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Recensione: Tutta colpa di joker di Ella Hope

 

Titolo: Tutta colpa di joker

Autore: Ella Hope

Editore: self

Genere: romanzo rosa

Target: Per tutti 

Data di pubblicazione:  21 ottobre 2022

Becca non crede più nell’amore.

Dopo aver subito una scottante delusione, decide di concentrare tutte le sue energie sul lavoro. Vuole essere indipendente ed è intenzionata a dimostrare, non solo agli altri, ma soprattutto a sé stessa, il suo valore. Mia, la sua amica di sempre, però, non sembra essere d’accordo; vuole che la ragazza si lasci alle spalle le delusioni del passato e torni ad aprire nuovamente il suo cuore. Durante una festa in maschera Becca incontra un misterioso ragazzo travestito da Joker. Tra loro scatta subito la scintilla; sono affini e per un istante Becca sente riaffiorare il desiderio di innamorarsi di nuovo. Ma giunta a casa si rende conto di non sapere nulla del suo nuovo “amico” dal volto coperto, nemmeno il nome.

Pur non riuscendo a smettere di pensare a lui, nei giorni successivi, cerca di focalizzarsi sugli obiettivi professionali, ma le cose non vanno secondo i suoi piani.

Riuscirà Becca a superare l’ennesimo ostacolo e a concedersi la libertà di amare?

 

 

Premessa: si tratta di una commedia divertente, mentre io purtroppo non ho un gran senso dell’umorismo, anche se continuo a cercare autori che riescano a tirarmelo fuori. Questo significa che la verbosità e le digressioni volte a creare scenette ironiche, o i momenti conviviali tra amiche che dovrebbero farci sorridere a me sono sembrati solo un po’ sovrabbondanti e teatrali.

Anche se c’è una co-protagonista che vive una trama secondaria, la storia principale, quella romantica tra Becca e Davide, inizia solo quando i due ragazzi si incontrano, dopo una lunga premessa durata un buon terzo di pagine.

Tante le divagazioni, ma la storia romantica è molto essenziale. C’è solo un lievissimo mistero evidente al lettore, che solo Becca non era riuscita a comprendere.

 

«Ti capisco, anche per me è così, non pensare che alcune donne non ragionino con superficialità come alcuni uomini, il problema è da ambo i lati, credimi.

Allora, cosa farebbe Joker davanti a una situazione del genere per risollevare la serata? Cercherebbe di tirarti su il morale. Hai mai sentito il detto “mal comune mezzo gaudio”? Che ne dici, ti va di farmi compagnia? Anche io sono triste e non mi aspetto nulla di buono da questa festa, se vuoi possiamo trasformarla in una serata divertente». «Come possiamo fare?» «E se, per una notte, questa notte soltanto, facessimo tutto ciò che ci passa per la mente senza pensare alle conseguenze? Del resto, il primo passo l’abbiamo fatto con la scelta delle maschere diametralmente opposte al nostro modo di essere, questo vorrà pur significare qualcosa». 

Protagoniste sono due amiche napoletane rumorose, che si trovano entrambe ad affrontare problemi con un ragazzo. Nelle storie quasi simmetriche nascono incomprensioni col proprio partner praticamente gemelle, che non vengono chiarite per mancanza di dialogo, di volontà di ascoltare il proprio partner e di entrare in sintonia con le sue emozioni. Si preferisce il silenzio, la fuga, il vittimismo o l’aggressività. Tutto tranne un confronto dialettico in cui si accettano i rispettivi sentimenti per quello che sono e per quello che fanno provare.

Per quanto riguarda le caratterizzazioni, se Davide ne è totalmente privo, di fatto descritto come il principe azzurro, Becca non mi ha particolarmente conquistata, ha uno di quei caratterini un po’ ruvidi che si abbinano a un atteggiamento passivo-aggressivo: nel tentativo di mostrarsi forte, decisa e sicura di sé ma allo stesso tempo femminile e in grado di stare in una relazione, le capita di avere da un lato atteggiamenti da vittima, più spesso di maltrattare gli altri.

 

Purtroppo ho notato un messaggio confuso sul tema dell’autodeterminazione femminile, e la poca maturità della protagonista non aiuta nell’essere chiari e diretti su temi importanti. Ad atteggiamenti maschili prevaricatori, manipolatori, narcisisti come quelli del suo ex, Becca giustamente reagisce con una difesa della propria identità, del proprio diritto a prendere le proprie decisioni, della propria autonomia, salvo poi fare un passo indietro attribuendosi una colpa inesistente e assecondando le critiche di un ragazzo dalla mentalità maschilista in cui la donna è causa del malumore degli uomini, anche quando ha ragione. 

Allo stesso tempo, quando l’amica non si sente pronta per fare un passo importante con il suo ragazzo, Becca parla di “essere la causa del proprio fallimento” anziché di lecito diritto a esprimere le proprie emozioni e le proprie paure.

Questo conflittuale senso di colpa interiore viene espresso con la fuga e il silenzio, la chiusura del dialogo come unico modo per convincere se stessi di avere ragione privandosi del confronto.

 

So come si sente Mia, cosa significa avere il cuore spezzato, e vorrei davvero poterla aiutare, ma a ben vedere forse non posso comprenderla appieno, perché non è lei a essere stata ferita, ma è invece la responsabile del suo “fallimento”.

Purtroppo la sua supponenza non migliora con l’evolversi della trama: il personaggio non cresce, non evolve e non impara né dai suoi errori né da quelli (simmetrici) dell’amica, per di più ignorando bellamente i consigli materni (personaggio che in narrativa chiamerebbero il Mentore e che normalmente ricopre un ruolo formativo per il protagonista).  

Dopo aver superato gli ostacoli e aver felicemente conquistato il suo uomo, ci lascia con la totale certezza che, se non imparerà le basi su come gestire una relazione con un’altra persona (in primis dialogo e ascolto) il rapporto con Davide, nonostante l’epilogo, sarà destinato tristemente a fallire.

 

Fino a ora non sapevo come si sarebbe evoluta la serata e cosa sarebbe successo se avessi trovato il coraggio per dirtelo, ma dopo tutte queste confidenze ho capito che dovevo farlo. Voglio essere sempre sincero con te, altrimenti questa resterà solo una bella serata, ma il nostro rapporto non potrà mai essere qualcosa di più e io invece voglio che lo diventi. E tu?». 

Infine, una nota di colore: inutile dire che come nei peggiori romanzi americani anche a Napoli troviamo una festa in cui le ragazze si ubriacano per divertirsi e finiscono per vomitare, guardacaso proprio sul principe azzurro. Se non altro otteniamo un messaggio positivo per le giovani lettrici: non ubriacatevi perché potrebbe essere la vostra serata fortunata!

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