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Recensione “Vorrei stringerti a Parigi” di Carragh Sheridan

Parigi, la città dell’amore, la città degli innamorati per eccellenza. Come si può non desiderare di stringersi a Parigi? Magari sotto la Tour Eiffel oppure passeggiando lungo le rive della Senna in un tiepido pomeriggio di primavera?

Gérard Dupret vive a Parigi nel suo elegante appartamento che si affaccia sulla Tour Eiffel, ama cucinare e coltivare le sue rose sulla splendida terrazza. È un uomo di successo grazie alla sua avviata e rinomata gioielleria sugli Champs-Élysées. È ricco, affascinante e crea gioielli rari e unici per le sue prestigiose clienti che vengono da tutta Europa. Una vita all’apparenza perfetta se non fosse per quel sordo e costante dolore che fa soffrire la sua anima, il dolore per un amore impossibile.

Amélie Lagrange lavora come commessa nella prestigiosa gioielleria Dupret da due anni ed è bellissima. Dotata di due occhi verdi che ricordano due smeraldi purissimi. Due occhi che sono il tormento per il cuore di Gérard da quando lei è entrata nella sua esistenza. E come se non fosse sufficiente l’averla sotto gli occhi tutti i giorni senza poterla nemmeno toccare in quella primavera tardiva mentre la pioggia ancora bagna la città simbolo dell’amore il cuore di Gérard è destinato a un altro duro colpo perché Amélie ha deciso di fidanzarsi con Lucas… se almeno il destino gli concedesse anche solo di stringerla…

La sofferenza di un amore soffocato, il tormento di una passione non vissuta, una confessione inaspettata in una struggente lettera d’amore, sotto il cielo di una primavera parigina che risveglia i cuori aprendoli all’amore.

Questo libro mi ha conquistata sin dalle prime righe, dopo è stato amore. Non si tratta di un lungo romanzo impegnativo, in cui le vicissitudini dei personaggi si trascinano fra le pagine; piuttosto di una lettura piacevole, accattivante e frizzante, come sorseggiare un buon vino bianco, freddo, in terrazza e concedersi il lusso di sognare mentre si scorrono le pagine.

La prosa è fluente, nonostante ciò, già dal primo capitolo, si percepisce l’attenzione ai dettagli sobri e scevri di eccessi che risulterebbero inopportuni.

In poche righe riusciamo a immaginare Gérard e il suo stile di vita, il suo carattere, le scelte che ha compiuto nella vita per emanciparsi da un padre e da un cognome importante, da uno stile di vita di cui non vuole far parte.

Ho molto apprezzato l’abilità di narrare l’essenziale, l’ho trovata perfetta per questo romanzo breve che riesce a cogliere elementi, particolari e la forza dei sentimenti in tempesta dei due protagonisti senza mai inciampare nell’assurdità, o nei luoghi comuni. Sarebbe facile, dato il genere romance e l’ambientazione scelta; invece troviamo un uomo adulto, artista stimatissimo, creatore di gioielli e proprietario di una rinomata gioielleria che serve clienti selezionati e produce pezzi unici su commissione. Gérard, schivo e riservato, costretto ad accettare le dimissioni della sua fedele assistente, ormai anziana e malata; la donna, preoccupata di lasciarlo solo, gli propone il nome di una ragazza per la quale sente di poter garantire personalmente.

Amélie. Giovane neo laureata, seria e attenta ai dettagli, che esprime il suo essere con abbigliamenti semplici ma ricercati; che si dimostra da subito affidabile e sincera e che dal primo sguardo incanta Gérard con i suoi occhi di smeraldo e ne cattura definitivamente il cuore durante la convivenza fianco a fianco nella gioielleria.

Queste due anime affini hanno ben poco in comune: quattordici anni di differenza, posizione in società e, in generale, una vita agli antipodi. Eppure l’anima non guarda certo a queste inezie, cerca senza sosta la sua metà. E così questo colpo di fulmine reciproco si trasforma in educata e professionale vicinanza.

Non ho sentito la mancanza dei loro trascorsi, né degli episodi che hanno decretato l’inizio dell’amore tra i due protagonisti, trovo che questa storia sia perfetta così com’è, narrata con semplicità. Ho avuto l’impressione di assistere a un racconto nel racconto, come se Philippe o Valérie, i personaggi più vicini alla coppia, avessero deciso di deliziarci con un breve riassunto delle peripezie messe in atto per riunire queste anime vicine eppure distanti.

