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Recensione: Riverside. La trilogia di Ellen Kushner, Delia Sherman

Titolo: Riverside. La trilogia

Autrici: Ellen Kushner, Delia Sherman

Genere: Fantasy contemporaneo 

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 5 marzo 2024

Età di lettura consigliata: +16

Per le strade infide di Riverside, si vive o si muore a fil di spada. Anche i nobili sulla collina si sfidano a duello per dirimere le dispute. In questo mondo, Richard St. Vier, tanto abile quanto feroce, è un maestro incontrastato. Ma qualcosa cambia quando l’ennesima uccisione viene vista non come un trionfo ma come un’offesa, e l’intera città scopre che da eroe a cattivo il passo è davvero breve. Il classico “fantasy di costume”, una serie di culto piena di colpi di scena, intrighi e ambizioni politiche, appassionate storie d’amore, antiche rivalità raccontato con elegante e sottile umorismo. Contiene i romanzi: In punta di spada, Il privilegio della spada e La caduta dei re, oltre a un’introduzione di Ellen Kushner. Il volume è tradotto da Maria Grazia Bosetti, con la curatela di Massimo Scorsone.

 

 

La Trilogia di Riverside è composta dai seguenti libri: In punta di spada, Il privilegio della spada, La caduta dei re. 

I tre volumi hanno l’ambientazione in comune: una città immaginaria con una sua struttura particolare e una gerarchia ben definita. 

La più grande peculiarità di questa trilogia è che si tratta di un fantasy senza magia. Non ci sono personaggi fantastici, niente fate, maghe, stregoni, draghi, vampiri, mutaforma… Quindi vi chiederete, come mai è definito fantasy? Per descrivere l’opera le autrici fanno riferimento alla “commedia di costume”, un genere che si fa beffe dei comportamenti e delle norme di convivenza di una classe sociale. Hanno creato un mondo nuovo, una città dove i nobili sono la classe dominante, che vive secondo regole e usanze definite attraverso la prassi nel corso del tempo e si è fatta portatrice delle imposizioni sociali per tutti i componenti della città. Loro vivono sulla Collina. 

In punta di spada è un libro prettamente maschile, incentrato su due protagonisti: Richard St Vier e il suo amante tormentato Alec. Tutti e due vivono e sopravvivono a Riverside, uno fa lo spadaccino e l’altro, arrivato all’improvviso in quella zona della città, si veste e si comporta come uno studente, che in realtà non è. Si tratta di un quartiere della città decadente, con strade strette e tortuose, accessibili solo ai pedoni, piena di soggetti loschi, dove si gioca, si bara, si ruba; tutto in base alle regole non scritte delle città. Gli spadaccini hanno un ruolo importante e sono personaggi famosi per la loro bravura e pericolosità. I nobili li usano per regolare le dispute fra di loro, stipulando contratti per uccidere. Lo spadaccino può sfidare a duello chiunque: il nobile o il suo rappresentante, la lotta può essere al primo o all’ultimo sangue. Una volta finita la disputa, riceve il suo compenso e attende il prossimo incarico. Nessuno può ricattare od obbligare uno spadaccino ad accettare un incarico, per questo motivo sono importanti: sono lo strumento dei nobili per risolvere le faide o per nascondere un assassinio. 

Su questo sfondo si sviluppa la relazione fra Richard e Alec, i due vivono alla giornata. Alec fa il mantenuto e Richard accetta incarichi solo per permettere loro di sopravvivere senza eccessi. Questo equilibrio svanisce quando St Vier è pizzicato in mezzo a due casate nobiliari a sua insaputa. Per salvare la vita dello spadaccino Alec sarà obbligato a fare i conti con il suo passato. 

Devo confessare che all’inizio non riuscivo a capire la storia e come era strutturata. Ho faticato ad accettare questo tipo di fantasy; non era quello che mi aspettavo, ma alla fine sono riuscita a comprenderne le sfaccettature. Quindi, quando ho iniziato il secondo volume, ero più ben disposta alla lettura. 

Il primo capitolo finisce in un modo un po’ brusco, lasciando aperte tantissime supposizioni sul seguito della storia. Quando ho cominciato Il privilegio della spada non sapevo cosa aspettarmi ma posso dire che si è rivelato una bella sorpresa. La storia raccontata in questa seconda parte porta il lettore nella stessa città ma circa 40 anni dopo. Mi aspettavo di trovare più o meno gli stessi personaggi e per certi versi così è stato. Se In punto di spada è stato prettamente maschile, in questo volume la protagonista è una ragazza: Katherine Samantha, nipote del Duca di Tremontaine. In giovane età è obbligata a raggiungere suo zio a Riverside e convivere con lui senza avere contatti con la famiglia per sei mesi. Durante questo periodo conosce per la prima volta lo zio, detto “il duca pazzo”, che vuole fare di lei una spadaccina. Le motivazioni sono ignote e durante lo svolgersi della narrazione sarà interessante scoprire il perché. Si veste solo con abiti maschili, prende lezioni di scherma, occasionalmente partecipa a eventi sociali inappropriati, stringe amicizie di dubbio gusto, scopre la libertà in un modo anticonvenzionale e convive nelle due realtà della città. 

Il racconto di per sé è bizzarro, ma mi è piaciuto molto e mi ha fatto piacere rincontrare Richard e Alec. Dal mio punto di vista, anche se questa sembra la storia di Katherine, in realtà è la continuazione del rapporto d’amore fra i due protagonisti del primo capitolo. Alla fine il destino li fa ricongiungere e ritornano a vivere l’ultimo periodo della loro vita in clandestinità, come all’inizio. 

I metodi anticonvenzionali dello zio formano la giovane donna per il suo nuovo ruolo, quello di sua erede e futura duchessa. La sua storia è intrecciata a quella di Marco, giovane assistente del duca e a quella di lady Artemisia Fitz-Levi. Tutti e due hanno un preciso scopo, sono referenti dei due mondi presenti a Riverside. Se il primo volume si chiude con Alec che accetta il suo destino, il secondo finisce con Katherine che diventa la nuova duchessa.

Il terzo volume, La Caduta dei re, riprende la storia della famiglia Tremontaine circa sessanta anni dopo gli eventi del primo romanzo e venti anni dopo il secondo e il protagonista è il figlio di Alec e cugino di Katherine, Theron Campion. 

A differenza degli altri, questo romanzo tratta leggermente il tema della magia, ma più di magia si tratta di empirico. È un intreccio tra fantasia, sogno, leggende popolari, storia e amore. Amore perché Theron vive e respira passione e ha fame di sapere, di conoscenza. figlio del “Duca Pazzo” deve tener conto del suo passato e divide la sua vita fra Riverside e la Collina, fra essere un nobile e uno studente. Il suo personaggio è caratterizzato da questo dualismo. Se a questo aggiungiamo la sua relazione sentimentale travagliata con un professore universitario, ossessionato dal passato e dalla storia antica, ci sono già le premesse per una bella lettura. Basil St Cloud, figlio di contadini del Sud, studia gli avvenimenti passati del regno e dei re del Nord, dei loro stregoni e della magia. Nella società nobiliare dove il re è stato sradicato e la parola magia significa tradimento, il mix fra occulto, tradizione, amore, segreti è vincente. 

Se dovessi scegliere direi che l’ultimo capitolo della trilogia è stato il più bello. C’è stato un crescendo da uno all’altro e a posteriori mi sono resa conto che le autrici hanno scelto per ogni libro un riferimento: lo spadaccino, il nobile e l’universitario, combinati con intrighi di corte, politica e amore. 

Una vera commedia del costume dall’inizio alla fine !  

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voto

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