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Recensione: Per cinque minuti in più – Serie: Enhanced World #1 di Victoria Sue

 Per cinque minuti in più
 Victoria Sue
 QLGBT, Urban Fantasy
 Self Publishing
 23 agosto 2021

Quando un colpo al cuore potrebbe essere più letale che combattere contro un pericoloso gruppo di terroristi…

Finn ha combattuto per tutta la sua vita. Una madre egoista, il suicidio di suo padre, un fratello omofobo e, infine, la sua dislessia mai diagnosticata hanno infranto il suo sogno di entrare nell’FBI, prima ancora che potesse avere inizio.

La sua unica possibilità, la sua unica possibilità, è unirsi a un gruppo sperimentale e collaborare con un umano potenziato che possiede abilità letali e che vuole vederlo fallire. Salvare il mondo potrebbe essere una cosa fattibile.

Perdere il suo cuore, invece, impossibile.

A parte trovare strano che la cover non mostri anticipazione sul fatto che sia un urban fantasy, scoprire che si trattava di un mondo distopico con supereroi è stata una piacevole sorpresa.

In questa ambientazione fantastica gli umani normali convivono con altri detti “potenziati” (forse è un termine derisorio, dato che vengono trattati più come mostri), che nell’età dello sviluppo manifestano poteri sovrannaturali e una struttura fisica più grande e forte rispetto agli altri; una specie di X-Men, insomma, dove ogni potenziato ha delle abilità differenti.

Il testo ha reso in modo efficace il modo in cui i potenziati non sono considerati supereroi ma anzi discriminati, visti come delle minacce anche da parte delle proprie stesse famiglie. La paura che questa diversità scatena nelle altre persone; la reazione forte, impulsiva della propria famiglia, che talvolta è di accettazione ma troppe è invece di allontanamento, disagio, sgomento, vergogna. Sensazioni purtroppo familiari anche nella società civile quando ci troviamo di fronte a delle diversità, come una tendenza sessuale o una disabilità.

Finn chiuse gli occhi non appena l’uomo superò un qualche limite invisibile e prese la decisione di baciarlo. Si preparò a essere divorato come la volta prima, ma la dolcezza, quasi impalpabile, delle labbra di Talon gli arrivò dritta alle ginocchia; e quella gentilezza lo sconvolse più che se fosse stato gettato a terra.

(Tratto dal libro)

Talon è un agente FBI senza distintivo: non è permesso ai potenziati detenere armi e partecipare alla vita pubblica o perfino agli studi, se posseggono poteri pericolosi. Questo li fa sentire ingiustamente discriminati e li riempie di rabbia repressa e desiderio di lottare non solo affinché vengano riconosciuti per le loro qualità particolari, ma anche per ottenere gli stessi diritti delle persone normali.

Se a prima vista troviamo questi super uomini semplicemente fichissimi (alti, possenti e con poteri straordinari), approfondendo la loro conoscenza scopriamo che dietro alla facciata hanno una sensibilità profondamente ferita dall’esperienza traumatica vissuta nel momento dello sviluppo. Quello che nessuno vede è che questi ragazzi hanno maturato delle convinzioni negative, limitanti, basate non solo sui pregiudizi a cui sono esposti, ma anche sulla diretta esperienza, dato che al momento della manifestazione dei loro poteri spesso non sanno gestirli e possono combinare disastri anche mortali. Nonostante portino sulla schiena l’acronimo H.E.R.O, quindi, in realtà sono insicuri, si ritengono pericolosi per sé e per le persone a loro care, e di conseguenza sentono di meritare affetto. In un mondo in cui questa diversità viene negata e rinchiusa anziché sostenuta e affiancata da un sistema educativo dedicato, risulta complicato per loro riuscire a gestire e controllare quelle capacità speciali.

Queste sono le convinzioni che animano Talon: il suo potere di fermare polmoni e cuore sembra poco utile nonostante sia letale, come purtroppo ha avuto modo di sperimentare in prima persona, e lo condanna a una vita in solitudine.

