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Recensione: “Un bacio inatteso” di Kathleen E. Woodiwiss

 

Titolo: Un bacio inatteso

Autore: Kathleen E. Woodiwiss

Genere: Romance storico

Editore: Sonzogno

Un inedito capitolo della saga dei Birmingham.

Charleston, Carolina del Sud, 1801. Jeff Birmingham è lo scapolo più affascinante e ambito della città, ma nessuna ragazza è ancora riuscita a conquistare il suo cuore. Finché si imbatte in Raelynn Barrett, una cascata di capelli ramati e vividi occhi celesti, che lo travolge nel tentativo di sfuggire a un ingiusto destino. A Jeff basta uno sguardo per capire che ha finalmente incontrato la donna della sua vita. Gli basta un bacio per innamorarsi e decidere che sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa pur di averla al suo fianco. Ma Cooper Frye, lo zio di Raelynn, e Gustav Fridrich, un tedesco senza scrupoli coinvolto in loschi affari, metteranno presto alla prova la forza del loro amore…
Kathleen E. Woodiwiss è stata una delle più amate scrittrici romantiche di tutti i tempi. Il suo stile ammaliante e raffinato, le suggestive ricostruzioni storiche, l’appassionante mix di avventura e sensualità hanno conquistato milioni di lettrici nel mondo.

 

Una grande autrice per un grande boh!

Ho iniziato questo romanzo piena di curiosità, vista l’indiscussa fama dell’autrice, pur non avendo letto altre sue opere. Quindi parlo unicamente di questo libro senza conoscere le altre vicende né lo stile narrativo complessivo di questa famosissima scrittrice. Kathleen E. Woodiwiss è considerata, infatti, la regina indiscussa del genere Romance storico, in cui la letteratura storica e la storia d’amore si fondono.

Il romanzo – ambientato nella Carolina del Sud nel 1801 e in breve riassumibile come una romantica storia di amore fra un signorotto bello e ricco e una sfortunata fanciulla dal destino avverso – appare stucchevole e poco dinamico nonostante la trama abbia interessanti colpi di scena. La frettolosa e sommaria caratterizzazione dei personaggi e delle dinamiche, oltre che una sbrigativa descrizione dei luoghi, rende inoltre questo romanzo un grande punto interrogativo.

La carne al fuoco sarebbe davvero tanta ma sviluppata in così poche pagine da risultare insipida. Trattandosi, da quel che ho compreso, di un’appendice della più ampia saga dei Birminghan probabilmente parte del problema è qui, ma ciò non giustifica appieno quello che è il risultato finale, a mio avviso, deludente e incolore, dove l’agire dei personaggi li fa sembrare patetiche marionette che recitano un copione collaudato, ma ormai, un po’ stantio.

Devo inoltre dire a onor del vero che il romanzo nella versione kindle ha solo 109 pagine mentre ne vengono dichiarate 160, ignoro al momento le ragioni di questa discrepanza ma ritengo che una versione di poco più lunga difficilmente potrebbe stravolgere il mio giudizio.

 

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