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Recensione: “L’ombra di pietra” di Lorenzo Beccati

Cari lettori, oggi Emanuela ci parla di “L’ombra di pietra” di Lorenzo Beccati

Cover a cura di Frarale

 

Genova 1606. Una spaventosa figura vestita di nero, il volto nascosto dietro una maschera da rapace, si muove nelle tenebre e miete vittime utilizzando uno strano micidiale cappio. Negli stessi giorni il pittore fiammingo Rubens, ospite presso palazzo Doria, scompare nel nulla, facendo temere il peggio. Se l’indagine ufficiale sul feroce assassino è affidata al Bargello e ai suoi birri, che brancolano nel buio, quella sull’artista richiede rapidità e discrezione, per evitare imbarazzi a una delle famiglie più potenti della città. Ecco perché delle ricerche viene incaricata dal Doge, e in gran segreto, la persona più scaltra in circolazione, ma anche la più pericolosa: una donna che non ha paura di niente. È Pietra, la rabdomante: la sua intelligenza le ha procurato molti nemici, ma è a lei che tutti si rivolgono per risolvere i misteri più intricati. Un pomeriggio Pietra trova sulla porta di casa una vecchia dall’aspetto miserevole, che sostiene di essere sua madre, la stessa che l’ha abbandonata in fasce. Pietra non è pronta ad aprirle il suo cuore, ma una tempesta di emozioni sta per abbattersi su tutto.

Un nuovo appuntamento con il personaggio creato da Lorenzo Beccati in una vicenda che non smentisce le consuete atmosfere cupe e rudi dell’autore, in un’epoca lontana da noi ma con vicende e personaggi che non si fa fatica ad immaginare ai giorni nostri, in una metropoli moderna, in una periferia abitata da poveri, derelitti ed assassini.

Siamo a Genova nel 1606, dove tra carrugi e palazzi nobiliari si muove la protagonista Pietra, una rabdomante chiamata da tutti con disprezzo” La Tunisina” che, temuta e odiata da poveri e ricchi è necessaria ad entrambe le classi sociali per risolvere i loro piccoli e grandi misteri.

Di lei sappiamo poco se non che è un’orfana cresciuta dalle suore e sfruttata sin da piccola per le sue magiche capacità. In questo libro qualcuno tornerà dal suo passato e sarà un elemento importante in tutta la vicenda.

Il libro si legge tutto d’un fiato, come un giallo della miglior tradizione; molto crude le descrizioni, alcune volte lo scrittore vi indulge anche troppo e sembra che ricavi una certa soddisfazione nella reazione che provocherà a chi legge.

Il carattere della protagonista è molto forte e ben delineato e se ne segue attentamente il meccanismo mentale con il quale si muove nei suoi ragionamenti e nelle sue deduzioni: dietro qualità magiche, utili come maschera e schermo per la gente ignorante, si muove una mente sopraffina che fa della deduzione e dello studio dei particolari la sua più grande dote, con la quale ella riesce a risolvere tutti i quesiti che le vengono posti.

Naturalmente siamo in un’epoca arretrata e soprattutto maschilista; Petra, o Pietra come si chiama in realtà, incarna il modello dell’eroina perfetta che combatte contro le convenzioni per sopravvivere in un mondo nemico delle donne, soprattutto se derelitte e senza protezione maschile. La protagonista sa cavarsela però molto bene e non esita ad esercitare abili doti di autodifesa personale quando serve, come un’eroina di un fumetto.

“Se sono ancora viva è perché ho imparato a farmi ombra e a sembrare vulnerabile. Così la gente si sente al sicuro, non mi crede un pericolo.”

Nel complesso una lettura per chi ama emozioni forti.

 

 

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