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Recensione Booktok: Deviant 2: Specchi di Venere di Ellie B. Luin 

Serie: Deviant vol.2

Titolo: Deviant 2: Specchi di Venere

Serie: Deviant vol.2

Autrice: Ellie B. Luin 

Genere: Dark romance erotico

Editore: Sperling & Kupfer

Data di pubblicazione: 26 settembre 2023

Età di lettura consigliata: 18+

La serie Deviant è composta da: e

  • Deviant 1 : Eclissi di Marte —->Recensione
  • Deviant 2: Specchi di Venere
  • Deviant 3: Cosmogonia

Bisogna stare attenti a ciò che si desidera.

Mentre la mente di Mavor precipita sempre di più verso la perdizione, scisso tra sentimenti contrastanti, il segreto della relazione con Venus spinge entrambi a cadere nella stessa trappola: ritrovarsi e distruggersi a vicenda senza mai ammettere quanto si facciano anche bene.

Lui è l’avvocato più in vista e temuto del tribunale penale di Londra. Lei, spogliarellista in un lussuoso locale del centro, è la vittima nonché testimone chiave del processo contro il suo cliente più importante. La posta in gioco è altissima e per Mavor, scegliere tra Venus e il caso che vuole vincere a tutti i costi sembra ormai l’unica opzione possibile. Ma la loro è una passione al limite, della quale non riescono a fare a meno, e gli ostacoli e i mondi diversi e inconciliabili a cui appartengono non sono altro che benzina sul fuoco.

Gli intrecci pericolosi che affronteranno insieme non fanno altro che legarli in un nodo di sentimenti da reprimere, trascinandoli in un luogo lontano a rivangare un passato da dimenticare. Sospesi tra vita e morte, estasi e dolore, devianza e salvezza, capiranno a loro spese che il desiderio risponde a leggi ingovernabili e che ogni verità nascosta ha un conto salato da pagare.

Attesissimo dai lettori, arriva finalmente in libreria il nuovo capitolo della storia d’amore tormentata e proibita di Deviant, la serie dark romance dalle spiccate tinte crime che ha conquistato il #booktok con milioni di visualizzazioni.<

 

 

“Specchi di Venere”, il secondo libro della trilogia Deviant, si è rivelato non avere molti elementi di novità rispetto al primo: si tratta indubbiamente di una serie erotica, basata non tanto (non solo) su scene piccanti, quanto sul desiderio bruciante e annichilente, proibito e spesso incompiuto. Quando viene assecondato, rimane per lo più inesploso senza raggiungere il climax. Le pagine sono una serie ininterrotta di attrazioni e respingimenti, insomma di tira e molla giustificati da minuscoli avanzamenti della trama sottostante, che fa più che altro da frangiflutto alle spinte lussuriose tra i protagonisti.

Se nel primo volume avevo sopportato una certa sovrabbondanza di “cambi di opinione” e rifiuti continui, basati su qualsiasi scusante, in attesa di capire l’evolversi, ho provato stavolta un senso di deja-vu ripetitivo, che si faceva sempre più privo di senso via via che i protagonisti perseveravano negli stessi atteggiamenti, senza capire né  scegliere né   rassegnarsi, continuando a struggersi per gli stessi motivi, ad avvicinarsi e allontanarsi reciprocamente, a cercare l’altro per poi rifiutarlo appena lo raggiungevano. 

Quelle che nel primo volume sembravano caratterizzazioni credibili, per quanto un po’ troppo preda di conflitti interiori e impulsi incontenibili, in questo secondo rimangono un po’ bloccate, come se i protagonisti fossero incapaci di imparare dai propri errori, di prendere decisioni, immaginare retroscena, di leggere tra le righe gli atteggiamenti dell’altro, cosa che in precedenza sembrava un punto di forza. Venus, in particolare, sembra un personaggio tratto da uno Young Adult, riducendo tutto a se stessa senza comprendere la complessità dell’intrigo sottostante, incapace di distinguere la facciata delle azioni di Mavor dalle sue reali intenzioni.

Molti segreti continuano a non essere svelati, nuove bugie e omissioni (anche senza motivo) continuano ad accumularsi dividendo i protagonisti o alimentando il loro risentimento l’uno per l’altra, il desiderio di scavare a fondo per venirne a capo, finendo per minare la precaria possibilità di fiducia reciproca.

