Recensione in anteprima: Il duca e il giglio di Valentina Piazza

Bentornate Fenici!

Siamo giunti all’ultimo libro di questa meravigliosa serie, creata da Valentina Piazza. Sebbene sia il quinto volume, è un prequel dei fatti di Solomon, del Duca e di tutti i personaggi ideati dalla penna di questa fantastica autrice.

Siamo nel 1814. L’Europa è scossa dalle guerre, dalle mire espansionistiche di Napoleone e dalla battaglia di Waterloo. Il conte di Kelso, Ambrose Adler Innes-Ker, deve impedire al suo amico Philip di arruolarsi e di fare una brutta fine contro Napoleone. Costretto ad assumere nuovo personale per la sua casa di Londra, prende a servizio una giovane cameriera scozzese di nome Rosalyn Lilian MacPherson. C’è attrazione reciproca tra loro, ma le regole sociali impongono di non andare oltre poiché sarebbe scorretto tra una cameriera e un nobile.

Una sciagura e poi Ambrose, di ritorno dalla guerra ferito nel corpo e nell’anima, diventa il duca di Roxburghe. Ritrova Rose ormai vedova dal cuore spezzato che non trova pace, al pari di se stesso.

Per onore e orgoglio non avrebbe mai reclamato la vedova per sé 

Si evince subito che questa storia sarà tormentata. Un “vorrei ma non posso”, tipo attrazione fatale, ma senza uccisioni (se vi ricordate il film, saprete perché). 

Il libro ci porta nuovamente nel periodo Regency. L’autrice ha un’innata attitudine a immergerti nell’epoca descritta e a farti empatizzare con i personaggi. Odi chi devi odiare con velleità omicide (capirete verso chi) e ami chi deve essere amato, personaggi secondari inclusi. Ambrose e Rosalyn sono entrambi feriti, anime trafitte e cuori spezzati. Lui, per orgoglio e onore, non compie una certa azione (mannaggia!) e lei… lei è solo una vittima delle circostanze, che a un certo punto però tira fuori il carattere.

Ella Tucker, ovvero la governante del Duca: signore, quando ho letto questo nome il mio radar “scova bonazzi” si è attivato e i miei neuroni sono implosi, associando il cognome a Solomon “de mi corazon”. Ebbene sì: è sua mamma!

“… la prestanza di quell’uomo era innegabile, tipicamente scozzese e marcatamente mascolina. Era alto, con le spalle larghe e la vita stretta e una sicurezza che pareva quasi militare: era come se non temesse alcuna sfida e nessun avversario.”

È uno di quei libri da cui difficilmente vi staccherete, tutt’altro. Sarete lì che vorrete sapere come va a finire Lo divorerete! La Piazza si dimostra ancora all’altezza del compito, con la sua scrittura scorrevole, mai noiosa e che sa intrattenere prendendoti nel modo giusto.

Scala Mal da uno a dieci: dieci, assolutamente. 

Più che approvato.

Alla prossima.

Un saluto dalla vostra Mal.