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Recensione: “Stranger” di Keren David

 

Titolo: Stranger
Autore: Keren David
Editore: Giunti
Genere: Thriller

Le storie parallele di due ragazze vissute in epoche diverse. Emily, 15 anni nel 1904, e Megan, 17 anni nel 1994. Il filo rosso che le lega è un ragazzo misterioso. Emily di ritorno da scuola si imbatte in un giovane nudo, incapace di esprimersi. Lo salva e lo cura, innamorandosene. Megan torna in Canada dalla sua famiglia dopo che il suo fidanzato l’ha lasciata in seguito a un aborto. Qui, quando un cadavere ormai mummificato affiora da un terreno ai margini del bosco, decide di aiutare un vecchio amico a fare delle ricerche e scopre la storia di un ragazzo selvaggio, comparso all’inizio del secolo nella cittadina e che sembra in qualche modo connesso con la sua bisnonna.

 

Ci sono libri che ti catturano dal primo momento con uno sguardo, un po’ come se fossero un bell’uomo (o una bella donna) su cui fa piacere posare gli occhi. Ci sono libri che successivamente ti catturano per la loro trama, come se facessero persone che conoscendo meglio conquistano per il loro carattere. Poi ci sono libri che, dopo averne apprezzato la copertina, grazie alla storia che raccontano, ti fanno innamorare proprio come se si trattasse di una persona che si ha avuto la fortuna di conoscere nella sua interezza.

Questo è un libro di quelli! Anche perché diciamocelo, in quanto donne siamo curiose per natura e trattando questo racconto di vicende familiari e segreti di paese… come si fa a non innamorarsene?!

La storia è principalmente basata su due linee temporali: il 1904 e il 1994. Due donne, due generazioni e due famiglie legate da un insano destino.

Emily o Emmey, aveva 15 anni nel 1904 mentre Megan ne aveva 17 nel 1994. Il fil rouge, nel vero senso della parola, o meglio del colore che le accomuna, è un misterioso giovane incapace di esprimersi, nudo, ricoperto di graffi, fango e sangue, che ribattezzeranno Tom.

 

Emily salva e si prende cura del ragazzo e grazie alla madre medico (che a detta di tutti, in quanto donna e in un’epoca particolare, dovrebbe starsene a casa a lavorare a maglia e accudire la figlia invece di lavorare) e per non venire meno all’eterno cliché, ovviamente la giovane se ne innamora.

Megan torna in Canada dalla sua famiglia dopo che il fidanzato l’ha lasciata in seguito a un evento tutt’altro che facile (ma non voglio svelarvi altro su questo punto). Quando un cadavere ormai mummificato affiora da un terreno ai margini del bosco, Megan decide di aiutare un vecchio amico a fare delle ricerche scoprendo la storia di un ragazzo selvaggio, comparso all’inizio del secolo nella cittadina e che sembra in qualche modo connesso con la sua bisnonna.

Ma qual è il legame tra queste due generazioni che poco hanno avuto a che fare tra loro, ma che sembrano profondamente interconnesse? Non vi resta che scoprirlo!

È un romanzo che si legge molto velocemente, appassionante e appagante.

È vero, ci sono dei cliché ormai conosciuti: la classica legge dell’innamoramento tra predatore e preda (anche i cuori più dolci troveranno pane per i loro denti) ma confesso che mi è davvero piaciuto! Ho amato questa connessione tra le due generazioni, il lasciarsi e poi riprendersi per i più svariati motivi. Ho apprezzato i rimandi storici, le assurdità dell’epoca, il carattere determinato e coraggioso di Emily… oltre agli spunti di riflessione sul delicato rapporto genitori-figli.

È un romanzo di narrativa dove però vengono sapientemente miscelati anche giallo, noir e romance.

Bellissima l’empatia che si crea tra personaggi e lettore, tale da far rimanere alcuni di loro nel cuore.

 

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