È vero che c’è una crescita affettiva, un nuovo sentimento che affianca la semplice seduzione e chimica tra loro. Si porta dietro anche un moto di gelosia (piuttosto assurdo, visto quanto i due sono presi l’uno per l’altra, incapaci di contenersi non appena si trovano nello stesso perimetro) che genera atteggiamenti vendicativi, incomprensibili, errori di valutazione e, di fatto, altre scusanti per ulteriori tira e molla. Ma si tratta di un’evoluzione lenta con molta abbondanza di scene ripetitive, per cui rimango dell’idea che il primo e il secondo libro avrebbero potuto ricondursi a un volume unico.

«La senti, piccola V? Quella voglia che io vada fino in fondo? La senti o no?» La sentivo, forte e chiaro, tra i suoi sospiri di rugiada e i miei lamenti di zucchero di cui avrebbe voluto saziarsi. La mancanza delle stelle e la smania di raggiungerle, quelle che gli ricamavano la bocca, che gli screziavano gli occhi di pagliuzze dorate, quelle nascoste dietro le nubi delle sue contraddizioni inquinanti. Il desiderio era un’emozione e io la conoscevo, la distinguevo, sapevo riconoscerla ed era questo che Mavor stava cercando di dirmi.

Rimane invece piacevole l’analogia tra le storie e le personalità dei protagonisti e l’amore proibito e nefasto tra Venere e Marte mitologici. Una metafora non troppo calcata, che letta tra le righe dona un ulteriore strato di tridimensionalità alle caratterizzazioni.

Immaginare che questa ragazza innocente con il corpo da spogliarellista possa essere l’espressione di una dea, la esalta nei suoi modi di fare, nella sua capacità di far perdere la testa agli uomini e di manipolarli con l’uso della seduzione. Ma rafforza anche la tenacia del suo cadere per rialzarsi sempre, il non mostrarsi mai vinta, sottomessa. Il suo problema con le emozioni ricorda una dea annoiata che si mette nei guai solo per cercare nuove avventure, intenta a risvegliare piccoli brividi forse dimenticati nella sua vita immortale; una creatura, insomma, che ha bisogno di grosse spinte di adrenalina, osando proprio là dove sarebbe proibito.

Allo stesso modo, il richiamo al dio della guerra ci fa percepire Mavor ancora più pericoloso, potente, sull’orlo di un possibile scoppio d’ira devastante.

«E allora? Mi spoglio non perché sia sicura del mio corpo ma perché semplicemente non me ne frega un cazzo. Possono prendersi quello che vogliono, tanto sotto la pelle non è rimasto niente.» «Io ho sentito un sacco di cose sotto la tua pelle.» Le avevo sentite e so che le aveva sentite anche lei. E in quel momento continuava a mentire a se stessa, come facevo anche io. Avevo sentito tutto quello che non avremmo mai provato. Avevo sentito tutto il futuro che non avremmo mai avuto. Avevo sentito tutti i piani che non avremmo mai fatto, le parole che non avremmo mai pronunciato. Avevo sentito il modo in cui ci saremmo strappati a pezzi pur di avvicinarci e il modo insano in cui non riuscivamo a stare lontani.

In ultima analisi, questo secondo libro scorre più velocemente rispetto al primo, ma forse solo perché la storia è più o meno sempre quella e quindi, lo ammetto, ho affrettato la lettura per cercare dei punti di svolta. Viviamo ancora un’attrazione contrastata dai ruoli e dal contesto, che si fa ancora più pressante e pericolosa su di loro. Emergono altri elementi della loro storia passata, ma la trama gialla, troppo diluita e troppo sullo sfondo per gran parte del romanzo, non trova ancora un senso e una logicità negli sviluppi, e sembra avere il solo scopo di interrompere gli atti intimi sul più bello, per alimentare l’unico traino della lettura: la passione interrotta, l’edging, la perversione dell’“ultima volta”. L’eros in questo volume va oltre il voyeurismo e il dirty talk, si fa più sporco e perverso (breath play, painal, knife play…).

«Dimmi che… Dimmi che non lo sento solo io.» «Che cosa?» Il mio cuore mi tradì, perché batteva talmente forte che lui lo avrebbe sentito forte e chiaro. «Non lo so. Non lo capisco. Ma lo sento.» «Mi dispiace, piccola V.» Per la prima volta sembrava davvero costernato. Mi prese il volto tra le mani, indugiò sulla mia pelle con le dieci dita, io socchiusi gli occhi come per farlo durare ancora perché non avrei mai voluto uscire da quel nascondiglio. «Sei come una bambina che chiede a un cieco il colore della luce.»

 

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senza voto

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