Valérie è la sorellina di Amélie, decisamente meno seria e impegnata, ignora cosa significhi avere la testa sulle spalle, vive il momento, vive la vita che sogna, a Parigi, ospite della sorella. Le due ragazze sono molto affezionate, si nota soprattutto dai coloratissimi scambi di idee in merito alle necessità quotidiane. Valérie, secondogenita, è un pochino la piccola pestifera di casa, ha grinta da vendere e desidera vedere felice la sorella che si strugge d’amore da due anni. Complice della piccola peste è Philippe, cugino di Gérard, scavezzacollo e anch’egli erede di grandi fortune di famiglia e amico del cuore del nostro tormentato protagonista. Philippe vanta numerosi amori, qualche matrimonio e non disdegna la frequentazione di una donna sposata, guadagnandosi il biasimo di Gérard che in questo senso è diametralmente opposto a lui. Eppure il loro legame è indissolubile, fraterno. Sono questi due personaggi che tra consigli, peripezie notturne e sostegno ai rispettivi parenti, finiscono per fare la differenza in un momento cruciale che potrebbe segnare il destino dei nostri due innamorati.

Philippe mi ha fatta divertire moltissimo ma mi ha anche toccato il cuore in un momento particolare, che non vi racconterò, in cui esprime il meglio di se stesso ascoltando Gérard e sussurrando un possibile soluzione alle sue pene d’amore.

L’amore tra questi due esseri, vicini ma non ancora uniti è immenso, puro, timoroso, doloroso e straziante a volte, ma assolutamente unico e vero.

«Perché mi conosce – sbottò infine Gérard – e sa che se lo avesse fatto gli avrei spaccato tutte le ossa».

Il silenzio si fece ancora più tangibile mentre Gérard si passava una mano tra i capelli e si lasciava andare con la schiena contro il sedile chiudendo gli occhi. «Perché – riprese sussurrando – lui sa quello che provo per te. Sa che mi sto consumando nella frustrazione di non poterti stringere tra le mie braccia, che sei il primo pensiero quando mi sveglio e l’ultimo quando vado a dormire. Le mie giornate sono piene di te anche quando non ci sei. Sento la tua voce anche quando stai in silenzio, mi manca il respiro quando mi stai accanto o quando mi capita di perdermi nei tuoi occhi. Che mi uccidi quando mi ignori, quando non mi vedi e passi il tuo tempo con uomini come Lucas».

Riaprì gli occhi ma non la guardò anche se percepiva che lei stava piangendo.

«Lui sa che sono inesorabilmente, pateticamente innamorato perso di te e che farei qualsiasi cosa pur di poterti avere accanto, anche accontentarmi di lavorare con te. So che non è corretto, che è una bassezza questa confessione, sono il tuo titolare e ho troppi anni più di te e che questo sentimento probabilmente non potrò mai viverlo appieno ma».

Si fermò lasciando la frase a metà mentre l’aria si era caricata di elettricità e silenzio, stracciato solo dal pianto silenzioso di Amélie.

«La lettera l’hai scritta tu» disse lei infine, con voce quasi impercettibile.

«Sì – confessò lui – ma non l’ho mai spedita. Non ho idea di come ti sia arrivata e forse è stato un errore scriverla come lo è stato non firmarla».

Qualche istante più tardi Gérard udì la portiera dell’auto aprirsi e richiudersi.

Amélie se n’era andata senza una parola e lui si era sentito improvvisamente stanco, distrutto e impotente.

Un aspetto che ho trovato davvero interessante e che mi ha piacevolmente colpita è stata la cura con cui viene titolato ogni capitolo, con un frammento delle frasi che vi troveremo dentro, certo, ma anche come un espediente per evidenziare, suscitare attesa e curiosità verso il proseguo della storia; andate a sfogliare l’indice, penso che lo scoprirete da sole.

A volte, non è necessario scrivere una saga, costruire tragedie o tessere trame complesse e intricate per raggiungere il cuore di chi legge. A volte la semplicità, il lasciar parlare solo le emozioni, farle vivere il tempo di una stella cadente nel cielo terso, è sufficiente per lasciarci appagati a immaginare ancora, a libro concluso, il dopo… ciò che avverrà poi… e continuare a sognare.

Un libro che ti tocca il cuore è un dono unico e raro, sempre.

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