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Recensione: “Krane, il bene puro” di Andrew Levine (serie Krane #2)

Care Fenici, oggi Nayeli ci parla di Krane il bene puro, secondo volume della duologia scritta da Andrew Levine

Sappiamo entrambi che io sono il male; che, per quanto possiamo sperare e credere che dentro di me ci si

a qualcosa di buono, sono una bomba a orologeria pronta a esplodere.
E lei non può essermi vicina quando succederà.
Il suo cuore non può essere mio quando accadrà.
E se anche il male puro riuscisse a trovare l’amore?

L’amore può farti compiere scelte avventate, irrazionali.
L’amore può farti ferire la persona che ami, anche quando cerchi di proteggerla.
Sebastian Krane l’ha salvata ancora una volta, ignorando i suoi desideri. Perderla l’avrebbe distrutto. Perderla in quel modo, non se lo sarebbe mai perdonato.
Ma la sua scelta avrà delle conseguenze gravi per Hailee, qualcosa che andrà oltre la sua volontà.
Mentre lei impara di nuovo a vivere le proprie emozioni, Sebastian sarà costretto a restarle vicino, custodendo un segreto che potrebbe allontanarlo definitivamente da lei.
Con Lucifero e l’Ordine sulle loro tracce, Sebastian viene messo di fronte a una scelta: dirle la verità e perderla per sempre o mentirle come ha sempre fatto e godere del suo amore.Hailee è una ragazza malata che sta per morire. Anzi, era già morta alla fine del precedente episodio, ma Sebastian l’ha riportata in vita, almeno temporaneamente, finché il cancro non terminerà la sua azione sul corpo della ragazza.
Sebastian evita di usare la sua capacità di alleviarle il dolore assorbendo il male che Hailee prova, rispettando la sua scelta di provare tutto, dalla sofferenza all’amore, e rassegnandosi al fatto che la ragazza ha accettato ciò che le ha riservato il destino.

“Devo ricominciare a vivere e ho bisogno di ogni mio pezzo rotto per farlo.”

Sebastian la sostiene facendo le uniche cose che può fare: cercando assieme al fratello Baxter una soluzione per poterla guarire e, soprattutto, amandola. Hailee sembra ricambiare questo sentimento nei suoi confronti, ma non dimentichiamoci che nel primo episodio il suo fidanzato Dylan era morto.

Gli antefatti vengono ripresi in modo elegante per tutta la prima parte del romanzo, evitando di rimandare con agganci confusi alla lettura del primo volume. In questo modo, anche se è passato molto tempo dalla precedente pubblicazione, tutta la storia è comprensibile, e i retroscena spiegati.

Krane, il bene puro, secondo volume della duologia, è volto a approfondire la tematica della perdita delle persone care, analizzandone tutte sfaccettature: l’angoscia, il senso di vuoto, il ricordo, il senso di colpa, la rabbia, la paura, il rimorso, il rimpianto, l’impotenza ma anche la gratitudine, la speranza, la forza, la generosità e l’amore.

È una storia piuttosto statica, introspettiva e che si esaurisce troppo velocemente sul finale. Dedica molte energie nell’affrontare i recessi emozionali della sofferenza legata alla morte, di qualcun altro o di sé stessi. Non manca però di sviluppare una bella storia d’amore, regalando boccate d’ossigeno davvero necessarie.

L’ho trovata una riserva di belle metafore per la vita, di insegnamenti che si possono trarre, anche se poi, come gli stessi comportamenti di Hailee mostrano, non sempre i buoni propositi vengono portati avanti nelle situazioni di difficoltà.

Ho provato così tanto a essere all’altezza, a essere buono, ma per quanto ci provassi c’era sempre qualcosa a fermarmi, a farti credere che io fossi cattivo.

Devo essere onesta, non sono rimasta pienamente soddisfatta della lettura. Un Krane troppo buono, una Hailee troppo testarda che non riesce ad assaporare il momento; i pericoli che non si decidevano ad arrivare, in una storia che continuava a essere intessuta di angoscia e malinconia per il ricordo di eventi già vissuti che ci lasciano come ancorati al primo libro della serie.

Nulla da dire sullo stile, sulla tremenda capacità di Levine nel farci immergere nelle sensazioni provate dai personaggi, ma mi sarei aspettata più azione, più impegno nella ricerca del padre, ma anche nel   mettere in atto quella strategia che doveva essere la soluzione del tutto. Mi aspettavo, inoltre, maggiore contrasto con la vera natura di Sebastian, che in questo secondo episodio viene completamente tenuta sotto controllo, trasformandolo in un angelo buono e docile.

Potrei definirla come una storia “riflessiva” e romantica, che vale la pena di essere letta ma con le giuste aspettative.

L’amore è un frutto che cresce dentro di noi. È qualcosa che matura nel tempo e non te ne accorgi perché è schivo, misterioso, imprevedibile. Non puoi controllarlo o corromperlo. L’amore è e basta.


 

 

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