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Recensione:”La sorella perduta” di Dinah Jefferies

Care Fenici,viaggiamo nelle magiche atmosfere dell’India con la recensione di Emanuela….

 

1930. Belle Hatton si è imbarcata verso un’eccitante nuova avventura lontano da casa. Si esibirà con la sua splendida voce in un hotel in Birmania dove la attendono notti scintillanti e sofisticati ammiratori. La sua vita sarebbe perfetta, se l’ossessione per un mistero del passato non continuasse a tormentarla. Alla morte del padre, infatti, Belle ha trovato un ritaglio di giornale tenuto nascosto per venticinque lunghi anni. Nell’articolo si parla di come gli Hatton fuggirono da Rangoon alla morte della loro bambina, Elvira. Belle desidera scoprire che cosa accadde alla sorella che non sapeva di avere, ma quando inizia a fare domande i pettegolezzi e le maldicenze sembrano rendere molto difficile la strada verso la verità. Soltanto Oliver, uno scanzonato giornalista americano, si offre di aiutarla. Ma qualcosa le dice che non può fidarsi di lui… Mentre le rivolte esplodono e la fitta rete di bugie comincia a farsi più pressante, Belle riuscirà a capire a chi può concedere la sua fiducia?

 

Immersi nella magica atmosfera d’oriente, tra tanti profumi e contraddizioni, Dinah Jeffries ci racconta ancora una volta la storia di una donna coraggiosa alla ricerca della verità a ogni costo. In “La sorella perduta” l’autrice, oltre ai classici ingredienti che caratterizzano i suoi lavori, aggiunge anche una buona dose di suspens ottenendo la ricetta perfetta per un libro che è un vero capolavoro.

Ambientato nel 1936 in Birmania (odierno Myanmar), il romanzo racconta la storia di Belle. La giovane giunge a Rangoon per lavorare come cantante in un grande albergo ma ha la segreta speranza di scoprire cosa è capitato alla sorellina scomparsa. Mistero di cui è venuta a conoscenza casualmente, con l’apprendere di un terribile fatto di cronaca che coinvolse entrambi i genitori e in particolare modo la madre, accusata di essere la responsabile della sparizione della figlioletta appena nata.

Belle è cresciuta solo con il padre e una governante. Della madre sa solo che li ha abbandonati e poi è morta senza mai tornare indietro. La ragazza cova dentro di sé un misto di rabbia e di curiosità nei confronti della donna che l’ha generata e la notizia di avere una sorellina, appresa alla morte del padre, scatena in lei un vivissimo interesse.

In un Paese pieno di contraddizioni, esotici templi e mercati variopinti, dove il dominio degli inglesi è messo a dura prova da continui scontri tra birmani e indiani, Belle condurrà una doppia vita. La sera affascinerà il pubblico con la sua voce conturbante e il giorno condurrà delle indagini per scoprire la verità, aiutata da Edward, Gloria e Oliver un’affascinante giornalista americano.

Sin da subito qualcuno cercherà di ostacolare le sue ricerche seminando il dubbio e Belle avrà bisogno di tempo per capire chi è amico e chi no, ma nulla riuscirà a fermarla, neppure un attentato da cui però riuscirà a sfuggire.

Più andrà avanti con le sue ricerche più si renderà conto che a molti interessa non far emergere cosa realmente accadde alla sua sorellina e questo naturalmente non farà che accrescere il desiderio di risolvere il mistero.

Narrato su due piani paralleli con le vicende di Belle narrate in terza persona e i flash back di 20 anni prima raccontati dalla voce della madre, questo è un romanzo che lega il lettore a doppio nodo: non si può lasciare il libro sino al finale mozzafiato.

Molto bello.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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