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Recensione: “Qualcuno da amare” di Mary Balogh (serie Westcott #1)

Care Fenici, oggi Lucia ci parla di “Qualcuno da amare” di Mary Balogh (serie Westcott #1)

Anna Snow è cresciuta in un orfanotrofio di Bath e ha ben poca esperienza del mondo. Lavora nell’istituto come insegnante, ma una fortuna del tutto inattesa sta per bussare alla sua porta: scopre infatti di essere figlia del defunto conte di Riverdale, nonché sua erede. Benché abbia sempre sognato di incontrare la sua vera famiglia, quando arriva a Londra la ragazza viene accolta piuttosto freddamente. I nuovi parenti sono tutt’altro che entusiasti di incontrarla, ma si trovano comunque costretti a introdurla in società. E il destino ha in serbo per lei un’altra sorpresa che risponde al nome di Avery Archer, duca di Netherby…

Non ho brutti ricordi degli anni trascorsi all’orfanotrofio. Può darsi che non fossi così spaventata quando mi ci hanno portato. Oppure lo era stata. Comunque non era un argomento da affrontare in una serata di festa.

«E qual è stato per voi il momento più difficile? Della vostra vita, intendo» domandò Anna.

Avery pensò di rispondere con una battuta di spirito, ma all’ultimo istante optò per la sincerità. «In fondo, molto simile al vostro» replicò. «Il mio primo giorno di collegio, quando avevo undici anni e dovetti coricarmi in un dormitorio che ospitava altri sette ragazzi, con la differenza che per me si trattava della prima volta. Dopo un silenzio agghiacciante, uno dei ragazzi iniziò a prendermi in giro. Ero così spaventato che mi rannicchiai sotto le coperte. Non mi diedero un attimo di pace. Sghignazzavano, facevano un gran baccano e fingevano che ci fossero dei fantasmi. Quella notte non riuscii a chiudere occhio. Non avevo paura dei fantasmi, ma dei miei compagni.»

È la morte del Conte di Riverdale a mettere in moto gli avvenimenti e le molte scoperte che porteranno una cappa di angoscia su tutta la sua famiglia. il desiderio della Contessa di sistemare le cose, con quella che crede la figlia illegittima del marito, porterà lei e i figli a scoprire una verità impensabile. Per Anna, invece, chiusa da anni in orfanotrofio, si aprono le porte del ton, sempre alla ricerca di piccanti scandali, e quello della famiglia del conte è davvero stuzzicante, anche se sembra avere rovinato la vita di persone innocenti. Per la giovane Anna, la gioia di poter conoscere la nonna e le zie, le uniche che in un primo tempo sembrano accettarla, si scontra con il dolore del rifiuto delle sorelle e del fratello, che all’inizio la incolpano di cose che non ha commesso lei. Sono tante le cose che si trova a dover imparare per poter sopravvivere ai nobili salotti, che ora vedono in lei una grande ereditiera, ma le donne della famiglia sembrano decise a farla diventare un grande successo. Peccato, però, che spesso si scontrino con il carattere di Anna, fermamente convinta di non voler cambiare troppo. È disposta a imparare, ma non a perdere la sua personalità e ciò che ha acquisito nell’orfanotrofio, dove il padre l’ha portata tentando di far sparire il suo errore giovanile, ma in cui lei, fortunatamente, ha trovato persone che l’hanno amata. Ed è talmente lontana dalle solite damine prive di spirito che girano nel ton, che neppure l’annoiato Duca di Netherby, tutore di suo fratello, sembra poterle resisterle.

Ho amato moltissimo il protagonista maschile, assolutamente originale e ben lontano dal classico eroe di uno storico. Dal fisico minuto, all’apparenza delicato e dal viso dolce, Avery ha vissuto un’adolescenza difficile: è stato una delusione per suo padre, che non l’ha mai considerato adeguato, pensando che fosse debole. I suoi anni a scuola, preda di bulli, lo hanno fortificato, e lui non si è mai arreso, ma è stato l’incontro con un vecchio cinese a cambiare la sua vita, insegnandogli tecniche che gli hanno permesso di avere un’aura di potere che la gente percepisce, pur non capendola. Del resto lui è un uomo che non dà confidenza, che nessuno conosce bene, e mostra al mondo una faccia perennemente annoiata che trae tutti in inganno. Anna invece è una donna che, pur avendo passato la vita in un orfanotrofio, non si sente inferiore a nessuno. Nei ragazzi e nelle insegnanti dell’istituto ha trovato una famiglia, e non rinnega niente della sua vita. Nonostante il rifiuto dei suoi fratelli, e il loro modo villano di agire, lei vuole dividere con loro la sua eredità, non li biasima per avere avuto una vita migliore della sua, e vorrebbe poterli conoscere. Prova nei loro confronti il desiderio di essere accettata, ed è più che disposta ad amarli. È riconoscente per il lavoro che la nonna e le zie hanno fatto per farla accettare della nobiltà, ma crede che le cose importanti siano altre, e non è disposta a cambiare per uniformarsi, e questo la rende molto intrigante. Ma il personaggio che sovrasta tutti, in questo primo capitolo, è proprio l’unico che non appare: il defunto Conte di Riverdale. Un uomo spregevole che non ha esitato un istante a rendere orfana sua figlia, portandola via dalle persone che l’avrebbero amata, per evitare che i suoi errori venissero alla luce. Senza comunque avere nessun rimorso neanche per la moglie e gli altri figli, che una volta scoperto il suo passato si sarebbero trovati in una situazione insostenibile, perdendo ogni cosa. Ogni scoperta lo rende sempre peggiore, ma sicuramente avremo modo di conoscerlo meglio nei prossimi capitoli, dove seguiremo le vicende degli altri suoi figli.

Con questo libro, è cominciata in modo piacevole la serie Westcott, in cui seguiremo le vicende delle figlie e degli eredi del Conte di Rivendale, una grande famiglia davvero promettente. Come sa, chi segue le mie recensioni, ho un rapporto altalenante con questa autrice che, se pur molto brava e dalla scrittura interessante, non sempre mi soddisfa. Questo primo libro, poi, è uno di quelli che può ispirare amore o odio, a seconda di chi legge. Personalmente mi è piaciuto abbastanza, anche se non posso nascondere che non manca di qualche pecca, primo fra tutti la poca azione. Anche se non impossibile, poi, sembra quantomeno improbabile trovare un vecchio cinese, maestro di discipline orientali, in Inghilterra, e sicuramente non giova alla trama molto lineare i tantissimi personaggi che qui sono stati inseriti in toto. L’autrice infatti è stata in grado di tratteggiare tutti i protagonisti della serie, che avremo modo di seguire nei prossimi capitoli, dando a ognuno tratti personali unici e riconoscibili, ma che sicuramente hanno reso il libro meno scorrevole. Non è uno storico indimenticabile, però è riuscito a incuriosirmi e questa coppia mi è piaciuta. Ma non vi nascondo che non vedo l’ora di leggere la storia di Alexander: il nuovo e riluttante Conte di Rivendale, che per mantenere le terre che ha ereditato, e che non ha mai desiderato, dovrà ora rinunciare all’amore e accontentarsi di un matrimonio d’interesse.

 

 

 

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