Finn annullò la distanza tra loro. Voleva confortarlo, dimostrare a quell’uomo che soffriva così tanto che non tutti li condannavano. Senza pensarci, allungò una mano per toccargli la spalla, e l’altro sollevò il viso. Finn si bloccò. Qualcosa era cambiato. Non riusciva a deglutire tanto aveva la gola chiusa. L’azzurro negli occhi di Talon si era accentuato e sembrava risucchiarlo. Il suo respiro caldo gli accarezzava le labbra, e Finn sentì il cuore perdere un battito.

L’uomo si mosse. Ma non fu solo uno spostamento, si lanciò proprio su di lui. E se Finn rimase in piedi mentre l’altro gli divorava la bocca fu solo perché le sue braccia forti lo sorreggevano.

(Tratto dal libro)

Finn è un umano con la fortissima aspirazione di diventare agente FBI nonostante sia dislessico (dis-abilità che tenta inutilmente di nascondere).

Qualcosa accomuna questo ragazzo normale con quelli potenziati, a partire dalla famiglia che non l’ha mai sostenuto e, anzi, l’ha sempre trattato come uno stupido e addirittura ha mandato una lettera per screditarlo agli occhi dell’FBI. Vuole dimostrare chi è, di essere all’altezza, e non prova nessun disagio o desiderio di allontanarsi da un potenziato; al contrario, si mostra curioso di conoscerli meglio.

Non ha la loro fisicità, non ha macchie sul viso che lo rendono un mostro, però ha anche lui motivo per temere che la gente lo consideri uno scherzo della natura: oltre a essere dislessico è pure gay.

Voleva tenere il muso, dare di matto. Ma non lo avrebbe fatto. Talvolta, essere un adulto faceva schifo. L’umiliazione si trasformò in rabbia. La delusione in dolore. Aveva passato tutta la sua vita a non essere all’altezza degli altri. Non avrebbe dovuto sorprendersi, e avrebbe dovuto davvero, davvero saperlo, ormai.

(Tratto dal libro)

Talon e Finn sono compagni nell’unità sperimentale che affianca potenziati e umani, e il magnetismo tra loro è innegabile. Se l’attrazione non può essere bloccata, altra storia sono i sentimenti. Finn viene rifiutato più volte da Talon, con freddezza e rabbia, senza che possa capirne il motivo. Incapace di fare pressione su un uomo che ritiene non interessato, è pronto a rinunciare a tutto pur di non rovinare il clima di apertura che si è creato nella squadra. Dev’essere Talon a muovere un passo nella sua direzione, ma può farlo solo superando le sue paure di mettere in gioco i sentimenti e di mettere a rischio la persona con cui sta. Ma prima di tutto deve convincersi di meritare di più rispetto a quello che si è sempre ostinato a volere: la solitudine.

Doveva andarsene, e non aveva intenzione di analizzare il perché all’improvviso non volesse farlo. Trattenne il respiro al suono del sospiro soddisfatto di Finn e si immobilizzò. Sbatté le palpebre confuso mentre quel corpo caldo e agile si accoccolava contro il suo fianco come se fosse quello il suo posto… ed era una cosa pericolosa, pazzesca da qualsiasi punto di vista la considerasse.

(Tratto dal libro)

Ho trovato un mix molto intrigante tra introspezione, azione, fantasy e temi sociali (fa sempre un certo effetto leggere di bambini che vengono abbandonati e presi in custodia dallo Stato, in case famiglie o addirittura in una prigione preventiva).

Un ritmo veloce e ricco di adrenalina alimentato dai conflitti a colpi di abilità speciali. Allo stesso tempo, però, si tratta di un romanzo intenso e romantico: la storia tra Finn e Talon è molto toccante e smuove sia emozioni forti e passionali sia sentimenti più teneri come l’istinto protettivo e la tenerezza.

Si sentì arrossire. Merda. Da come l’aveva detto, sembrava dare per scontato che Talon volesse che fossero partner anche in un altro senso. “Non…”

L’uomo lo mise a tacere esattamente come aveva fatto lui, poi si staccò con riluttanza. “Lasciami spiegare.  Ti voglio nella mia vita. Voglio che tu sia mio partner al lavoro, e ti voglio nel mio letto. Non posso prometterti che sarà per sempre perché…” Si strinse nelle spalle e per pochi secondi scese il silenzio. “Sono pericoloso, Finn. Qualsiasi cosa ci sia tra noi, ti ho comunque ucciso.”

(Tratto dal libro)

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