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Recensione:”Escort” (sinners & saints #1) di F.V. Estyer

care Fenici,appuntamento con con una serie bollente,Sinners & Saints,ce la racconta Nayeli!

 

 

 

Lontano dalle stradine buie di Jacksonville, dove tutto è cominciato, ora Lukas conduce un’esistenza fuori dagli schemi nella brillante Miami. Tra gli amici, il gruppo rock, il surf e il suo mestiere di escort, non ha tempo di annoiarsi. E ciò gli va più che bene.
Quando però il suo sguardo incrocia per la prima volta quello di Andréa, la quotidianità in cui si culla da così tanto tempo è sul punto di implodere.
Tra dubbi, dolore e confronti, la vita che Lukas aveva imparato ad amare verrà rimessa in discussione.
La speranza di una relazione sincera sarà sufficiente per abbandonare tutto?
Lukas oserà affrontare i suoi sentimenti e aprire il proprio cuore ad Andréa, a rischio di soffrire di nuovo?
Una cosa è certa, dovrà fare una scelta.
Resta solo da sapere se sarà capace di fare quella giusta.

(Fonte Amazon)

Non mi interessa diventare una rockstar. Vorrei solo poter essere me stesso.

 Deliziosa lettura che ci riporta alla mente il film con Richard Gere e Julia Roberts; ma con qualche piccola differenza. Lukas è un pretty “man” dissoluto, con gusti perversi e spinti, che ha tutta la forza per “salvarsi da solo”, ma ha bisogno di qualche spintarella per uscire da una routine che non è più forzata dalla necessità, ma solo consolidata per l’abitudine.

Il suo lavoro come escort gli garantisce una buona sicurezza economica e, come molti di noi, Lukas finisce per giustificare e minimizzare i fastidi e gli inconvenienti del mestiere, facendoseli piacere.

Non essendo avido, Lukas non è interessato a farsi mantenere da qualche cliente innamorato, e neppure un nuovo sentimento, inaspettato quanto indesiderato, gli farà cambiare idea.

Il suo orgoglio lo mantiene coi piedi per terra, e gli impedisce di seguire il cuore e di lasciare un lavoro che può garantirgli una indipendenza economica. Tuttavia, è chiaro a tutti, tranne che a lui, che questa è solo una scusa per evitare di abbandonarsi a un sentimento che potrebbe rivelarsi pericoloso per il suo cuore.

 Andréa è un dirigente, un uomo maturo che si è fatto da solo. Sa quello che vuole e fino a dove può accettare di condividere il suo partner. Una rigidità forse eccessiva, che metterà il suo amante di fronte a delle scelte.

 Lukas è un ragazzo tormentato che trova sicurezza nelle cose sbagliate e che deve trovare la sua strada per risalire verso l’amore e l’accettazione di se stesso. Il suo tormento lo riporterà alle origini, agli eccessi che lo avevano spinto al sesso promiscuo e perverso, senza riuscire però ad averne consolazione. Saranno la generosità e l’affetto di un cliente affezionato e del migliore amico che lo riporteranno in superficie, e che lo guideranno verso le scelte migliori, verso la riscoperta di se stesso, della propria giovinezza, delle proprie emozioni, e verso l’abbandono di tutte le maschere da uomo erotico e disponibile.

 Molte sono le scene bollenti, anche violente e tendenti al BDSM, a contraddistinguere un romanzo dal profilo erotico, ma in cui non manca una storia di crescita personale tutta incentrata su Lukas.

 È nel complesso una storia triste, emotiva, raccontata tutta in prima persona nel punto di vista di Lukas. È intensa e colma di emozioni vissute.

Avrei voluto vedere un Andréa più presente, più attivo, più innamorato, ma il taglio che è stato dato al romanzo è invece tutto incentrato sull’escort che rinasce e ritorna alle origini, che torna ad essere una “persona normale”.

Molto bello il rilievo che viene dato all’amicizia e alla sua capacità di riempire il vuoto e la solitudine. Quel sentimento incondizionato che si sviluppa anche in altruismo, ascolto, protezione e cura.

Mi auguro davvero ci sia un seguito anche per gli altri personaggi secondari, Zeke in particolare.

 Mi ha tenuto stretto durante il momento più buio della notte, quando, con il corpo percorso da tremiti, provavo a dimenticare ciò che era successo. Dimenticare le frustate, le perversioni; dimenticare che mi detestavo per averne tanto bisogno. Per averne voglia. Dimenticare che, malgrado quello che mi ostino a mostrare al resto del mondo, sono solo un bambino impaurito che teme di non essere più capace di uscire dall’ingranaggio infernale che ho messo in piedi e in cui una volta mi divertivo.

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