loro bambini. Bambini che non esistono: Emmie se li è inventati all’insaputa di tutti, anche di Will. La soluzione? Prendere in prestito due orfani e cercare di farne due credibili figlioletti in poche settimane. Ma in mezzo al caos di quest’impresa disperata, sboccerà un nuovo e sorprendente sentimento
Care Fenici, adoro lo stile di Suzanne Enoch, è un mix di situazioni assurde, momenti imbarazzanti e tanto, tanto divertimento.
Nel libro ci sono davvero moltissimi personaggi, un concentrato alla Downtown Abbey, e credetemi non è facile tenere in piedi una storia usando tanti personaggi e dando a ognuno una personalità. Ci vuole bravura nel destreggiarli e metterli in risalto, ed è esattamente quello in cui è riuscita l’autrice. La storia non è particolarmente originale ma è di sicuro intrigante e ci sono situazioni di abusi descritti in un modo tale da comprenderli appieno in modo sottile senza che risultino pesanti. Ma veniamo al contenuto.
Emmaline, nipote di un duca, è una donna pragmatica, pratica e razionale, apparentemente almeno, che ha sposato in fretta e furia il suo miglior amico, Will, solo per tenersi la casa – e che casa – ossia Winnover Hall.
Trovare marito è stato facile, ma riprodursi non tanto e per poter mantenere villa e quattrini doveva generare un erede entro cinque anni. Così, per non dover sloggiare, si è inventata una prole malaticcia, raccontando una marea di frottole alla famiglia. Il bello è che nessuno sembra farci caso per otto anni, fino a quando un invito del nonno non mette la sua intera vita allo scoperto obbligandola a presentarsi con figli e marito. A restare basito è anche Will, che non aveva idea della vena fantasiosa della moglie, ma invece di condannarla escogitano un’idea ai limiti dell’impossibile: prendere in prestito per due mesi due bambini dall’orfanotrofio e spacciarli come loro. Peccato che George e Rose Fletcher siano molto lontani dai perfetti rampolli dell’Alta Società.
Anche Will ed Emmaline non sono esattamente due sposi innamorati, nel corso della trama appare ben chiaro che ci sono grossi problemi, un po’ la disfunzione erettile di lui, un po’ la sterilità emozionale di lei, due cose che non hanno contribuito alla perfetta riuscita del matrimonio.
Per quanto improbabile saranno proprio i marmocchi a far avvicinare i due coniugi e a portare l’amore anche nella più improbabile delle coppie.
Cercate di non farvi castelli in aria pensando che i due pargoli siano carini e coccolosi, perché non lo sono affatto, anzi, con le loro marachelle vi faranno impazzire.
Nel libro tutti concorrono a renderlo perfettamente assurdo, e decisamente divertente.